per una vita cristiana autentica

 

“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità. E’ Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e in definitiva di conoscere Lui perché conoscendolo e amandolo possa giungere anche alla piena verità di se stesso (cfr Lettera Encliclica “FIdes et Ratio” di Papa Giovanni Paolo II).

 

Fede e vita, fede ed emozioni, fede e ragione sono possibili per una vita autentica cristiana? Una domanda, una provocazione e/o una risposta umile per suggerire, su questo modo di procedere e leggere la vita quotidiana alla luce della religiosità, alla luce della fede. Ti invito a leggere o rileggere la Lettera Enciclica Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II.

Qualcuno potrebbe pensare che valutare la vita solo con gli occhi della logica umana o psicologica e delle emozioni si perda di vista il messaggio centrale della nostra fede. Personalmente credo che non si possano disgiungere le due cose e dipenderà da noi, da come leggiamo la vita alla luce della fede che farà la differenza e questo non viene dal maligno ma solo dalla non capacità di stare con i pedi per terra e non ci aiuterà ad avere un cuore aperto alla volontà di Dio se non impariamo a conoscere noi stessi, per poi alla fine metterci e affidarci nelle mani di Dio.

Lo Spirito Santo non impone nulla a nessuno ma parla al cuore, all’anima delle persone che sanno farsi le domande e rimettersi in gioco. La fede è un dono che va coltivato e alimentato, la sola teoria non porta da nessuna parte. Importante credo sia quella di avere le idee chiare su cosa il Vangelo ci insegna e come dobbiamo calarlo nella vita. La bella celebrazione non porta da nessuna parte se non si vuole lasciare spazio a Dio che agisca nella nostra vita.

Difficile ovviamente ridurre questi concetti con poche battute, ma credere non è dire che Dio esiste, che per un credente è un’affermazione scontato, ma credere è fidarsi e affidarsi a Dio. Fidarsi di Dio, nonostante le nostre emozioni e le nostre razionalità o convinzioni. Questa è la vita e la fede insieme.

La testimonianza di fede quindi non come un problema di psicologia, ma supportata dalla vita delle persone. Non ci sarebbe testimonianza di fede senza una vita integrata e quindi la psicologia e la sociologia entra in gioco per definire la vita delle persone che si confrontano con la fede e la integrano nella vivere quotidiano sapendo che è un dono ma un dono da coltivare con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: conoscenza, studio, preghiera, … per arrivare alla testimonianza con la vita, una vita autentica dove non ci siano parole disgiunte da essa.

La vita cristiana non può allontanarsi dalla vita quotidiana, con tutti i suoi pro e contro, il Vangelo o lo si vive nel quotidiano o non lo si vive proprio, pertanto non si possono dimenticare le emozioni delle persone, i doni e i limiti con i quali ti confronti ogni giorno sono il cammino verso la perfezione, verso quello sguardo al cielo.

Quindi noi possiamo veramente essere testimoni se non nella misura in cui siamo uomini e donne autentici con la forza della fede che ci aiuta ad incarnare la vita di Dio in noi, attraverso  altri occhi, con un altro sguardo, sapendo gestire la nostra vita nei suoi pregi e difetti e mettendoci davanti all’azione dello Spirito Santo con umiltà e disponibilità affinché guidi il nostro cammino con un respiro aperto e grande.

Non si tratta di svendere i fondamenti della fede ma integrarli e leggerli nella vita perché lì il Signore li ha pensati e ci ha dato l’esempio.

Discorsi vuoti, celebrazioni sterili rischiamo di farci apparire come fuori dal mondo se non li leggiamo e li incarniamo, con rispetto delle tradizioni, nella vita senza, per questo, come dicevo, svendere il prodotto, perdonate questo linguaggio, ma per comprendere cosa intendo.

La legge è positiva e i comandamenti non sono un no alle cose, ma un si per uno stile di vita con Dio non sulle nubi ma con i piedi per terra, con le mani sporche, con l’odore delle pecore.

Le due dimensioni, verticale e orizzontale, della vita non le possiamo disgiungere ma nel momento in cui s’incontrano formano una croce e li sta alla nostra fede e il cammino come cristiani all’interno della vita della Chiesa, un cammino che passa dal calvario per farci giungere alla risurrezione alla vita nuova.

@unavoce

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