Noi l’abbiamo sempre detto: l’edificio della pace esige, anzitutto, la pace dei popoli con Dio. Per gli uomini non vale che una sola legge ed un solo fine: la legge dell’amore ed il premio dell’amore. Tutto il resto è menzogna e vanità. (G. La Pira, Conferenza mondiale delle città europee a Sofia (27 aprile 1972)

 

Come abbiamo già accennato sulle pagine virtuali di questo sito, l’anno inizia sotto lo sguardo di una mamma, la Madre di Dio, e come ogni mamma è attenta ai propri figli preoccupata e solerte nell’educare nell’insegnare, da lei lasciamoci guidare in questo cammino di crescita come figli buoni ed ubbidienti, amorevoli e desiderosi d’imparare.

Maria donna di pace e di amore a cui e attraverso la quale eleviamo la nostra preghiera a Dio vorrei ci portasse oggi a leggere un profeta dei nostri tempi un tempo trascorso da poco ma che illumina con la su avita e il suo lavoro anche le strade di oggi. Un laico, che la chiesa ha beatificato, Giorgio La Pira, forse molti di voi giovani non sa neppure chi è, ma per chi ha un minimo d’interesse sociale sa che è stato più volte il Sindaco di Firenze a metà degli anni 50 e poi sempre a metà degli anni 60 e vi rimando al sito della fondazione per avere maggiori e dettagliate notizie sulla figura di cui vi sto parlando e che ho citato in apertura perché credo possa essere un buon compagno di viaggio per conoscere e crescere nelle cose umane verso Dio.

Questo senso irreversibile della storia – il fiume storico avanza irreversibilmente, anche attraverso anse dolorose, verso la foce della pace, unità e promozione dei popoli – è il punto assiomatico, la stella polare che deve orientare la politica degli stati in questa fase finale (atomica, spaziale, ecologica, demografica) del mondo”. Per La Pira l’impegno per la pace è essenzialmente farsi coinvolgere dalla storia dell’umanità in funzione della storia sacra.

In un certo senso, non si tratta (o almeno non si tratta soltanto) di una presa di posizione etica contro la violenza della guerra, quanto piuttosto di una riflessione – che si approfondisce nel corso degli anni – sulla inadeguatezza della guerra di risolvere, nell’epoca attuale, i problemi conseguenti alle inevitabili tensioni dovute ai rapporti tra gli uomini e le nazioni. Per questo, quando Papa Giovanni XXIII scrive nella Pacem in Terris …alienum est a ratione bellum iam aptum esse ad violata iura sarcienda (è ormai inconcepibile che la guerra possa essere adeguata a ristabilire dei diritti che sono stati violati), sente confermato il proprio convincimento sul fatto che non è utopista chi crede nella pace e lavora per essa, ma è drammaticamente utopista chi si ostina a credere di poter risolvere problemi radicalmente nuovi con metodi irrimediabilmente superati. La sua azione si articola in varie fasi, a partire dai Colloqui per la Pace e la Civiltà Cristiana , ma soprattutto dall’intervento al Comitato internazionale della Croce Rossa e al conseguente Convegno dei Sindaci . Il suo impegno per la pace è strettamente legato al mandato di Sindaco poi a quello di Presidente delle Città Unite”. (Cfr.G. La Pira

Ora, alla luce di queste poche e scoordinate citazioni che mi sono permesso di riportare, spero di aver suscitato la curiosità per conoscere profeti, santi, uomini e donne note e meno note che con pazienza lavorano per la pace e che ognuno di noi al di là di pensieri e ragionamenti vari ci impegniamo a costruire la pace in ogni ambito della vita. Solo con la nostra pace dentro potremo costruire la pace fuori.

Bisogna tornare all’uomo, alla sua grandezza ed alla sua fatica; e col ritorno all’uomo si ritornerà anche a Cristo (Cfr. Giorgio La Pira)

@unavoce

 

Foto di Copertina: Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo, particolare