Fede e Ragione con Carità

Credo ut intelligam, non intelligo ut credam (Anselmo d’Aosta – Sant’Agostino)

La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”. (cfr. Fides et ratio)

 

Con questa frase rielaborata da sant’Agostino e introdotta nel pensiero cristiano da Anselmo d’Aosta (un vescovo teologo e filoso medioevale) voglio indirizzarvi su un argomento non facile, il rapporto tra fede e ragione. Il Santo padre Agostino pensava che il rapporto tra questi due elementi non fosse escludere l’uno o l’altro ma che entrambi potessero intrecciarsi. Non entriamo a riferimenti differenti che potete trovare in studi specifici, soprattutto a confronto con Tertulliano, (scrittore romano, filosofo e apologeta cristiano) che sosteneva che la ragione umana fosse corrotta.

Agostino sostiene invece che solo chi ha vera fede può capire sino in fondo e allo stesso tempo la sola fede non riesce a comprendere sino in fondo tutto il mistero, pertanto fede e ragione si completano a vicenda. Per avere la piena conoscenza di una verità bisogna partire dall’atto di fede e su questo andamento potremmo leggere non solo il rapporto tra fede e ragione ma su ogni elemento del nostro vivere, penso in questo momento alla scelta di amore di condividere il cammino con un’altra persona o la scelta di una particolare vocazione della vita come il sacerdozio o la vita religiosa. Se vuoi sposarti devi avere la piena conoscenza  e compiere un atto di fede mettendo nelle mani di Dio il progetto e crederci profondamente con una fede incrollabile al di là dei fatti e delle situazioni e non che al primo disguido si abbandona la nave e così nella vocazione sacerdotale … ovvio che in questo percorso possono nascere dubbi e difficoltà e qui entra in gioco la fede e la fiducia in una scelta. Pertanto una volta compreso l’atto di fede si può allora capire meglio e applicare la ragione e solo chi crede veramente “può applicare la ragione fino in fondo, nel migliore dei modi. Però è solo con la ragione che si può comprendere l’atto di fede: è come se la ragione illuminasse la fede. E tuttavia la sola ragione non basta e cercare di capire Dio con essa, rifiutando l’atto di fede, sarebbe per Agostino come voler racchiudere in una ciotola l’intero mare; tuttavia, compiuto l’atto di fede, la ragione può illuminarci e farci comprendere meglio tale gesto, sì perché in fondo sia la fede sia la ragione per Agostino hanno origine divina”. (cfr. studentVille)

“Credo per comprendere, comprendo per credere”. Con queste parole, Sant’ Agostino, afferma che condizione e fondamento della ricerca razionale debba essere la fede; d’altra parte l’uomo, grazie all’intelletto, può accogliere e comprenderne meglio i contenuti. Tuttavia è opportuno chiarire prima il significato dei termini “fede” e “ricerca razionale”: il primo, per definizione, è “la credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive”; il secondo è un procedimento condotto mediante l’uso della ragione e che si basa su dati reali e appurati. Ciò che secondo noi è contraddittorio è il rapporto che lega entrambi questi termini: infatti se si ha fede in qualcosa, non si sente la necessità di dimostrare tale credenza, proprio perché è fondata sull’ autorità altrui (nel caso di Sant’Agostino, Dio) o su una convinzione personale. Dunque, ricordando le definizioni, si può affermare che la vera contraddizione sta nel tradire ciò in cui si ha fede cercando di dimostrarlo tramite l’intelletto”. (cfr. istitutocalvino)

Con queste premesse filosofiche e quindi non d’immediata comprensione, credo però che possiamo intuire il messaggio che questa frase, che ho riportato all’inizio, ha e con una analisi attenta possiamo intuire quello che ci vuole ricordare, una cosa fondamentale del vivere: non tradire, trovando scuse da una parte o dall’latra, perché umilmente ritengo che la chiave che unisce entrambi le dimensioni sia la carità, senza di essa ne fede ne ragione ci aiuteranno a vivere. Se non c’è amore, non ti appassioni, non ami e fatichi a credere ad ogni cosa e per ogni cosa desideri una dimostrazione. Se non hai carità rischi di essere superbo e pensare che solo una dimostrazione, un fatto provato, possa darti ragione di quello che dici e pensi. La vita è questa e alcune volte eliminiamo o l’una o l’altra per tirarci fuori da momenti difficili incolpando una delle due dimensioni.

Comprendete allora che il mio discorso non è ne accademico, non ne sarei capace e neppure necessariamente pastorale, ma solo umano alla luce della mia fede personale, fatta di cadute continue ma con la certezza che Dio mi ama  e che desidera la mia felicità. A Lui rispondo con la passione della mia via fatta di alti e bassi, fatta di regione e fede e viceversa, ma senza tradire la mia vocazione e cercando di sondare le cose umane con lucidità per rimanere sempre e comunque unito a Lui e pregando che possa diventare maggiormente immagine di quella Carità che Lui ci ha insegnato con la sua vita terrena.

La fede e la ragione sono le due ali per comprendere la verità due ali uniti da un corpo che è la carità.

@unavoce

 

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