Rinuncia con il cuore
È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio. (da Il Piccolo Principe)
Rinunciare è una parola ormai passata di moda, quando si parla di rinuncia si pensa a qualcosa di spirituale o di legato alla salute, ma rinunciare a qualcosa per un bene personale o superiore, per un valore grande o per una persona allora comprendiamo che la rinuncia diventa educante, forte, importante e non reagiamo come i bambini ai quali se si dice di non fare una cosa fanno apposta a farla, ma rinunciare a qualcosa è la strada per rafforzare il legame con quella cosa, perciò alla fine cosa risulta? Che rinunciarci, non serve a nulla. Vi rimando ora a una riflessione che prendo dalla newsletter di diventare felici.
“Se il medico ti dice che dovrai rinunciare ai dolci perché la salute te lo richiede, ci pensi spesso e così vivi quella privazione come una sofferenza. È molto probabile che il desiderio dei dolci aumenti proprio perché sai che dovrai privartene. Così è con ogni cosa, persona, relazione, cibo, pensiero, situazione, abitudini, gesti, comportamenti, hobby, mettici quello che vuoi. Più pensi a ciò che ti viene sottratto, proibito, a ciò per cui stai rinunciando, più quella sottrazione diventa per te un vuoto, una mancanza senza la quale avverti insofferenza. Ci stai male. Di contro, te ne leghi di più. Ed è proprio vero che è ti lega più un pensiero che una catena! Il punto come sempre però è capire. Per parafrasare De Mello, la felicità arriva quando si è in contatto con la realtà; non si possono scacciare le tenebre di una stanza con una scopa ma accendendo la luce. Come si accende la luce? Attraverso l’ascolto sincero di noi stessi, della nostra natura, delle nostre emozioni. Ma soprattutto, direi, della comprensione di queste ultime. Sono d’accordo con Madre Teresa di Calcutta quando dice che “Non bisogna combattere contro la guerra ma costruire per la pace”. Prova a “rinuncia volontaria” a qualcosa che ti piace con lo scopo di rafforzare la mente e comprendere le emozioni davanti all’oggetto della rinuncia. Così, come suggerisce Madre Teresa, dopo aver capito a cosa mi serviva quella determinata cosa, ho cominciato a costruire qualcosa di nuovo e positivo, ma non solo… Il punto quindi, non è più rinunciare, ma rendere la mia mente sempre più forte tanto da essere mia alleata e fare in modo che sia sempre io a scegliere senza rinunce ma con amore e forza. Quello che imparerai è che non solo diventerai più libera e forte, ma avrai una marea di possibilità che non vedevi oltre quella cosa. Ed è anche vero, che la prima, primissima cosa più importante che ha preceduto questo processo, è stata la scelta consapevole di voler fare questa determinata cosa. Ecco perché la costrizione non serve a nulla. Serve capire e nella comprensione, tutto è più chiaro e la strada è evidente”. (cfr. diventarefelici)
Abbiamo cercato di comprendere il senso della rinuncia, ora a conclusione vorrei invitarvi a leggere qualche versetto del Vangelo di Luca che vi riporto, per comprendere il senso profondo della rinuncia, quella vera, quella che fa crescere, quella che educa e ci fa persone vere, autentiche e protagoniste della nostra vita:
“Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. (Luca 14,25-33)
Questo vale nella vita e vale anche nella vita spirituale, non meno importante per essere e vivere veramente le nostre esistenze in modo pieno e vero. Gesù non obbliga nessuno, spiega e lo fa con il linguaggio delle parabole per entrare nel cuore e nella mente e far comprendere il vero senso delle cose che facciamo. Prova anche tu a vivere con questo stile, cambia stile di vita: dove c’è invidia metti stupore, dove c’è gelosia metti amore, dove c’è tristezza metti gioia, dove c’è noia, metti grinta, dove c’è critica metti impegno, dove c’è apparenza metti sostanza, dove c’è paura metti coraggio, dove c’è odio, porta pace … prova in questo modo a saper rinunciare a comprendere il significato, il perché delle cose, a scegliere la via giusta, a mettere al primo posto cosa vale veramente e sarai felici e farai felice.
La preghiera di San Francesco guidi la tua personale di oggi.
Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione,
dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché:
Se è Dando, che si riceve.
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.
@unavoce
Foto di Copertina: fonte