un ricordo personale

 

«Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo» (cfr. Testamento Papa Benedetto XVI)

 

Ognuno di noi conserva nella propria memoria situazioni, persone e posti che fanno parte della vita. Non sono certo io che deve parlare ma nello scaffale dei miei ricordi di una vita semplice ne ho ritrovato uno piccolo e insignificante, forse per chi legge, che risale a più di trent’anni fa e che in questi giorni dalla morte del Papa emerito Benedetto XVI è tornato alla mia memoria. Racconto questo perché credo possa aiutare me e voi a crescere sempre e di più nell’amore a Dio, nel servizio alla Chiesa ognuno secondo la sua vocazione.

Ero, allora, chierico nel Seminario della mia Diocesi e a Roma mi recavo durante i periodi di vacanza, dopo le feste di Natale e a cavallo della fine dell’anno, a trascorrere qualche giorno in visita alla capitale e a trovare un caro amico ecclesiastico della mia terra di origine. In quel contesto, in occasioni non ben precisate, recandomi o uscendo dalla casa dell’amico che abitava nel medesimo palazzo e sullo stesso pianerottolo, incontrai più volte l’allora Cardinal Ratzinger che con grande semplicità e un dolce sorriso rispondeva al mio timido saluto. In uno di questi incontri casuali mi chiese il nome e così nella timidezza della giovane età mi presentai e scambia poche semplici parole di cortesia. Lui sapeva che ero un chierico. Qualche anno dopo essendo diventato sacerdote rifeci il mio solito giro a Roma e ancora ebbi l’occasione d’incontrarlo e con la sua elegante delicatezza al mio saluto deferente mi chiese come stavo e gli dissi che ero stato ordinato qualche mese prima sacerdote. Nel farmi gli auguri con un tono di voce sottile mi disse: “nel cammino troverai tanti lupi, rimani saldo nella fede, Dio non ti abbandonerà mai”. Rimasi sorpreso di quelle parole che non compresi appieno, preso forse più dalla persona che dal contenuto delle sue parole.

Ora, rileggendo il suo testamento e ascoltando quella frase come in un flashback sono tornato con la memoria e non solo della mente ma anche del cuore a quei giorni e ho ripesato a quelle parole, al contesto, ai giorni, alle persone incontrate e insieme alla preghiera per loro e di alcuni di loro ormai in paradiso ho pregato e ho ringraziato Dio perché nel tempo ho capito quelle parole.

Ho incontrato luci e ombre e anche lupi rapaci nella mia vita umana e sacerdotale, ma ho sempre sentito accanto la presenza di Dio e sempre la sento in ogni attività e situazione che vivo e quando tutto sembra non trovare la strada la Sua mano diventa più forte e guida la mia povera vita.

Ognuno di noi nel percorso del suo cammino ha incontrato persone che hanno educato, altre che hanno aperto gli occhi, altre che sono state limite, ma oggi qui nel fare memoria di una papa  debbo onestamente dire che uomini ed ecclesiastici, alcuni di grande livello e rilievo della gerarchi conosciuti per caso o incontrati sul mio cammino mi hanno insegnato molto e soprattutto mi hanno insegnato a fidarmi del Signore. Uomini che nella loro semplicità nonostante i ruoli e gli incarichi hanno saputo trasmettere passione e amore per la Chiesa, perché abitati da Dio.

Così ricordo il papa emerito Benedetto XVI e con lui quelle persone di quei tempi e di quei giorni che sono già arrivati nella Casa del Padre.

La grandezza delle persone sta nella loro nobiltà d’animo, nella loro gentilezza e la loro alta preparazione aiutata dalla loro semplicità li ha trasformati in giganti della testimonianza e insegnanti autorevoli per ognuno di noi, una testimonianza che ci porta a servire e ad amare sempre di più la Chiesa di Cristo e servire con sempre maggior misericordia i fratelli.

Grazie.

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte e interna: fonte