Per un giardino interiore

 

“ … la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”. (cfr. Papa Francesco)

“La natura stessa è un’enorme opera d’arte”  (Klaus Littmann)

 

Nello scritto “Il Libro della Vita” di santa Teresa d’Avila, parla del giardino dell’anima che descrive così: “Poi viene il tempo dell’aridità, quando Dio ritira da noi l’acqua della sua grazia… un periodo in cui Dio vuole aiutare a tal punto il giardiniere da prendere il suo posto e da fare quasi tutto il lavoro. [L’anima allora] è rapita nella gioia. In un istante, il Giardiniere celeste fa crescere i frutti e li fa maturare in modo tale che essa può vivere dei frutti del suo giardino… Se questa terra è stata lavorata a fondo dalle prove […] che fanno comprendere all’anima che i frutti del suo giardino non vengono da lei stessa, essa gioisce dell’alta orazione di unione e può ormai condividere con gli altri i vantaggi spirituali che ha ricevuto senza depauperarsene”. (cfr. aleteia)

Questa citazione inziale della grande mistica del XVI secolo per affrontare, attraverso una lettura di quello che ci circonda, l’impegno a coltivare quel giardino interiore per accogliere e vivere con Dio.

Sullo scenario mondiale le situazioni internazionali di guerre, terremoti, incidenti, violenze sociali o private ci tolgono il fiato e da tutte le parti si alzano voci e riflessioni, discussioni e proposte per trovare quella pace così agognata dall’umanità e così difficile da far vivere. Troppi interessi di parte, giusti o no, che non creano quella necessaria armonia per vivere in pace in questo giardino che è il pianeta.

Si!, un giardino che ci è stato consegnato e che dovremmo custodire perché non è proprietà di nessuno ma bene da tramandare senza deturparlo. Concetti che conosciamo e che condividiamo idealmente ma che vengono disattesi puntualmente da tutti e non solo per colpa di qualche ideologia commerciale o almeno non solo per questo, anche se ne è l’aspetto più difficoltoso, ma forse anche e soprattutto per un disinteresse globale a tutto questo nonostante i richiami della comunità scientifica e non solo .

L’umanità, almeno quella moderna ed economicamente più alta, sembra dimenticare l’importanza del creato e della natura. Si parla di ecologia e di sistemi rinnovabili, si studia e ci si orienta ad avere maggiore attenzione, mille progetti da ogni parte nascono per sensibilizzare a questo, da progetti per l’acqua potabile, per la conservazione delle specie di ogni genere di vita, ma alla fine poi qualche cosa in tutta questa riflessione manca ed è la sensibilizzazione personale e l’attenzione alle piccole cose.

Ci lamentiamo, segnaliamo e gridiamo che l’Amazzonia, polmone del mondo, è stata deturpata, che i ghiacciai si sciolgono per il surriscaldamento del pianeta, ma progetti e attività che creano questi limiti continua ad esistere.

Le comodità che abbiamo, se da una parte ci aiutano o sembra che ci aiutino a vivere, dall’altra ci stanno distruggendo l’ambiente in cui viviamo.

Ora, questo ci deve portare ad avere maggiore attenzione e ad impegnarci in prima persona per la salvaguardia delle specie animali, per la natura, per le acque e i mari, i fiumi e i laghi e pur costruendo, progettando e studiando miglioramenti per la vita umana, non possiamo dimenticare le basi della vita, che se non usate in modo corretto, ci porteranno a un tracollo e non potremo lasciare in eredità al futuro quello che ci è stato consegnato dal passato.

Studiare il pianeta, il cosmo e le sue varie dinamiche, ci deve aiutare a trovare soluzioni meno interessate all’economia e più impegnate alla salvaguardia della vita. Mari da tenere puliti, dove la fauna marina possa proliferare e così in ogni settore.

Sulla scorta di tutti questi pensieri, che poco prendono la nostra attenzione se non occasionalmente o sollecitati da qualche evento bello o triste, vorrei riflettere per me e con voi sulla necessità di una educazione vera e concreata al creato perché amandolo amiamo l’uomo e viceversa e in esso rispettiamo e  amiamo Dio creatore. 

