e i suoi limiti

 

Le catene della schiavitù legano soltanto le mani: è la mente a rendere l’uomo libero o schiavo (Franz Grillparzer)

 

Ognuno di noi ha problemi, tutti hanno problemi, piccolo o grandi e talvolta se non ne abbiamo ne creiamo a noi e agli altri. Interessante gli studi che ci ricordano che: “Il cervello moltiplica i problemi in conseguenza a una distorsione cognitiva che lo induce a costruire e a sviluppare alcuni schemi che poi si estendono senza un reale motivo. In seguito a ciò, abbiamo la sensazione che i problemi si accumulano, ma non è così. Molte persone si lamentano del fatto che “i problemi non vengono mai da soli” oppure che “una volta iniziati, i problemi non finiscono mai”. In un certo senso hanno ragione, ma probabilmente non è frutto del destino, bensì di una distorsione cognitiva per cui il cervello moltiplica i problemi”. (cfr. lamentemeravigliosa)

I nostri caratteri, le situazioni contingenti, la natura, la vita … ma soprattutto noi come li affrontiamo, tutti ne hanno e il più delle volte siamo noi a crearceli, più grandi di quello che sono. La nostra mente amplifica o percepisce le situazioni in modo diverso.

“non esistono menti “normali” e menti “anormali”. Se ci fate caso, ciò che in un dato luogo e periodo storico era considerato “normale”, in un’altra epoca o in un altro paese può essere stato ritenuto patologicoLa mente e il comportamento umano hanno manifestazioni molto varie, e il fatto che una cosa sia fuori dal comune non significa per forza che sia un problema. Tuttavia, è anche buona norma ricordare che la mente può avere dei problemi o ammalarsi. Per esempio, è questo il caso delle persone che sviluppano idee o comportamenti che danneggiano in modo sistematico loro stessi o gli altri oppure quando vi sono gravi difficoltà a distinguere tra fantasia e realtà”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Ovviamente, ora qui mi riferisco a persone che conducono una vita normale dove per normale intendo ordinaria e non a situazioni particolare di difficoltà legate alla mente ecc. questo è compito degli psicologi, dei medici ai quali vi rimando per la lettura eventuale su questo tema, ma io qui voglio portarvi con mano a comprendere come ogni giorno noi affrontiamo la vita e le sue situazioni di crisi o difficoltà, dal conto scoperto in banca, alla salute, al piccolo incidente domestico, alla parola che ha creato un litigio e così via.

Problemi che facciamo diventare più grossi e che il nostro cervello, la nostra mente percepisce come tali innalzando dei sensori di autodifesa e di controllo che ci portano a chiuderci a difenderci, il problema vero è come noi ali affrontiamo come noi percepiamo il problema.

Ora, in questa sede il mio intento è quello di portarvi a fermarvi su alcuni aspetti del nostro vivere senza dare soluzioni, ma solo spunti per pensarci e cercare le soluzioni da soli o con l’aiuto di esperi del settore.

Pertanto, oggi, questo che voglio sottolineare è uno dei momenti più difficili della nostra vita, affrontare un problema, convivere con i problemi, come li viviamo, come li dipaniamo? Alcuni si possono risolvere perché dipendono solo da noi, altri no perché entra in gioco l’atra parte, pertanto bisogna dare ad ogni eventuale situazione di difficoltà il nome che ha, se io ho fatto di tutto per risolvere, se non c’è soluzione perché non si riesce  a far ragionare … allora il problema dobbiamo chiuderlo, ma chiuderlo ed eliminarlo dalla nostra testa, cosa non facile, ma solo dopo aver fatto di tutto, continuo il mio cammino. Togliamoci i sensi di colpa e guardiamo le cose per quello che sono.

Ad aiutarci in questa riflessione entra in gioco la voce del Signore, il Capitolo 10 del vangelo di Matteo: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi”. (Matteo 10, 5-14)

Un testo ampio che varrebbe la pena leggere tutto, ovviamente sembra indirizzato solo a chi deve annunciare il Regno di Dio, agli apostoli, ma è, invece, una parola che vale per tutti noi, tutti siamo chiamati a costruire il Regno di Dio, ognuno secondo la sua vocazione e se ai discepoli è dato questa indicazione per tutti c’è l’impegno di affrontare la vita in modo nuovo, affrontare i problemi con una mente nuova, libera, aperta, consapevole.

Rispetto, disponibilità, non permalosità, tenere sempre una porta aperta, ma continuare il cammino e vivere rimettendosi in gioco, non aspettare l’altra parte, per sistemare un problema, non rimanere sulle proprie posizioni, fare il primo passo … non ci sono solo situazioni ordinarie alle quali noi diamo uno spunto troppo altro, ma ogni situazione va valutata alla luce di questa dinamica di vede e di vita.
@unavoce

 

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