Costruire la “Casa comune”

 

Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. (Levitico 19,17-18)

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. (Santa Teresa di Calcutta)

Non chiudere gli occhi, non tappare le orecchie, non voltare lo sguardo e le spalle, non essere indifferente, non ci si salva da soli, non si vive da soli, ma solo insieme potremo veramente cambiare direzione e andare verso un tempo di pace e serenità per tutti, in famiglia e nella società. Abbiamo visto, con la recente pandemia, che nessuno è escluso o privilegiato, ma tutto è interconnesso. Troppo e troppo a lungo abbiamo guardato al nostro giardino invidiosi di quello del vicino e invece di coltivarlo con cura e amore abbiamo solo sparso veleno su quello dell’altro. Alziamo lo sguardo non solo per sperare ma per impegnarci affinché la speranza diventi una verità vissuta. Ognuno di noi è chiamato a portare il suo contributo con le sue forze, le sue capacità, le sue doti, le sue possibilità, questo non significa non dire le cose che non vanno, non far notare le ombre del nostro vivere, ma non dobbiamo però nasconderci dietro a un dito per evitare di impegnarci.

Tra pochi giorni saremo chiamati ad esprimer il nostro voto è un dovere al quale non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo rinunciare. La libertà sta nel rispetto, la democrazia sta nell’essere uniti e insieme condividere un percorso pur nella varietà dei colori. Ognuno scelga secondo il suo cuore e le sue idee, ma mai per egoismo ma pensando al momento storico che stiamo vivendo, pandemia, terza guerra mondiale a pezzi, guerre ovunque e la questione climatica che non può e non deve essere dimenticata. Partiamo con il rispetto reciproco, con l’allungare la mano, con il condividere e potremo veramente iniziare un’era nuova.

Ognuno è chiamato a fare la sua parte non è più il tempo delle lamentele e delle denunce ma il tempo dell’agire, del metterci la faccia, dell’iniziare da noi. Dal cambiare atteggiamento noi per primi.

Impariamo a convivere in serenità nelle nostre case avendo uno sguardo ampio, impariamo a condividere con gli amici senza farci problemi a lavorare con responsabilità e senso del dovere. Tutti, popolo e governati, lavoratori e datori di lavoro, fedeli e gerarchia, alunni e insegnati, ognuno faccia la sua parte con senso di servizio, come una vera vocazione, con impegno morale, etico, professionale. Impariamo ad avere dignità del nostro vivere, verso di noi e verso gli altri. Non chiudiamo la porta, non chiudiamo il cuore, non chiudiamo gli occhi e l’udito ma ricominciamo da capo a ripercorrere le strade di un mondo che ci ricorda che senza rispetto tutto è messo a rischio.

Ognuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, senza ansie e paure, senza stress e angoscia, senza fare i furbi per evadere dal nostro dovere, dalle nostre responsabilità, dal nostro impegno.

Il Presidente della Conferenza Episcopale Italina il Card. Matteo Zuppi, cos’ ci ricorda: “Tre le principali sfide a cui siamo chiamati a rispondere. In primis la pandemia, come opportunità per comprendere che “tutto è connesso”, che nessuno si salva da solo, che siamo tutti su quella stessa barca e che ciò che avviene dall’altra parte del mondo ci riguarda. Onorare la memoria delle vittime, di chi ha offerto la propria vita nel prendersi cura del prossimo e di chi sta “facendo i conti” con le conseguenze, è fondamentale, ma anche mettere fine a certi meccanismi malati e condizioni che hanno alterato gli equilibri ambientali e hanno permesso il passaggio del virus tra specie. Poi la Terza Guerra mondiale a pezzi, che si combatte dal Libano alla Siria, dal Medio Oriente al Myanmar, ai tanti Stati africani o dell’America latina, ma che in questi ultimi dolorosi mesi ha acceso lo spot sull’Ucraina, dove il desiderio egoistico degli interessi geopolitici sempre più legati alle fonti fossili sta distruggendo interi popoli e sta mettendo a rischio i principi della democrazia e i diritti umani. In ultimo il clima, la transizione ecologica giusta e nuovi stili di vita, al fine di ridurre i consumi e gli sprechi e mettere in atto il passaggio dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili, aumentando l’impegno nel raggiungimento degli obiettivi” (cfr. Vatican.va)

Con le debite proporzioni, con l’analisi attenta delle singole vite e vocazioni, con gli impegni personali e pubblici … ognuno faccia il suo dovere intelligente e con uno sguardo che vada al di là dell’orizzonte della propria vita, che rischia altrimenti di incatenare egoismi che portano a non costruire la casa comune a rimanere fermi e chiusi nelle nostre posizioni. Come cristiani e cittadini, non solo di questa Nazione ma del mondo, dobbiamo portare il nostro contributo, la nostra fede e la speranza che il Signore, Dio del Creato, ci ha offerto e ci offre con la sua Morte e Risurrezione e lo stile di questo cammino ce lo ricorda l’Evangelista Matteo:“In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo, 18, 19-20).

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte