Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo. 
(Romani 13, 11-14a)

 

E’ difficile credere che l’umanità sia così tremenda da non fare qualche cosa di bello, ovviamente non si può fare di ogni erba un fascio, ma strumentalizzati dalla comunicazione globale, che ci porta da una parte all’altra gestita dai poteri forti, sembra che non ci sia scampo dalla follia mondiale d’interessi di parte e nonostante i mille avvisi, i molti richiami, le differenti alzate di tono per la libertà, la pace, il rispetto, la fratellanza, sia da voci religiose che laiche, l’umanità sembra essere diventata sorda davanti alle follie di alcuni potenti, tali perché li abbiamo lasciati fare nonostante la storia di ieri e di oggi che ce li racconta e ce li ricorda e poi una calamità, come quella che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni o una guerra attenzionata o dimenticata, ci fa sobbalzare aprendoci gli occhi e invitandoci a svegliarci dal sonno e a reagire al torpore nel quale siamo caduti, forse più per egoismo e paura di un qualche cosa che non conosciamo e non riusciamo a gestire, che per latri motivi e così reagiamo con parole e azioni fini a una presunta comodità quasi per dimenticare o non pensare alle cose brutte che vediamo e che ci circondano, dai gesti insulsi di un bamboccione che non conosce la buona educazione e vuole farci credere che è spettacolo, a sciocchi proclami di giustizia mettendo a rischio la libertà e con rivendicazioni di potere e terre attraverso violenze immani in nome di religioni o politiche, pensieri o solo per dire che si è più forti dell’altro, o a sotterfugi illegali di gestione della giustizia e del potere, con soprusi di uomini che aggrediscono donne e bambini, di donne che si difendono accusando ma senza fare e così via e potremmo continuare e sicuramente qualche riferimento importante non lo conosco o l’ho dimenticato in questo mio monologo ad alta voce, monologo genere che va di modo e alcuni anche molto belli  e ne abbiamo sentiti di significativi che sembrano scuotere le coscienze per poi, purtroppo però diventare anch’essi occasioni di discussioni strumentalizzate e banali con giudizi superficiali e solo interessati ad avere attenzione per poi accorgerci che queste polemiche sono vuote e senza un messaggio vero, ma solo per il gusto di dire il contrario.

Purtroppo, cari amici, questo è il mondo è l’umanità che s’impaurisce e s’interroga sulle calamità naturali, incolpando Dio ovviamente, invece che se stessi dimenticando gli sfruttamenti e i soprusi fatti nel tempo, per poi rassegnarci indispensabilmente alla natura, che non dipende da nessun pensiero o interesse economico. Se invece di perdere tempo imparassimo dai nostri errori e dalla nostra storia e se studiassimo la terra e le sue vicende, di popoli e culture, sapremmo cosa fare e come fare invece di deturparla delle sue cose approfittando dei popoli.

Tutta questa lunga premessa, a voce unica, per dire che difronte ai drammi, in ogni società e cultura del pianeta c’è e si vede il buono e i valori emergono, l’abbiamo visto in questi giorni, ma anche in un recente passato, attraverso i soccorsi, l’impegno e la professionalità di tutti e di molti e ho pensato alla vera grandezza dell’umanità che sa fare e sa esserci e sa impegnarsi e sa dare il meglio di se e allora perché aspettare un dramma naturale, una guerra, un violenza per tirare fuori il meglio di noi e non essere sempre con queste capacità per vivere sereni e in pace? 

Dalle notizie di ogni giorno che ci vengono dei mezzi di comunicazione, emergono solo i limiti e le cattiverie e il bene, che viene fatto da persone semplici e che sanno essere grandi davanti ai fratelli, non vengono menzionati. E’ sempre stato così nel mondo delle notizie e là dove eventualmente vengono riportate, o non ci interessiamo o non hanno la stessa risonanza; siamo proprio strani!

Abbiamo bisogno di esempi e testimonianze più che parole e mi scuso perché io parlo e forse non sempre, anzi sicuramente, sono capace di testimonianza, ma credetemi spero che parole semplici e imperfette, come queste, possano svegliare le nostre coscienze per ritornare ad essere protagonisti della vita e della società.

Impariamo, aiutiamoci a reimparare tutti ad essere di esempio e far notare e richiamare le cose che non vanno. Non si può accettare più la maleducazione dei ragazzi e non solo, scusandoli, non si può accettare più genitori che difendono a spada tratta figli che meritano rimproveri, non si può vedere più politici, preti, professori, medici, professionisti interessati solo al proprio tornaconto, è ora di educarci l’un l’altro al rispetto, alla bellezza, all’eleganza del linguaggio, dei modi, dei gesti, del tempo.

Usciamo dai nostri schemi chiusi e limitati, apriamo la mente, rispettiamoci l’un l’atro, la diversità di fede, di pensiero, di vita ci deve aiutare ad essere migliori. Lo siamo, ne sono certo, dentro il nostro cuore ognuno di noi ha una grande potenzialità di bene. Ora è il tempo di farla emergere, di agire, di testimoniare, di parlare bene, di essere di esempio rispettando regole e indicazioni o cambiarle nel modo giusto, senza guerre e rivoluzioni, senza repressioni e violenze, ma con intelligenza e nel dialogo.

L’umanità ha bisogno di scuotersi di dosso la povere da cui si è lasciata coprire e combattere il male con il bene, parole maleducate con quelle educate, violenza con la pace, chiusura con apertura, cattiveria con il bene.

E’ il tempo di riscattarci e invece di fare polemiche e rimanere schiavi del pensiero di qualcuno, reagire con serenità, gioia, impegno nel bene e nel bello, nella solidarietà e nella condivisione, nel rispetto e nel dialogo sereno, ricominciare così un cammino diverso e contro corrente.

Da dove imparare? Dal Vangelo! E’ il linguaggio controcorrente che ci indica la vera strada per essere quello che siamo: persone buone e capaci di grandi cose per noi per, gli altri, per il mondo.

@unavoce

 

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