Riposo senza scollegarsi
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. (Giovanni 15,14-17)
«Leggete i grandi umanisti come Dostoevskij, un prete se non è umano non serve. Il clericalismo è una perversione del sacerdozio. I rigidi mancano di umanità» (Papa Francesco)
Credo che la dinamica del rimettersi in gioco, del fare una verifica del nostro cammino, della nostra vita, delle nostre scelte sia un atteggiamento indispensabile, non solo quando ci accorgiamo che le cose magari hanno un cedimento, ma dovrebbe essere lo stile di ogni vita, di ogni vocazione. Il matrimonio, il sacerdozio, ogni scelta di vita professionale o meno. La capacità di guardarsi dentro, di rinnovare quella scelta fatta e analizzare le cadute, i limiti, gli errori per migliorare è un’attività importante e fondamentale dell’essere. Questo vale nella vita e vale nel cammino spirituale della nostra fede. Talvolta la nostra spiritualità, la nostra religiosità si affievolisce, diventando abitudinarie, la svuotiamo con l’andare del tempo e le cause possono essere molte e per questo è necessario vivere la Chiesa, la sua Ecclesialità, la sua comunità, la sua assemblea per recuperare quando abbiamo cedimenti e cadute, quando lo spirito sembra non essere più al cento per cento. La fede di tutti, unita insieme, da la forza a proseguire a rimettersi in gioco a vivere la vita in modo vero e autentico, l’aspetto spirituale è inscindibile dalla quotidianità del vivere. Questo comporta un’attenzione e una sincerità personale interiore di confronto con il tuo padre spirituale che sia sacerdote, sposo/a o singola persona che vuole essere vera e protagonista della sua vita senza lasciarsi condizionare da ansie e paure, da problemi e tensioni.
In questi giorni mi è capitato tra le mani un testo del Papa che ha rivolto alla comunità di un Seminario, mi ha incuriosito la frase che vi ho citato in apertura così sono andato a leggere il messaggio al quale vi rimando.
Le parole del Pontefice se pur rivolte ai futuri sacerdoti, fanno bene anche a quelli più navigati, ma con lo stesso spirito e le stesse dinamiche penso possano essere utile per ogni persona, per ogni vocazione e per ogni comunità o gruppo. Far parte della Chiesa, di una Parrocchia, di un movimento non è per mettersi un’etichetta, ma per camminare sorretti l’uno dall’latro perseguendo degli ideali, condividendo dei valori, operando insieme con progetti e carità concreta e per fare questo il cuore, l’anima e la mente vanno educate, curate, seguite, alimentate. La preghiera, lo studio, l’esperienza di vita di Chiesa, sono la strada.
Si!, la Chiesa non è perfetta e tanto meno i suoi preti, ma è la via e la strada scelta da Dio per rimanerci accanto, quindi al di là dei limiti umani delle singole persone e della storia, il valore di essa è innegabile e intramontabile. La Chiesa continuamente s’interroga e si rinnova con e insieme, clero e laici, strutture e ideali e insieme prosegue il suo cammino. L’unica cosa alla quale sempre bisogna guardare è a Dio, al suo vangelo, questi sono immutabili e questo è lo scopo finale, non perdersi e tenere nel nostro cuore la presenza costante di Dio che mi ha salvato, che è morto in Croce per me e che mi ama indipendentemente da tutto e da tutti, le regole possono cambiare, ma questo rimane immutato, così come l’amore e la carità.
Ora, se questi sono i punti saldi, allora sarà importante che ognuno di noi segua il suo cammino con la sua comunità, con il suo gruppo, che riscopra la bellezza della preghiera perché senza di essa nessuna vocazione è al sicuro, nessuna scelta di vita è salva, ma solo nella preghiera e nel continuo verificarci si cresce e si affrontano le avversità, le difficoltà e i cedimenti del cammino, sia nella vita di coppia che nella vita personale e in ogni singola vocazione di vita.
Non perdiamo questa certezza, questo movimento, facciamoci aiutare da un sacerdote a seguire il nostro cammino, cerca il tuo Parroco, il tuo Cappellano chiedigli di parlarti di Gesù più che di organizzarti la gita al Santuario, senza nulla togliere alle iniziative che servono nella vita come ogni cosa serve, ma se in una famiglia non ci si rispetta che serve avere un castello e così è nella Chiesa e nella vita personale.
Facciamoci guidare da belle e utili letture dalla vita dei Santi, dagli studi sulla Bibbia e la teologia, leggi tutto, ma non dimenticare di leggere anche quelli che ti parlano di Dio. Tutto è discutibile ovviamente, ma se non conosci non capisci e se non capisci non vivi.
“Ho sempre inteso il riposo come un distogliersi dagli impegni quotidiani, mai come giorni di ozio. Riposo significa riprendersi: rigenerare le forze, gli ideali, i progetti… In poche parole: cambiare occupazione, per ritornare poi — con nuovo brio — al lavoro consueto”. (cfr. San Josemaria Escrivà)
Buon tempo estivo e di relax incentivando la partecipazione alla S. Messa feriale, con la lettura di una bella vita di Santi e con la tua verifica personale del tuo cammino di vita e di spirito. Coltivare l’amicizia con Dio ci aiuterà a coltivare l’amicizia e l’aiuto fraterno tra di noi.
@unavoce
Foto di Copertina: Spiaggia dell’Aeronautica Militare – Tagliata di Cervia