Tornare al rispetto
“I farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli con gli erodiani a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo». Essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono”. (Gv 22,15-22).
Se leggiamo a ritroso la storia dell’umanità vediamo che sempre l’uomo nonostante tutto si è sempre complicato la vita, cercando di migliorare, di progredire, di evolversi invece di elevarsi ha creato limiti tra le persone mettendo paletti e convinzioni che invece di unire, con il tempo, ci hanno divisi. Storie e culture differenti date dalle zone geografiche hanno spinto i più evoluti, così si definirebbero, a cercare altro e nel trovarlo pensandosi migliori hanno oppresso e comandato sugli uomini ritenendosi figli più meritevoli degli altri.
Le culture, le tradizioni, le religioni ci hanno parlato di divisioni e invece di essere una ricchezza che nobilitasse l’uomo perché questo è il loro scopo vero, l’anno reso peggiore. Da sempre l’uomo cerca risposte alle cose, alcune le ha trovate, di altre no e di altre ancora non c’è risposta e credere in una entità superiore, qualsiasi nome gli diamo, invece di permetterci di vivere la vita pensando che non abbia fine ma si trasformi, ci ha portato a dividerci e a non credere. Ma nella vita se vogliamo di ogni cosa una dimostrazione non riusciremo a leggere nel il cuore ne la mente e non apprezzeremo nulla. Questa, la vita eterna, ed è la concezione cristiana, ma anche di altre religioni o filosofie di vita su tutto il pianeta. Il problema a questo livello che ci ha portato a conflittualità è stato voler convincere le persone a pensarla come noi, a vivere come noi credendo che la nostra sia la forma di vita migliore e così facendo abbiamo fatto guerre e grosse cattiverie tra di noi, invece di trovare punti di dialogo, cosa che oggi la Chiesa cerca di fare educando i cuori e le menti.
Il tempo passa, l’intelligenza aumenta, o così vogliamo credere, la conoscenza, la scienza aumentano ma il limite dell’uomo è nel suo cuore che pensa di per dominare sugli altri e questo sembra non cambiare mai. Le nature vanno rispettate per quello che sono e prima lo capiremo e prima avremo un mondo in pace e serenità, in fratellanza e condivisione su un pianeta sano e abitabile. Le leggi antiche o moderne che hanno cercato di dirimere la vita umana alla fine hanno posto dei paletti di divisione tra culture e tradizioni. Ora, la bellezza della diversità dovrebbe arricchire il genere umano e il buono essere a disposizione di tutti e riconoscere il male come tale in tutte le situazioni.
L’umanità non è tutta uguale eppure nel cuore dell’uomo si annidano le stesse cattiverie e le stesse gelosie, le ripicche e le permalosità, pensandoci gli uni migliori degli altri per stato sociale, per stato economico o culturale, ma questo se non cambia ci porterà all’estinzione.
Ci complichiamo la vita ogni giorno litigando, cercando di primeggiare l’uno sull’altro con disonestà e sotterfugi, furbizie e inganni, ma questo è il mondo è l’uomo? Non credo! L’uomo attorno a se a cose buone e deve imparare a riconoscerle e a non vederle come antagonismi nel possedere di più a scapito di altri.
Ci siamo complicati la vita pensando di star meglio e siamo diventati schiavi della vita stessa e delle sue regole che ci dovrebbero aiutare a vivere insieme, ma se non si parte dal rispetto reciproco non andremo da nessuna parte.
Riprendiamo in mano la vita e il mondo, rimettiamo al giusto posto i valori veri e condivisibili, rimettiamo al centro l’uomo e non l’interesse personale. Per noi credenti la fede in Cristo, ci deve orientare a costruire ogni giorno un mondo migliore, consapevoli dei limiti e coraggiosi nell’affrontarli per eliminarli con il dialogo, il rispetto e la tenacia nel credere nel bene e nel bello che c’è attorno a noi e dentro di noi.
Il Brano del Vangelo di Giovanni che vi ho riportato in apertura che sembra non c’entrare nulla con il discorso che voglio fare oggi con voi, invece orienta proprio il messaggio che vorrei far passare, quello del rispetto.
“L’atto di rispetto più nobile e davvero primario è quello di riconoscere il prossimo per quello che è: il riconoscimento dell’altro senza edulcoranti, aspettative, manipolazioni. La più comune mancanza di rispetto è invece quella che cerca di fare inciampare il prossimo su se stesso, sulla propria parola, sulla propria dignità. Così cercano di fare i farisei con Gesù. Così cercano di fare tante persone contro chi afferma una verità in cui crede, un valore o una virtù. Cercano di farti cadere. Gesù non cade, non afferma se stesso ma la verità delle cose. Il rispetto si fonda su quanto è dovuto a Dio. Il rispetto di se stessi si fonda sulla dignità che ci è stata data da Dio. Per questo offendere la dignità altrui è prima di tutto una offesa fatta a Dio: è peccato. La mancanza di rispetto è sintomatica della perdita del senso del peccato. Non è un caso che Gesù metta a confronto quanto è dovuto a Dio con quanto è dovuto al mondo, come le tasse. Il rispetto èuna questione di giustizia, non è una virtù ma un atteggiamento, un modo di stare in relazione. La virtù di fondo è quella della giustizia e il rispetto per se stessi, per gli altri e per Dio è un atto di giustizia, un modo per essere giusti davanti a se stessi, davanti agli altri e in ultima istanza davanti a Dio”. (cfr. amicidinet)
Impariamo a rispettarci e a rispettare gli altri e rispetteremo Dio. Il mondo passa, il cuore dell’uomo rimane, impariamo ad amare con il cuore e non con la mente e scorgeremo la bellezza che c’è dentro di noi e attorno a noi. Ritorniamo alla bellezza della semplicità.
@unavoce
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