La Speranza

  

“… sono le nostre sentinelle della pace: pattugliano la notte, perché il sonno dei deboli possa essere sereno, guardano di giorno, perché il volto possa sorridere, vivono con l’occhio vigile, perché tutti possano cantare al loro Dio la grandezza della vita. Questo il “lavoro” dei nostri uomini e donne in divisa…”. (cfr. unavoce)

 

L’Arcivescovo di Milano, in un recente un messaggio per la giornata dell’Università Cattolica, ha definita, l’Università e i giovani studenti, “sentinelle sul futuro”.

Mi ha colpito l’affermazione, perché non ha usato il termine “del futuro” ma “sul futuro”, una preposizione che si usa quando è riferito a qualcuno che compie un’azione, come fare la sentinella ed è riferita all’azione nel tempo, così ci spiega la grammatica italiana, a differenza del preposizione articolata “del” più discutibile come uso in questo contesto.

Ora, credo che puntare e scommettere, sulle giovani generazioni, non perché il futuro sarà il loro, ma perché ritengo che il presente è già loro, sia profetico, anche se molti lo dicono, però poi non c’è un seguito concreto. Pertanto è determinate ricordarlo, invitarli e aiutarli a indirizzare le loro energie e la loro creatività, determinazione e passione, sul futuro da vigilare, da osservare per non perdere nulla, ma vivendo il presente in modo dignitoso, pieno e nella capacità di coltivare lo spirto anima e cuore di ogni vera a zione e progresso. 

Mi tornano alla mente le parole della Sacra Scrittura che ci parla delle sentinelle: “Mi gridano da Seir: Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte? La sentinella risponde: Viene il mattino, e poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!” (Isaia 21, 11-12) e da questa lettura, non posso non ricordare il discorso di Giuseppe Dossetti (**) su Giuseppe Lazzati (*), al quale vi rimando per completezza e del discorso e dell’intuizione, che ci farà bene leggere. Due giganti della cultura, della politica italiana e della fede cattolica.

Torniamo a noi, il testo sacro, citato poc’anzi, non fa nessun accenno al giorno precedente, è la sentinella stessa che s’interroga. Ora, questo non significa dimenticare o annullare il passato, ma valorizzarlo nelle sue parti buone facendo un’analisi dettagliata di quello che è stato per fare ciò che è giusto, ora e domani. Un sorvegliare sul futuro in modo intelligente, orgogliosi delle proprie radici, delle proprie idee, della propria fede.

Quanto resta della notte? Quanto resta del buio, del male, dell’odio, della cattiveria, quanto ancora dobbiamo aspettare? Credo siano queste le parole che possiamo leggere tra le righe nello scritto di Isaia. La notte confonde, dissipa il cuore, allontana dagli ideali se non sappiamo vegliare, con il rischio altrimenti di cercare strade facili, senza far fatica, perché fare la sentinella è pesante è fastidioso è fuori moda. Vegliare, faticare, aspettare non sono i verbi di oggi, ecco perché i giovani devono recuperare, e noi aiutarli in questo, a “vegliare sul futuro” vivendo l’oggi, custodendolo, educandolo, animandolo. Vivendo con questa prospettiva, potremo fare la differenza in questo mondo distratto e che vuole annullare Dio.

Convertitevi!, Così termia la citazione del Libro di Isaia, una conversione che è ritorno e ascolto della voce di Dio per uscire dalla notte e non cercando nella notte i rimedi per superare la fatica, ma ritornando a Lui.

Così, come i nostri giovani militari sono le sentinelle della pace e della democrazia, della giustizia e della libertà, ognuno di noi dovrà essere sentinella là dove vive e con chi vive, costruendo quell’attenzione culturale e spirituale capace di avere uno sguardo alto e profondo che vada al di là dell’orizzonte e ridare speranza a noi e a chi ci sta accanto, al mondo.

@unavoce

________

*) Giuseppe Lazzati è stato uno storico della letteratura e politico italiano, docente di letteratura cristiana antica e a lungo rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dichiarato venerabile dalla Chiesa cattolica nel 2013.

**) Giuseppe Dossetti è stato un presbitero, giurista, politico e teologo italiano.

Foto di Copertina: fonte