“Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. […] Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco”. (Salmo 119, 105 e 129)
Lo scopo del mio scrivere se pur imperfetto e incompleto, in passato con giornalini di collegamento, poi con un blog e ora con questo sito, è quello di poter raggiungere tutti e stare accanto a tutti e in modo particolare alle persone a me affidate: la comunità e il personale al quale sono inviato come guida e assistenza spirituale. Di questi tempi, dove sembra più difficile avvicinare, coinvolgere e far vivere un’esperienza di Chiesa, questi strumenti possono esserci di aiuto per aprire una porta, per bussare al cuore, per porre domande più che risposte, per avviare un dialogo con discrezione per poi giungere all’incontro personale e all’amicizia che ci permette di conoscere e crescere insieme. In questa ottica, la Catechesi del Papa in questa sua Udienza Generale del mercoledì, dove parla di accompagnamento spirituale al termine di un ciclo di catechesi sul discernimento, mi sembra quanto mai efficacie e in linea con la mia povera e semplice presenza e l’umile lavoro nella “Vigna del Signore”, consapevole dei limiti e delle insufficienze, ma con la fede salda sapendo che Dio anima il cuore di tutti e “usa” tutti per costruire il Suo Regno.
Ora, leggiamo insieme qualche passaggio come occasione di riflessione e ti rimando al testo integrale della Catechesi di oggi, per una tua lettura personale certo che illuminerà anche il tuo cuore.
Papa Francesco ci dice di non temere di condividere la propria fragilità, ovviamente con le persone giuste, ma necessaria per trovare la strada giusta: “La fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza, noi siamo ricchi in fragilità, tutti, la vera ricchezza che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere, perché, quando viene offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, di misericordia, di amore. Guardati dalle persone che non si sentono fragili: sono dure, dittatoriali. Invece, le persone che con umiltà riconoscono le proprie fragilità: sono più, più comprensive con gli altri. La fragilità – io posso dire – ci rende umani. Non a caso, la prima delle tre tentazioni di Gesù nel deserto – quella legata alla fame – cerca di rubarci la fragilità, presentandocela come un male di cui sbarazzarsi, un impedimento a essere come Dio. E invece è il nostro tesoro più prezioso: infatti Dio, per renderci simili a Lui, ha voluto condividere fino in fondo la nostra fragilità”. (cfr. VaticanNews)
In questo camminare, ci ricorda che non siamo soli: “Non siamo soli, siamo gente di un popolo, di una nazione, di una città che cammina, di una chiesa, di una parrocchia, di questo gruppo … una comunità in cammino. Non si va al Signore da soli: questo non va. Dobbiamo capirlo bene. Come nel racconto evangelico del paralitico, spesso siamo sostenuti e guariti grazie alla fede di qualcun altro che ci aiuta ad andare avanti (…) altre volte siamo noi ad assumerci tale impegno a favore di un altro fratello o di una sorella, e siamo accompagnatori per aiutare quell’altro. Senza esperienza di figliolanza e di fratellanza l’accompagnamento può dare adito ad attese irreali, a equivoci, a forme di dipendenza che lasciano la persona allo stato infantile. No: accompagnamento, ma come figli di Dio e fratelli con noi”. (cfr. VaticaNews)
Le figure della Samaritana, di Zaccheo, della donna peccatrice, di Nicodemo, dei discepoli di Emmaus, che sanno riconoscere e rimediare ai loro limiti attraverso i discorsi di Gesù linguaggio di liberazione e salvezza che apre a loro una via nuova e l’immagine di Maria “Madre del discernimento”, così la definisce il Papa, che ci accompagna e ci consiglia, con lo stile tipico della madre di Dio: “parla poco, ascolta molto e custodisce nel cuore” e indica sempre Gesù, e le sue parole: “Fate quello che vi dirà” sono una consegna per tutti i cristiani” (cfr. VaticanNews), sono gli esempi, che possiamo farcela, per questo nostro percorso di crescita spirituale e umana. Conoscere le cose di Dio per viverle nel quotidiano ed essere autentici come uomini e cristiani, questo è il cammino che vogliamo percorrere.
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