Rimettere DIO al centro

 “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Genesi 1,1-2)

 “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7)

 

Il mondo, il nostro pianeta è vivo, respira, pensiamo alle stelle e al firmamento, al mare che sale e scende, alla terra che trema, ai vulcani che rumoreggiano, alle foreste che crescono, ai fiumi che corrono nei loro letti, alle montagne che salgono e qualche volta scendono. Il mondo ha una sua vita e su questa sfera vivente c’è l’uomo che ha le stesse caratteristiche: vive! con alti e bassi anche lui.

All’origine era tutto, forse, imperfetto ai nostri occhi, ma perfetto nell’ordine naturale e l’uomo usava della terra per vivere o sopravvivere e crescendo e conoscendo si è migliorato usando e rispettando sempre la terra perché comprese che dava a loro la vita e da vivere.

Il tempo, la voglia di migliorare e di crescere, di conoscere e capire ha portato l’uomo a usare delle cose della terra per elevarsi ed è cosa buona, perché la casualità di un mondo che cresce e si muove non danneggiasse la vita e nel rispetto reciproco questa dinamica è la dinamica della creazione, se rileggiamo il libro della Genesi, con gli occhi della fede, così come è stato pensato, scopriamo che l’Autore e la sensibilità del popolo, che si rivolge a Dio, legge la storia alla luce di questa fede, una fede in un Creatore amorevole e attento.

Ora, vuoi per il peccato originale, vuoi per la natura stessa dell’uomo dopo il peccato originale, tutto questo crescere l’ha portato ad evidenziare, da subito, la natura dell’uomo stesso: buono, capace, intelligente, ma anche con una zona di male che emerge pian piano attraverso la mancanza di rispetto verso il creato, il creatore e le creature e nascono le avidità di sentimento e di cose, pensiamo alla vicenda di Caino e Abele. L’avere di più, l’accumulare per un interesse portando a divisioni, litigi e cercando di avere sempre di più e non con uno scambio reciproco ed onesto, ma scorretto, nascosto, violento e le divisioni crescono: litigi, guerre, odi, sotterfugi, intrighi, sfruttamenti per avere più cose, più terre, più potere e per ottenere questo l’uomo si umilia a vicenda, bianco o nero, alto o basso, credente o non. Ideali, progetti, religioni, politiche tutte velate da interessi che invece di far crescere si rivelano poi solo interessate per qualcuno e alla fine dove manca la verità e il rispetto nasce il problema, il limite, la divisione e una terra decidiamo che sia da sfruttare e l’altra da far crescere, un popolo da schiavizzare e l’altro da governo e culture, tradizioni, stili di vita, invece di arricchire dividono l’umanità e in questo gioco del male anche la terra, che ne è il teatro, ne soffre e soffrendo ricade sull’uomo stesso dando limite a limite. 

Cose significa questo mio parlare a tratti chiaro, velato e astratto? Che dove manca la correttezza, il rispetto, il confronto, la voglia di bene per tutti e lasciamo spazio all’ egoismo, allora nasce il problema, un problema che non è di questo o di quello, ma diventa di tutti e se prima eri in alto, ora sei in basso e viceversa e alla fine chi vince? Nessuno! perché il bene non lo riusciamo più a vedere e del grande giardino tondo si rischia di far rimanere, poco e dell’umanità cosa rimane, poco! perché ci si combatte e invece di ricercare soluzioni per una vita migliore creiamo strutture che senza accorgerci ci rendono schiavi di noi stessi.

Immagino l’uomo quando scoprì il fuoco o la ruota, la gioia, l’utilizzo, il beneficio che ne ottenne e così giù sino a noi,  ma se avere la ruota che ci aiuta nel vivere diventa occasione per dire che io sono più grande, più potente di te e approfitto di te, allora questo che ne esce è il buio che abita la nostra anima e che non riesce a lasciarsi illuminare della bellezza di un cielo stellato, di un tramonto, di un profumo, di un volto di una persona e perde così il vero tesoro cercandone altri, ai nostri occhi limitati, più preziosi che riempiendo le tasche vuotano il cuore e il senso vero della vita.

L’equilibrio sarebbe avere l’una e l’altra cosa, tutti e per tutti e insieme costruire le possibilità di una vita dignitosa per tutti alla ricerca delle soluzioni dei problemi che di volta in volta la vita ci riserva e non dover creare alleanze, strategie per difenderci gli uni dagli altri, ma questo è il mondo che abbiamo e ora? Nulla però è perduto se vogliamo veramente alzare lo sguardo. Impariamo ad ascoltarci, a guardarci, a stimarci e ad apprezzare le cose gli uni degli altri senza invidia, ma con il desiderio di condividere. 

La fede, la religione, le discipline, le morali, gli studi ci devono aiutare a rialzare la testa e guardare oltre, scorgere la bellezza che abbiamo dentro e attorno, così come al centro della terra c’è un nucleo che vive e respira, così dentro questa nostra anima abitata lo Spirto Santo, Dio, quello Spirito dono di Dio all’uomo, quello Spirito di Dio che ci è accanto e se sappiamo ascoltare e rispettare ci racconta la bellezza della vita, una vita che parla di Amore, un’amicizia di Dio che si ripete dalla creazione sino ad oggi passando per Cristo e rimanendo in noi e con Lui attraverso la presenza dello Spirito Santo. Un vento leggero che ci accarezza e che ci ricorda che siamo amati e dobbiamo amarci e l’amore può essere vivace, ma se vero fa crescere e non uccide, non approfitta, non sfrutta.

Ripensiamo ai nostri atteggiamenti perché altrimenti il rischio è di fare un’analisi del mondo moderno o antico o futuristico solo in chiave d’interessi, invece credo che tutti noi dobbiamo cambiare il cuore e rimettere Dio al centro della vita e riscoprire in Lui come vivere nella verità, nella giustizia, nella concordia, nell’amore, nella condivisione.

Che posto occupa Dio nella tua vita? La risposta la deve dare ognuno di noi e determinerà il tenore della vita dell’umanità su questo globo fluttuante nella galassia. La tua fede, la tua religiosità, il senso del sacro, faranno scaturire il senso morale, della legge, del rispetto, della condivisione e daranno senso e valore sia alle persone che alle cose.

Per il cristiano questo non è solo un impegno ma è la via maestra insegnataci a Cristo. “Vivere di cose materiali, vivere per possederle lascia un vuoto, un’insoddisfazione che è la consapevolezza che non bastano alla vita del cristiano. Gesù, lui che è il tesoro nascosto e la perla di grande valore, non può che suscitare la gioia, tutta la gioia del mondo, di scoprire un senso per la propria vita, la gioia di sentirla impegnata nell’avventura della santità” (Cfr. Papa Francesco).

Questa è la strada per rimettere Dio al centro della vita.

@unavoce

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