“Questo gioioso annunzio trova il loro autentico significato nel testo del Vangelo di Luca che descrive lo stupore di Pietro nel vedere il sepolcro vuoto e l’attestazione degli Undici che il Signore era davvero risorto ed era apparso a Simone (Lc 24, 12.34; cf. Gv 20, 3-10). L’apparizione del Risorto a Pietro e agli altri testimoni è il fondamento teologico della fede pasquale. Così lo ricorda il Catechismo: “Le donne furono così le prime messaggere della risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici. Pietro chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli, vede dunque il Risorto prima di loro ed è nella sua testimonianza che la comunità esclama: ‘Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone’ (Lc 24,34)”. (cfr. Vatican.va)

Gli incontri Pasquali, Maria Maddalena e l’atra Maria, Giovanni e Pietro i discepoli nel cenacolo, i discepoli in cammino verso Emmaus e “Ognuno di noi può continuare a meditare quegli incontri pasquali con gli altri testimoni della Risurrezione: le pie donne, san Tommaso, gli apostoli. Sono come tante luci su una realtà che ci supererà sempre, e che ci fanno intravedere ciò che il Cristo Risorto si aspetta da noi:

  • È sempre Lui che prende l’iniziativa e si manifesta scegliendo liberamente chi vuole;
  • Vuole essere riconosciuto e dà dei segni per farlo, ma non forza nulla. Lascia il Suo interlocutore libero di rispondere;
  • Questo incontro rompe tutte le concezioni sulla vita e sulla morte e ognuno deve fare un intero percorso riconoscendo la paura, il dubbio, la gioia, l’incredulità, lo sconvolgimento, e l’adorazione (alcuni non ci riescono);
  • Ciascuno scopre le proprie disposizioni interiori e comprende che l’amore è decisivo per avanzare verso di Lui;
  • Una volta riconosciuto, Gesù rivela che non è più morto ma vivo (parla, cammina, mangia) pur essendo Lo stesso, ma in modo diverso, perché padrone dei limiti di questo mondo;
  • Gesù inscrive la Sua Risurrezione nella storia di Israele e nella Sacra Scrittura, e ci invita a leggerle e a comprenderle alla luce dell’evento Pasquale;
  • Egli conduce dal visibile all’invisibile, dal contatto fisico ai segni, dalla presenza sensibile ai sacramenti in cui Egli si donerà, prima di tutto nell’Eucaristia;
  • I Suoi interlocutori capiscono che Gesù è molto più del Messia: “Mio Signore e mio Dio! “esclama San Tommaso.

Tutti questi incontri si concludono con una missione. Gesù affida a ciascuno la responsabilità di riferire questo incontro con Lui e di testimoniare la buona notizia della Salvezza. Gesù forma così i cuori e le menti per testimoniarLo, prima che lo Spirito Santo dia la forza di farlo. Tutte queste apparizioni di Cristo Risorto riflettono così ciò che è un incontro personale con Lui. Ognuno di noi è chiamato nei sacramenti, nella preghiera e nella vita intera. Gesù è per sempre nostro contemporaneo e anche noi siamo chiamati da Lui a raccogliere la stessa sfida dei Suoi primi testimoni” (cfr. aleteia)

Possano questi incontri ricordarci che dobbiamo sempre cercare il Signore, Lui si fa trovare a noi il compito di riconoscerlo e sicuramente nell’Eucarestia lo riconosceremo vivo e risorto per ognuno di noi.

@unavoce

 

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