“La Pacem in terris traccia una linea che va dalla pace da costruire nel cuore degli uomini ad un ripensamento del nostro modello di sviluppo e di azione a tutti i livelli, perché il nostro mondo sia un mondo di pace. Mi domando se siamo disposti a raccoglierne l’invito”. (cfr. Papa Francesco)

 

Il prossimo 11 aprire ricorrerà il sessantesimo anniversario della promulgazione dell’Enciclica “Pacem in Terris” di San Giovanni XXIII, Papa. Un documento pontificio che ha ancora una sua attualità e di cui necessita ancora di una profonda riflessione. In un mondo che non trova pace ma che nonostante il desiderio di volerla e cercandola in mille modi, sembra non riuscirci. Ancora l’umanità soffre questo dramma di guerre e divisioni, di lotte e contrasti, di tragedie e chiusure. Le parole del pontefice risuonano ancora vivaci e nuove come non mai.

Proprio in margine a questa ricorrenza, si è svolto in questi giorni a Roma promosso “dall’Ufficio della Pastorale sociale e del Lavoro della diocesi di Roma, in collaborazione con il ciclo di studio di Scienze della Pace della Pontificia Università Lateranense, un convegno”. (cfr. VaticanNews

“La grande capacità di Giovanni XXII di scorgere i ‘segni dei tempi’ ci conferma nel nostro impegno permanente a favore della pace, contro l’immoralità e la irrazionalità della guerra”. (cfr. Mons. Pesce)

“La pace non è soltanto assenza di guerra, ma è un insieme di relazioni positive tra gli individui e tra le comunità. Detto questo, il Papa non propone un ordine morale fisso ed eterno: delinea le condizioni, le basi morali della vita individuale e collettiva, e le propone a ogni uomo di buona volontà” (cfr. Aggiornamenti Sociali)

“«L’enciclica è più di un testamento spirituale, perché si rivolgeva a tutti gli uomini di buona volontà in uno spirito ecumenico che già stava permeando il Concilio Vaticano II», ha invece sottolineato Giulio Alfano, docente del ciclo di studi in Scienze della Pace dell’Università Lateranense, mettendo in evidenza il legame con la Fratelli Tutti di Papa Francesco. Il documento di Roncalli disegna la pace come «un diritto inalienabile dell’uomo» ed è alla base di un «mutamento culturale», che evidenzia che «non ci sarà mai pace senza una distribuzione equa delle ricchezze», che rigetta «la competizione come metodo di vita» e ribadisce il «ruolo importante delle religioni» nella ricerca della pace”. (cfr. G. Alfano)

Ora, avendovi citato qualche riferimento, vi lascio alla lettura dell’Enciclica. “Pacem in Terris”, può essere una buona meditazione in questo tempo di Quaresima per riscoprire la necessità di pace dentro di noi per poterla costruire attorno a noi.

@unavoce

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