ostacolo da superare
“È un rischio che corriamo tutti: pensiamo di sapere tanto di una persona, e il peggio è che la etichettiamo e la rinchiudiamo nei nostri pregiudizi … Quando facciamo prevalere la comodità dell’abitudine e la dittatura dei pregiudizi, è difficile aprirsi alla novità e lasciarsi stupire. Noi controlliamo, con l’abitudine, con i pregiudizi. Finisce che spesso dalla vita, dalle esperienze e perfino dalle persone cerchiamo solo conferme alle nostre idee e ai nostri schemi, per non dover mai fare la fatica di cambiare”. (cfr. Papa Francesco)
Nel cammino che stiamo seguendo, di analisi delle varie caratteristiche umane che coinvolgono i singoli e le relazioni, la società e i gruppi, oggi voglio parlare, per sommi capi, senza pretese accademiche, ma rimandandovi ad esperti e studiosi del settore, del Pregiudizio.
Tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo pregiudizi sulle cose, le situazioni e le persone, pregiudizi che nascono dalla nostra formazione, dal nostro carattere, anche purtroppo dalla nostra fede o pensiero filosofico o politico, culturale o ambientale. Il mondo e le società sono piene di pregiudizi e questi condizionano il nostro vivere e anche le nostre scelte. Il pregiudizio, solitamente lo uniamo a sentimenti negativi, come il razzismo o il bigottismo, ma ci sono altre situazioni, senza nominarle alle quali possiamo arrivarci con la nostra riflessione.
“Il pregiudizio è un atteggiamento che si basa principalmente su opinioni e stereotipi piuttosto che su fatti e prove. Anche se il pregiudizio è un sostantivo e non un verbo, il comportamento pregiudizievole è spesso influenzato dal pregiudizio. Una volta che si passa dal “pensiero/sentimento” all’”azione”, la discriminazione è avvenuta”. (cfr. serenis)
In questo contesto, come vi dicevo, voglio portarvi a riflettere per superare i pregiudizi e imparare a creare in noi dei giudizi, confrontandosi con le persone, uscendo dagli schemi, eliminando pensieri negativi che ci pongono in modo superiore, anche senza motivo, difronte agl’altri.
La nostra società ha creato degli stereotipi ai quali ci uniformiamo, talvolta o il più delle volte, senza accorgerci e senza ritegno lanciamo giudizi su situazioni e persone, senza conoscerle, ma solo con un pregiudizio. Questo non è il modo corretto di vivere e di convivere nella società, nel mondo e tra di noi per creare relazioni, il rispetto e la fratellanza, l’amore e l’amicizia, la pace e la serenità, sono indispensabili per vivere in armonia e sono sentimenti che dobbiamo far nascere in noi creando quella libertà interiori fatta di confronto con chi ci vive accanto e con questo modo di procedere cci porterà a unirci e nella diversità ci arricchirà. Non significa, ovviamente, rinunciare alle nostre idee o opinioni, ma neppure lasciarci condizionare da esse generalizzando ogni situazione.
Ogni persona è unica e irripetibile, ogni società ha lati buoni e limiti, ogni relazione e convivenza sociale ha lati chiari e scuri, l’impegno è quello di essere equilibrati nel nostro pensiero e nelle nostre parole, nelle nostre azioni e nelle nostre scelte. Equilibrio che cresce con la vita e solo affrontandola con calma, serenità, pazienza, confronto, rispetto e tanto allenamento di fronte alle varie situazioni, che si crescerà. Non trasformiamo le situazioni o le persone attraverso giudizi sommari, perché bianco o nero, alto o basso, magro o grasso, cattolico o ebreo, musulmano o buddista, maschio o femmina, no!, ogni persona, ogni scelta è da rispettare e da capire, magari non la condividiamo, ma questo non ci pone nel giusto o nell’essere superiori agli altri.
Talvolta la nostra provenienza culturale o sociale ci pone in modo discriminante difronte ad altre, se sono nato in Europa e sono cattolica non posso dire che i popoli dell’amazzonia, per esempio, sono meno o più di altri; è questa una condizione naturale che non è dipesa dai singoli, invece ci sono le scelte culturali, la formazione che abbiamo ricevuto, gli insegnamenti, la famiglia, … e queste, invece, sono scelte personali, che creano chi siamo, ma grazie a Dio abbiamo una testa con cui ragionare, studiare, verificare, sperimentare per farci il nostro pensiero e il nostro giudizio e dare senso alle parole e alle scelte.
Allora non chiudiamo in categorie le persone, ma avviciniamole per quello che sono: persone con una mente e un cuore e una loro dignità. Nessuno ha il diritto di sottometterle o giudicarle, nessuno è migliore di un altro, ma ognuno di noi ha pregi e difetti, conoscerli ci permetterà di accettarli e di condividerli e di vivere insieme con fraternità.
Non valutiamo le persone e le situazioni in base ai nostri gusti, ma in base al rispetto e alla libertà, senza questo nasceranno, altrimenti, limiti nel nostro vivere insieme, limiti che vanno dal bullismo alla guerra, dalla violenza domestica ai danni delle relazioni interpersonali.
Cosa fare ? Conoscere, capire, studiare, viaggiare, vedere, fare esperienze in ambienti differenti dai nostri, tutto ciò ci permetterà di capire e rispettare. Superiamo questo pregiudizio, educhiamoci a vivere in modo serio a costruire la pace e il mondo migliore, partendo da noi stessi, dalle piccole cose, dai gesti quotidiani, dall’accoglienza e dalla comprensione e saremo sulla strada che il Signore ci ha indicato. Lui che ha accolto la Maddalena e Zaccheo, Lui che è andato in casa dei peccatori e ha mangiato con loro, Lui che ha voluto bene anche a Giuda, ci insegna che la vita va vissuta con una sola cosa: con l’Amore, nella giustizia e nel rispetto, ma con amore e pazienza.
Non chiudiamo il nostro cuore perché la pensiamo in modo diverso, non chiuda la nostra possibilità di conoscere, crescere, amare, perché secondo alcuni è sbagliato, no!, non facciamolo mai, non vivremmo noi e non faremmo vivere le altre persone, rispettiamo e amiamo, sarà la via del successo.
Per chiudere, credo che la via, allora, da intraprendere immediatamente è quella dell’autocritica, un analisi personale prima di iniziare qualsiasi percorso di crescita. Se saprai accettarti e conoscerti, potrai aprirti e camminare insieme, altrimenti ti limiterai a puntare il dito per distogliere l’attenzione da te e per non cambiare, per non amare, per non essere quello che sei o che vorresti essere veramente, solo per non venire giudicato e continuerai ad avere pregiudizi sempre e comunque su tutto e tutti, anche verso quelli che vorresti imitare ed essere.
@unavoce
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