Liturgia dela Parola
come è perfetto il Padre vostro celeste
VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? (Mt. 5, 44-46)
Ci lasciamo affrancare nella fede dalle parole di San Giovanni Crisostomo: “E il suo discorso non si ferma qui, ma egli lo conclude citando le ricompense e lasciando ai suoi ascoltatori buone speranze, con queste parole: “Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ovunque è necessario, egli nomina il cielo per elevare il pensiero dei suoi discepoli: essi, infatti, erano ancora deboli e avevano ancora sentimenti grossolani. Consideriamo anche noi perciò, nel nostro animo, tutte queste istruzioni e dimostriamo amore anche per i nemici. Respingiamo la ridicola abitudine, che hanno molte persone prive d’intelligenza, di aspettare di essere salutate per prime da coloro che incontrano, trascurando così quanto può render beati ed esigendo, invece, ciò che è soltanto ridicolo. Perché non volete salutare per primi coloro che incontrate per via? Lo faccio – tu dici – perché quegli aspetta che lo saluti io per primo. Ma non è forse questa una buona ragione per affrettarti a salutarlo e così ricevere la ricompensa che Cristo ti ha promesso? No, – mi dici, – io non lo faccio, perché è l’altro che vuole questo da me. Cosa può esservi di peggio di un modo così stravagante di ragionare? Poiché egli – tu aggiungi – ha interesse che io mi tolga tale ricompensa, non voglio approfittare di questa occasione. Ma se sarà l’altro a salutarti per primo, tu non avrai più nulla da guadagnare, anche se egli renderà il saluto. Se invece lo preverrai, avrai fatto un affare della sua superbia e dal suo orgoglio mieterai un abbondante frutto. Non significa essere estremamente insensati privarci volontariamente di un concreto vantaggio, che potremmo guadagnare spendendo poche parole? Non solo, ma voi cadete nello stesso peccato che rimproverate al vostro fratello. Infatti se voi lo condannate perché egli attende di essere salutato per primo da un altro, perché volete imitarlo in questo atteggiamento che gli rimproverate? Perché credete di far bene, mentre fate quello che in lui giudicate essere un male? Vedete come non c’è nessuno più irrazionale dell’uomo che vive nell’iniquità. Ecco perché vi scongiuro di perdere questa cattiva e ridicola abitudine. Questa malattia ha diviso un’infinità di amici e ne ha fatti altrettanto nemici. Siamo dunque benevoli verso gli altri, prevenendoli nel saluto. Se Cristo ci comanda di sopportare gli schiaffi, di lasciarci prendere la tunica e di obbedire ai nostri nemici quando ci costringono ad affaticarci per loro, quale scusa potremo invocare, se diamo prova di un orgoglio tanto testardo, quando si tratta di dare un semplice saluto? Voi forse obietterete: Ma se noi gli renderemo questo ossequio, saremo disprezzati e beffeggiati. Ma come! Per non essere disprezzati dagli uomini, voi offendete Dio? E per impedire che qualche uomo folle, servo come voi, vi disprezzi, non esitate a calpestare la legge del Signore, che vi ha fatto tante grazie? Se è certo una cosa fuori posto che un uomo, simile a voi, vi disprezzi, è un’assurdità disprezzare Dio che vi ha creati. Pensate, infine, anche a questo: quando gli uomini vi disprezzeranno, ebbene, essi non faranno che procurarvi un più grande merito. Voi subite, infatti, quel disprezzo per Dio, perché avete ascoltato e ubbidito alla sua legge. Cosa c’è di più glorioso di questa sofferenza, e dove si troveranno degne corone per onorarla? Voglia il cielo che io sia offeso e disprezzato per il mio Dio, piuttosto che essere onorato da tutti i re della terra”. (cfr. dal “COMMENTO AL VANGELO DI S. MATTEO” vol. 1° di San GIOVANNI CRISOSTOMO)