Nell’ Omelia dell’Ordinario Militare
Come tutte le Diocesi del Mondo, il Giovedì Santo, nella mattina, si celebra la solenne Messa Crismale dove vengono benedetti i Santi Oli per la vita della Chiesa che attraverso i Sacramenti è accanto al suo popolo. In questo giorno i sacerdoti rinnovano le loro promesse di Ordinazione, anche la nostra Diocesi Ordinariato Militare si è raccolta attorno al suo Pastore per questo solenne e significativo momento e le parole del nostro Arcivescovo ci hanno indirizzato nella riflessione e meditazione di questo grande dono che è il Sacerdozio.
“Grazie, cari presbiteri, perché oggi ci ritroviamo tutti. Tutti! Anche coloro i quali non possono raggiungerci a motivo di malattia, impegni, lontananza dovuta al ministero e che vogliamo ricordare con particolare affetto, assieme ai confratelli che ci hanno preceduto in Cielo e vivono nella gioia la Pasqua eterna. Entrando in questa Pasqua, viviamo la Celebrazione di oggi come gratitudine. Una gratitudine che io per primo desidero esprimervi per quello che fate e che siete, come preti e come cappellani militari. Al contempo, quella di oggi è una sosta che ci aiuta a riflettere assieme sul senso del sacerdozio. Cosa chiede oggi il Signore a me presbitero? Che è come chiedersi: Chi sono io? Dove sono? A che misura arriva il mio amore per Cristo e la Chiesa? Sono interrogativi che fanno da sfondo alle domande poste dalla Liturgia per la rinnovazione delle promesse sacerdotali. Domande al cui cuore sta l’identità presbiterale, sempre di nuovo da mettere a fuoco, per essere sacerdoti secondo il Cuore di Cristo”. (cfr. Mons. Marcianò, Omelia Messa Crismale)
Rifacendosi a Papa Roncalli, Giovanni XXIII, Patrono dell’Esercito Italiano, il nostro Pastore ha voluto offrici la meditazione citando la “seconda Lettera Enciclica, nel centenario della morte del Santo Curato d’Ars, proprio ai sacerdoti, facendo memoria del suo sacerdozio” (cfr. o.c.)
E dalla riflessione di essa, quattro punti sono stati affrontati:
Ascesi e gratitudine – Mi piace pensare che non siamo solo noi a far memoria: è Cristo a far memoria con noi e per noi, ricordando il sacerdozio di ciascuno… L’ascesi di una povertà che esige che il prete abbia «il cuore libero»
Preghiera e coraggio – Nella preghiera, il fuoco dell’amore di Cristo ci consuma in una quotidiana e feconda rinunzia a noi stessi e ci spinge verso gli altri, nel dono totale a Lui che si rinnova e si accresce in ogni Eucaristia… donaci, Signore, la percezione della grandezza dell’Eucaristia che celebriamo e la perseveranza di celebrarla ogni giorno. Donaci il coraggio nella preghiera: un coraggio necessario a stare con Te nel Getsemani dei nostri dolori, fallimenti, difficoltà, rifiuti, accidie; un coraggio consapevole che Tu stesso, come per Pietro, preghi per noi, perché non venga meno la nostra fede.
Zelo pastorale e dolore – il senso di «responsabilità» per la «salvezza delle anime», fino al martirio della sopportazione; la carità «nei riguardi di coloro per cui deve rispondere davanti a Dio e per cui Cristo è morto!». Che bello rileggere queste parole avendo dinanzi agli occhi i volti e le storie concrete dei militari che siamo chiamati ad accompagnare, come pure le fatiche, le incomprensioni e i rifiuti del nostro ministero!
Unità e lode – È un canto di lode che mi piace immaginare sulle labbra della nostra gente, dei nostri militari. Giovanni XXIII invita a «pregare per i sacerdoti e contribuire, per quanto possibile, alla loro santificazione». È quanto chiede ai fedeli la preghiera che accompagna le interrogazioni: E ora, figli carissimi, pregate per i vostri sacerdoti… e pregate anche per me. In un tempo in cui vediamo il sacerdozio ancora minacciato da persecuzioni, violato da scandali, offeso da calunnie, emerge più luminoso il bisogno che voi, cari fedeli, preghiate per i vostri sacerdoti e che noi sacerdoti preghiamo gli uni per gli altri: una preghiera che tutti ci guarisce e tutti ci unisce”. (cfr. o.c.)
Cristo ci fa far memoria del dono che ci ha fatto ricordandoci di avere un cuore libro che si coltiva con la preghiera e in modo particolare con l’Eucarestia, con il coraggio di essere sempre davanti a Lui per non perdere il senso della responsabilità del ministero affidatoci con la carità del cuore di Cristo e la richiesta che tutto il popolo preghi sempre per i suoi sacerdoti che senza di loro non c’è Eucarestia e la preghiera diventa gli uni per gli altri secondo l’insegnamento di Cristo.
Queste le parole che mi hanno colpito dell’omelia del nostro Ordinario Militare che v’invito a leggere rimandandovi al testo integrale come occasione di riflessione per tutti e preghiera vicendevole. Il sacerdozio un dono non solo per la persona ma per la Chiesa per il mondo.
@unavoce
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