Come vanno? 

“Nella vita non ci sono cose che vanno bene e cose che vanno male, ma cose che vanno”  (G.P.)

 

L’espressione citata in apertura credo sia, oltre ad essere molto vera, sia anche molto valida per fermarci a riflettere e fare un serio esame di coscienza, perché il rischio altrimenti è di condizionarci e di sfalsare la realtà portandoci a giudizi e pregiudizi sulle cose e le persone secondo i nostri gusti, se ci piace o meno una cosa, con il rischio di pensare che essere felici sia solo quando le cose vanno come lo diciamo noi senza mai metterci nella posizione di accogliere il diverso, l’altro, l’opinione differente e pur essendo in un mondo che si professa accogliente, aperto, disponibile, di larghe vedute, alla fine poi punta il dito sugli altri, le istituzioni, le situazioni o di essere retrograde, legato al passo senza accorgerci che siamo noi a non riuscire ad uscire dagli schemi di giudizio, di convinzione, di limite delle situazioni, giudicando o sparlando dietro.

Quindi le cose non vanno bene o male, ma “vanno solamente” e il bene e il male dipenderà da noi. Se ci piace una cosa, se siamo disponibili, se crediamo in quella situazione, allora andrà bene, altrimenti sarà andata male. Alla fine le cose se ci piacciono sono belle, utili, intelligenti, se ci danno luce e risalto, altrimenti saranno male e non solo, ma sarà un chiacchiericcio di malignità e di negatività che circonderà la persona, la cosa, l’azione, la situazione perché a noi non piace, quindi alla fine si confonderà la realtà con i nostri gusti. Quando sei negativo, quando vedi tutto male, quando ti lamenti di tutto e di tutti giudicando, puntando il dito, pensaci bene, tu come sei, cosa fai? Il rischio è di costruire pian piano dei muri che poi non riuscirai più ad eliminare e una volta costruiti i muri senza accorgerti ne rafforzerai continuamente le fondamenta e questo ti chiuderà, ti isolerà, ti allontanerà da tutto e da tutti.

Lo sforzo è vedere le cose in un’altra prospettiva, in un’altra logica, con occhi differenti scendendo dal piedistallo, uscendo dalle proprie convinzioni e opinioni o pregiudizi, guardando la situazione in un’altra prospettiva, sarà l’impegno che dobbiamo metterci. Se riuscirai a fermarti, a fare un respiro profondo, a non pensare di avere ragione solo tu, allora vedrai che il muro pian piano si sfalderà e cercherai una strada differente che si presenterà senza neppure che te ne accorgerai e diventerà un ponte. Un ponte difficile magari da costruire e anche da percorrere ma sarà la via, l’unica via per recuperare te stesso e la vita in una luce nuova. Più sari forte, piu sarai coraggioso, più riuscirai a vincere le tue riserve e più il ponte diventerà libero e facile da percorrere.

Non dimenticare, però, che il muro che hai costruito tra te e il resto del mondo e che ti circonda o il ponte che desideri costruire, sarà nella tua mente e servirà il tuo coraggio, la tua determinazione, la tua volontà di crederci, la tua fede, la tua preghiera affinché si realizzi. Guarda la tua vita, leggila con calma, guarda gli eventi, guarda le persone, i fatti e le cose belle e brutte che ci sono in essa: malattia e festa, morte e vita, dolore e serenità … sono il nostro quotidiano e spetterà ad ognuno di noi come accettarle e affrontarle, se con fede o con rabbia, con intelligenza e con il confronto, con la chiusura o con il dialogo, con la serenità o il pettegolezzo. Tutto questo dipenderà da te, da ognuno di noi, dalla tua voglia di essere felice, realizzato, contento nonostante tutto.

“non abbiate paura di costruire ponti tra le persone” … “Costruite ponti, non muri”. E poi: “Un ponte che possiamo realizzare qui e ora: stringerci la mano” (Papa Francesco) 

La tua fede in questo cammino umano di vita non può essere dimenticata ma va integrata nel quotidiano, la vita è fatta di questi due aspetti: orizzontale e verticale, il quotidiano e Dio e devono andare insieme. Le citazioni di Papa Francesco ci aiuta in questa prospettiva. La vita non cambierà solo perché non ti piace, ma cambierà solo quando accetterai la diversità, una visione differente e non si tratta di rinunciare ai propri ideali, ma di trovare negli ideali i fondamenti veri e non quelli che ci fanno comodo.

Il Signore della Storia, Dio che è Trino, in questa Trinità ci ricorda che la vita non è un assoluto ma una comunione: Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio non è senza nome perché alla parola “dio” nel tempo l’abbiamo attribuita tante cose e perosne, ma “Dio” ha il suo nome: Gesù e tra Lui Gesù e lo Spirito Santo c’è una comunione famigliare, un amore che si esprime nel donarsi, un amore che si sacrifica e se chi ci ama sino a dare la vita vede che l’oggetto del suo amore è triste come potrà trovarsi, come potrà sentirsi? Lasciati amare, sii felice, ama e donati ogni giorno questo è il ponte che devi costruire per far cadere quei muri che ti allontanano dagli altri, da Dio e da te stesso.

@unavoce

 

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