vedere e valere

 

Una delle speculazioni di oggi che in qualche modo può condizionare la nostra vita, sia in un verso che nell’altro, è l’autostima. Chi si crede più grande del suo ufficio e chi si sottovaluta. Solitamente la mia esperienza mi dice che chi è una “capra” si crede un re e viceversa.

“Il tempo presente, dominato dal vivere superficiale, sembra aver dimenticato l’importanza decisiva di un’autentica e profonda conoscenza di se stessi. Alle radici della nostra storia e della nostra cultura vi è proprio il motto socratico “conosci te stesso”. Socrate non l’aveva inventato, ma l’aveva letto, stando a quanto riferisce Platone, sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e l’aveva assunto come guida della ricerca filosofica. Il pensatore, passeggiando per le strade di Atene, incalzava i suoi giovani interlocutori mettendoli nelle condizioni di scendere nella propria interiorità, conoscerne ombre e luci, moti profondi della propria anima, così da partorire la verità”. (cfr. lachiavedisofia)

Alla luce di questa premessa provocatoria, vorrei fare con voi una semplice riflessione su questo aspetto, aiutato dalla psicologia e dalla fede, perché credo sia un elemento chiave del nostro vivere e nonostante sia fondamentale si rischia di abusarne come accennavo in apertura.

I tecnici ci dicono che l’autostima è ciò che tu pensi di te stesso e una delle maggiori preoccupazioni è far vedere il nostro valore. Ora, qui le due parole sono importanti: “vedere e valore”.

Vedere che non è un semplice guardare ma è andare al di là dell’apparenza, cogliere il vero spirito ed essenza di chi siamo ed è questo quello che dobbiamo riuscire a far, vedere! Gli altri vedo quello che sembri e non quello che sei, e ce lo ricordava anche Leibnitz, un filosofo della metà del ‘600, perché noi possiamo vedere e parlare con una persona e non guardare e vedere solo quello che appare. Personalmente lo sforzo è conoscersi e riconoscere i propri pregi così come i limiti. La fatica di questo ci porta a emozioni negative, momenti di delusione e tristezza che rischiano di condizionare il vedere e il guardarci dentro per scoprire quali sono le cause. 

Poi c’è il valore, cioè che risultati abbiamo ottenuto, quanta credibilità presso il gruppo o la società, piace un po’ tutti apparire sulle luci della ribalta, quali le nostre vere capacità ed ovviamente saper leggere i nostri limiti, sono queste le domande che possono guidarci per recuperare l’autostima, quel senso della misura, i piedi per terra.

Il dubbio e la difficoltà però rimangono difronte alle varie situazioni della vita e allora poniamoci le domande: come noi reagiamo, in modo positivo o negativo? Facendo finta di nulla e non guardando? Non facendoci nessuna domanda? …

Gli psicologi ci ricordano che noi non siamo le nostre emozioni, però queste emozioni, di fatto le crei tu, e se il passato ti condiziona il rischio è non vivere il presente e non saper guardare al futuro in modo solare. Quindi per vedere il proprio valore vanno messi sul piatto della bilancia tutti gli aspetti della nostra vita. Tutto certamente si può fare meglio e se guardo il passato sono certo che leggendolo oggi non farei determinate cose e ne farei delle altre, ecc. , ma la verifica personale non è tanto in quello che ho fatto, che comunque serve per avere un piano di lavoro, ma il tuo vero potenziale, quello che sei o potresti essere, alla luce di queste attenzioni e non solo con lo scopo di apparire ma di essere è il saper vedere e non solo guardare, questo è fondamentale per la tua autostima.

Abbiamo tutti grandi potenzialità che sono in continua trasformazione e pur riconoscendole dobbiamo viverle senza pensarci degli eroi o dei martiri, ma conoscerle senza timidezza.

Importante è scoprire il proprio valore. Una cosa credo sia da ritenere: non difenderti o nasconderti mai in una categoria, “io sono fatto così”, No! ognuno di noi è di più di quello che fa vedere o che gli altri vedono.

In questo cammino siamo aiutati dalla fede è dalla fiducia. Fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e possibilità, fiducia nella famiglia, nella società, nella fede e quindi – perché ognuno di noi possa apprendere il proprio valore e tutti ne anno perché Dio ha tutti ha fatto dono di doti e capacità – è volersi bene e per volersi bene seriamente bisogna superare la paura o le paure della nostra vita, paure che diventano poi i nostri pensieri negativi che ci portano ad ansie, malumori, introversioni, litigi, chiusure.

Conoscere se tessi quindi sarà l’esercizio indispensabile da compiere per ognuno di noi per avere la giusta autostima sapendo vedere, ed essere persone di valore. Il pensiero cristiano, da questo adagio socratico, che abbiamo citato in apertura, ci porta con mano ferma a comprenderne il vero senso. Vi riporto un autore per tutti, sant’Agostino, il quale sostiene che l’anima è l’immagine di Dio “e proprio su di essa si incentra la ben nota tesi della necessità del rientrare in se stessi per trovare Dio. Va comunque messo in rilievo il fatto che, in vario modo, i pensatori cristiani mettono in evidenza anche l’aspetto della «limitazione» dell’uomo… Ma, in ogni caso, tutti i pensatori cristiani ribadiscono il concetto biblico dell’uomo come «immagine di Dio» … In conclusione, la “storia degli effetti” del «Conosci te stesso», rivela in modo sorprendente le implicanze e la portata di quell’«urto paradossale» contenuto nell’affermazione socratica, che già Kierkegaard ben metteva in rilievo: l’uomo, esaminando se stesso, viene inevitabilmente a urtare contro qualcosa di sconcertante: una possibile tangenza che l’uomo ha con la natura del divino, che per i pensatori cristiani consiste nell’essere l’uomo un’«immagine di Dio».” (cfr. Avvenire)

Da credenti, oltre che aiutati dalle scienze umane, facciamoci sostenere dalla nostra fede in Dio, Lui non “guarda” ma “vede dentro” chi siamo veramente, Lui sa del valore che ognuno di noi ha e la Sua vicinanza è lo sguardo alto che ci permette di reagire e di vivere in modo vero.

L’autostima è la consapevolezza di chi siamo vissuta con umiltà, pazienza, dignità, valore, giustizia, … l’autostima è accogliersi prima di essere accolto e Cristo nel suo cammino su questa terra ci ha insegnato questo stile, riportando le persone che ha incontrato alla loro autostima. Penso alla Maddalena, alla Samaritana, a Zaccheo, agli stessi discepoli … mai Gesù ha umiliato qualcuno, ma sempre ha offerto la mano e alla fine la vita perché ognuno di noi potesse amarsi come Lui ci ama e amandoLo imparare ad amarci gli uni gli altri.

Nel chiudere questi semplici e confusi pensieri vi segnalo un libro, che ritengo interessante e di facile comprensione che vi farà addentrare nello studio della filosofia, offrendovi spunti di riflessione: “Il mondo di sofia”.

@unavoce

 

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