Si parte dalle piccole cose di casa nostra, dal nostra giardino, dalla strada in cui viviamo, dagli ambienti che frequentiamo, attraverso una corretta educazione, all’ordine, al decoro, all’attenzione alle piccole cose, un rubinetto lasciato aperto, una luce lasciata accesa, una macchina lasciata in moto …

Buttare la carta per terra, non rispettare le regole della raccolta dei rifiuti, gettare ogni cosa per strada o nei fiumi, anche i piccoli o grandi che passano nelle nostre città, al giardino comunale, piuttosto che quello privato, devo essere un’attenzione  per tutti e non di alcuni. Così facendo ci aiuteremo nel cerare e nello scoprire il creato come una vera opera d’arte da ammirare, da conservare e da poter godere. Un cielo stellato in una notte serena è uno spettacolo unico, un bosco con i suoi rumori e profumi, il canto degli uccelli, il gorgoglio dei torrenti, il profumo dei fiori, la bellezza delle coltivazioni delle nostre campagne, sono un museo d’arte naturale all’aperto che ci deve ricordare la grandezza che abitiamo e il rispetto che dobbiamo avere.

Non si cotesta imbrattando un muro, non si contesta gridando, anche forse, ma sicuramente essendo educati e rispettosi di ciò che è condivisibile da condividere sarà la migliore espressione di volersi impegnare per il bene comune e la casa comune. Nessuno è padrone dell’aria o dell’acqua ma tutti con attenzione dobbiamo costruire questo stile di vita. Attenzione in casa con l’uso delle cose che ci servono per vivere senza pensare che qualcun’altro ci penserà e al di là delle bollette che ci hanno attenzionato in qualche modo al rispetto dell’uso delle risorse è fondamentale per tutti e ognuno non lasciarci andare. I consumi dell’energia e delle risorse del sottosuolo, l’uso della natura e delle specie viventi deve avere un’attenzione fondamentale, sono il nostro futuro e la nostra vita.

Se l’uomo da sempre caccia per vivere e si ciba di quello che trova sulla terra e nel mare, non ci deve far diventare avidi ed egoisti sfruttando, ma nel ciclo normale della vita, usare dei beni nella giusta misura. Non è questione di vegano o di pellicce, di carne o di pesce, di verdure o di legna, … ma questione di usare tutto con parsimonia e criteri senza sfruttare. Le risorse del sottosuolo come quelle sopra, sono a disposizione dell’uomo e per l’uomo il problema è la misura. Il corallo fondamentale per creare quelle barriere che eviterebbero danni va conservato e se la sua bellezza diventa ornamento, va bene, ma lo sfruttamento diventa pericoloso per l’uomo stesso e così via per ogni situazione, ambito e realtà.

Crea allora il tuo giardino interiore per poter accorgerti di quello che ti circonda, per imparare ed educare al rispetto di tutto, dall’animale alle piante, dalla terra al mare, dal fiume al lago, dall’aria alla luce e educando il cuore educheremo lo spirito a riconoscere il dono che ci è stato fatto. Amare l’uomo e vivere in armonia ci porterà al rispetto di ogni elemento naturale che la provvidenza ci ha donato per viere bene il tempo che ci è concesso su questa terra. Nessuno è eterno e non pensare al futuro è solo segno di profondo egoismo. Tutto questo lungo discorso per dirvi che se non coltiviamo lo spirto la dimensione verticale della vita non riusciremo mai ad uscire da questa situazione di limite che l’umanità si porta sulle spalle. Il limite del peccato originale che ha condizionato la nostra vita. Coltivare questo giardino sarà l’inizio per scoprire o riscoprire che Dio ci ha offerto e continua offrici la sua amicizia e la salvezza ora ed eterna. Questa è la nostra fede e questo è il cammino che come comunità di credenti all’interno della Sua Chiesa dobbiamo compiere.

In apertura vi ho citato Santa Teresa d’Avila, occasione per leggere le sue opere e ora v’invito a leggere la lettura dell’Enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco, due letture che ci aiuteranno a costruire il giardino interiore e coltivare quello in cui viviamo.

@unavoce

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