per conoscersi
Per costruire una comunità che sia famigliare, sociale, ecclesiale o di qualsiasi altro tipo è indispensabile conoscersi e conoscere per educare ed educarsi e capire noi stessi e ciò che ci circonda. In questa ottica, questi miei “pensieri disordinati”, vogliono in qualche modo offrire degli spunti per fermarsi a riflettere e leggere i vari aspetti del nostro vivere per arrivare alla dimensione religiosa e spirituale integrandola in quella umana in modo autentico, vero e pieno. La psicologia in questo ci aiuta e anche oggi ti rimando ai tecnici per affrontare più dettagliatamente questo tema.
L’argomento che desidero trattare è quello del “nervosismo”, molto diffuso anche se magari controllato. La psicologia ci dice che il nervosismo non dipende dagli eventi, dagli errori, da quello che ti accade nella vita o da quello che fanno gli altri e per le quali cose abbiamo sempre da lamentarci, da recriminare, da far notare, ma il nervosismo è invece un’emozione, una risposta emotiva a qualche cosa di tuo e non a qualche cosa che fanno gli altri ma a quello che noi pensiamo di queste cose che notiamo e che crediamo ci rendano nervosi.
“In realtà non esistono cose che ci rendono nervosi. Esistono “cose” che non ci piacciono. Cose che, quando accadono, giudichiamo male. E poi è questo giudizio che ci fa provare nervosismo. Sarà capitato anche a te di notare che qualcosa che “ti innervosisce” lascia sereni altri. O viceversa: altri si innervosiscono per cose che a te non fanno né caldo né freddo. Come mai? Semplice, non sono le “cose” a generare le nostre emozioni. Mai? Mai. Capendo questo, il nervosismo è un grande alleato: non parla della realtà, parla di te. Non ti dice che qualcosa non va, ti dice che tu la stai vivendo male. E se la vivi male dentro, la affronterai male fuori. E da qui altri problemi e altre “scuse” per innervosirti. Sai cosa faccio io quando sento anche un pizzico di nervosismo? Mi osservo”. (cfr. dalla Newsletter di diventarefelici)
Quante volte ci sentiamo nervosi, prima di un esame, prima di un incontro, per una determinata situazione che si è venuta a creare, perché le cose non vanno come diciamo noi … portandoci appunto al nervosismo, che poi solitamente sfoghiamo sulle persone più vicine, principalmente la famiglia.
Fatta questa semplice premessa l’impegno per costruire la nostra vita ed educarla sarà allora quello di “controllarsi” e usare questo stato d’animo in positivo per conoscerci meglio, per fermarsi, per riflettere su quello che sta accadendo e controllare quelle reazioni che rischiano altrimenti di essere esagerate ed esasperate. La prima cosa da fare è: Fermarsi! Quello che senti, che stai provando che ti porta al nervosismo, invece di dirlo scrivilo, fai un diario, scrivi le cose che vorresti dire, il nervoso che hai accumulato scrivilo nel tuo diario personale, fai la prova e vedrai che quando lo rileggerai in momenti differenti troverai e scoprirai cose nuove che ti faranno crescere.
Gesù scriveva sulla sabbia, mentre Scribi e Farisei lo incalzavano contro la donna sorpresa in adulterio, non perché fosse nervoso o in ansia, ma scriveva creando un clima di calma per far sbollire la folla e alla fine quando interveniva, con calma e pacatezza, la Sua risposta apriva gli occhi dei ben pensati o di quelli che credevano di aver ragione solo perché seguivano una norma o una morale.
“al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere con il dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù disse: Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. (Vangelo (Gv 8, 1-11)
Ma potremmo citare molti altri esempi come la parabola del paralitico: “salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini”. (Mt 9,1-8)
Il peccato genera invidia e l’invida porta al nervosismo e questo all’ansia. Impariamo allora a fermarci e a riflettere prima di parlare, prima di arrabbiarci, prima di perdere le staffe per cose che poi si possono risolversi in modo tranquillo, nel dialogo e nella serenità. Questo atteggiamento è quello da coltivare per la pace in noi, tra di noi e nel mondo e forse se tutti imparassimo a vivere con la serenità nel cuore non ci sarebbero guerre e divisioni ma dialogo e rispetto per tutti.
Verifica il tuo cammino, confrontati con la Parola di Dio, vai al Confessionale, parla con il Sacerdote, pensa a come vivi, a come ti comporti, a come reagisci davanti alle varie situazioni, impara a perdonare, a parlare con garbo e poi prega per chi non comprende, ti scoprirai capace di grandi cose.
@unavoce
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