Sguardo della vita
“Domandiamoci che genere di parole utilizziamo: parole che esprimono attenzione, rispetto, comprensione, vicinanza, compassione, oppure parole che mirano principalmente a farci belli davanti agli altri? E poi, parliamo con mitezza o inquiniamo il mondo spargendo veleni: criticando, lamentandoci, alimentando l’aggressività diffusa?” Con la lingua possiamo anche alimentare pregiudizi, alzare barriere, aggredire e perfino distruggere i fratelli: il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello!”. (cfr. Papa Francesco, Angelus 27 febbraio 2022)
Le parole all’Angelus di domenica scorsa del Papa ci offrono l’opportunità di affrontare un tema molto importante, anche se non ci pensiamo mai, quello di come usiamo le parole, con che tono, in che modo, in che luogo, in che tempi … una parola detta o non detta può cambiare situazioni, allontanare o avvicinare, creare distacco o amicizia, offrire uno spiraglio di unione o di allontanamento.
Alle parole, non ci pensiamo mai e il più delle volte ci lasciamo sopraffare dalle emozioni con alcune battute con le quali vogliamo magari sdrammatizzare o punzecchiare o fare allusioni e non ci accorgiamo che così facendo rischiamo di ferire una persona o allontanarla creando sospetto e addirittura inganno, invece le parole possono e devono creare verità e sincerità, ma nell’amore e nel rispetto.
Talvolta il nostro linguaggio veicola sospetto, aggressività, rabbia, disappunto, giudizio o pregiudizio e lo facciamo con una superficialità allarmante senza pensare, senza vedere cosa creano in noi e attorno a noi.
Le parole possono inquinare i rapporti famigliari e amicali, di lavoro e di gruppo, parole che non portano pace, ma divisione, parole che non aprono al dialogo, ma a chiusure e allontanamenti. Parole che non hanno uno sguardo al di là del nostro ego, parole che lasciano stupiti e tristi, delusi e offesi. Sappiamo, invece, che le parole possono consolare, scaldare il cuore, orientare il cammino, una parole detta nel momento giusto con il tono giusto può salvare situazioni e sistemare litigi e dissapori, parole che dicono amore, rispetto, attenzione, fedeltà, sincerità, parole che hanno uno sguardo alto, che sanno vedere il buono e non solo la lamentela di tutto e su tutto, parole che infondono coraggio, stima e non puntano il dito.
“Le parole che usiamo dicono la persona che siamo. A volte, però, prestiamo poca attenzione alle nostre parole e le usiamo in modo superficiale. Ma le parole hanno un peso: ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare, di benedire Dio e gli altri”. (cfr. Papa Francesco, Angelus 27 febbraio 2022)
Ora tutto questo ci mette in movimento a rivedere il nostro linguaggio, all’uso delle parole, ai modi che abbiamo nel parlare e nel rapportarci con gli altri.
“Dio ci guarda così: non vede in noi degli sbagli irrimediabili, ma dei figli che sbagliano. Si cambia l’ottica. Non si concentra sugli sbagli ma sui figli che sbagliano… Dio distingue sempre la persona dai suoi errori. Dio salva sempre la persona. Crede sempre nella persona ed è sempre pronto a perdonare gli errori. E sappiamo che Dio perdona sempre. Tutti noi siamo chiamati a fare lo stesso: “A non ricercare negli altri il male, ma il bene”.”. (cfr. Papa Francesco, Angelus, 27 febbario 2022)
Rimandandovi alla riflessione del Pontefice spero ognuno di noi possa rivedere il suo stile di vita, il suo linguaggio, nel quotidiano e cambiare là dove serve, migliorare là dove è necessario, continuare in ogni occasione a fare delle parole uno strumento di pace e solidarietà, di amore e di rispetto, di vicinanza e di fraternità.
@unavoce
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