Nemica dei cambiamenti

 

“Nella bocca dello stolto germoglia la superbia,
ma le labbra dei saggi sono la loro custodia” 
(Proverbi 14,3) 

 

“L’umile spegne la superbia, però il superbo non può far danno a l’umile” (Santa Caterina da Siena)

 

Quante volte nel vivere quotidiano avvertiamo accanto a noi persone con un atteggiamento superbo e quante volte anche noi, forse, senza accorgerci, siamo stati superbi e superficiali difronte a qualche persona, magari proprio quelle più vivine. Essere superbi significa disprezzare gli altri e credersi superiori, più grandi di quello che poi in realtà siamo.

La superbia è uno dei vizi capitali e oggi qui vorrei solo accennare qualche povera riflessione perché ognuno di noi possa farsi un esame di coscienza per verificare il suo modo di essere e di porsi nella società, in famiglia, sul posto di lavoro con le persone che incontra nel suo cammino.

“La superbia è uno dei sette Vizi Capitali, quello che più degli altri incita ad un atteggiamento di costante e smisurato orgoglio, piena arroganza, predominante e irrinunciabile desiderio di prevalere sugli altri, ad ogni costo. Come spiegava benissimo San Gregorio Magno, la superbia consiste nel credere che ciò che si ha derivi solo da noi stessi e che le proprie doti siano migliori di quelle degli altri. La Superbia è, dunque, il Vizio che ci fa esaltare ciò che siamo e che facciamo, riducendo tutti gli altri ad un niente. È il voler eccellere, ma avvertendo la necessità di calpestare gli altri”.  (cfr. lalucedimaria)

Nei nostri ambienti di vita e di lavoro purtroppo incappiamo molte volte in questo atteggiamento e questo è un male per la persona e per il lavoro, per i rapporti e le relazioni.

Chi è il superbo? E’ uno che si crede onnipotente e superiore agli altri, più furbo e intelligente, non è umile e pensa sempre che gli altri siano degli sciocchi che non valgono nulla e che solo lui ha tutte le risposte.

Non è forse così? Quante persone conosco con questi atteggiamenti che alla fine invece di dimostrare sicurezza e competenza rivelano solo una grande povertà di cuore e di anima e una insicurezza che li pione in modo ridicolo difronte agli altri, dove una scarsa intelligenza li fa credere migliori senza accorgersi di essere alla fine non presi sul serio e giudicati anche peggio da chi comprende il limite.

“Secondo lo psichiatra spagnolo Enrique Rojas, la superbia è una passione sfrenata verso se stessi, una trappola dell’amor proprio, la mancanza di umiltà e lucidità. È una sensazione in cui la persona concentra tutta la sua attenzione su se stessa, in quanto si considera straordinaria, unica e ben al di sopra degli altri”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Per noi cristiani è uno dei vizi capitali come accennavamo all’inizio e proprio perché ci porta a paragonarci a Dio, il peccato di Adamo ed Eva che li ha tolti dal paradiso, quindi un atteggiamento che ci porta a non essere umili e a non comprendere la vita e a non saper scegliere in definita serenamente tra il bene il male.

La persona superba pensa di poter fare e dire tutto, non riesce a vedere al di là del suo ego e del suo naso, non percepisce e non comprende più chi ha difronte non sa ascoltare e soprattutto rende ridico il problema del suo interlocutore minimizzandolo e così nei rapporti interpersonali e non solo lavorative, famigliari.

C’è un orgoglio interiore che non gli permette di essere almeno onesto con se tesso. Chi non sa riconoscere i propri limiti e difetti non andrà da nessuna parte e non solo in chi ha un ruolo di comando può essere pericoloso e deleterio per il gruppo e il servizio che svolge.

A noi a tutti che abbiamo attività di gestione è indispensabile fermarsi e con onestà verificarci se siamo in questo modo e se dovessimo scoprire che forse in noi c’è superbia dobbiamo immediatamente fare un passo indietro e rivestirci di umiltà e pazienza e rivedere le nostre parole atteggiamenti nel vivere e nello svolgere il nostro incarico.

La superbia è figlia della stupidità e la stupidità porta all’errore e l’errore arriva dall’ignoranza e così via. “Non essere mai superbo con l’umile o umile con il superbo”
(Jefferson Davis). Fermiamoci e ripensiamo immediatamente a come svolgiamo i nostri compiti e ruoli sul lavoro, nella vita con le persone, anche e soprattutto con i collaboratori e amici.

La superbia non da spazio alla passione e allo stupore alla riflessione e alla bellezza che invece sono elementi fondamentali per vivere la avita in pienezza e serenità. Il superbo è arrabbiato con se stesso e riversa i suoi limiti sugli altri è una persona vuota e triste … il cristiano non può essere superbo le persone buone le persone che vogliono vivere nell’amore non possono e non devono essere superbe.

In un rapporto di coppia la superbia porta al fallimento nella società alla divisione nella vita alla sconfitta generale di rimanere soli e isolati. Il superbo si autostima, tiene molto al giudizio degli altri tutto è concentrato su se stesso diventando ridicolo agli occhi dei più attenti.

Impariamo a superare queste timidezze e questi modi per essere persone vere, per essere portatori di pace, di serenità per vivere da protagonisti ma non a spese o schiacciando gli altri.

Essere responsabili del ruolo che si ha con umiltà capacità di autocritica, di analisi sapendo ascoltare gli altri in modo autentico e scendendo dal piedistallo su cui ci siamo messi.

Riconosci di essere superbo, prima lo capisci prima potrai cambiare rotta e con una dose di umiltà rinascerai a vita nuova trasformandola e trasformando con esiti positivi i tuoi rapporti, il tuo lavoro, la tua vita.

La tua vita cristiana, la tua fede, la tua religiosità saranno vere autentiche e saprai accorgerti degli altri e che Dio ti ama e tu potrai amare veramente.

“La superbia è sempre contraria all’amore di Dio: poiché il superbo non si sottomette come deve alla norma divina. E talora è contraria anche all’amore del prossimo: quando cioè uno pretende sugli altri una superiorità illegittima, o rifiuta loro una sottomissione doverosa. E anche in questo caso agisce contro la norma divina, dalla quale dipende l‘ordinamento degli uomini con la loro reciproca subordinazione”. ( Cfr. Tommaso d’Aquino, Somma teologica, 1265/74)

@unavoce

 

Foto di copertina: Raffigurazione della superbia. Cattedrale di Chartres