Ad alta voce

 

Rifiutiamo tutto! Quello che ci viene detto, come vivere, le regole di casa o quelle della strada, della religione o della politica, a noi non va bene nulla! Genitori difendono figli maleducati e violenti che si comportano male, figli che non rispettano i genitori, alunni che non vanno a scuola e poi vogliono essere promossi … e se parliamo di religione peggio ancora viene definita medioevale perché non si condividono certi stili di vita o vengono ricordati i valori del Vangelo e chi punta il dito poi ci accorgiamo essere peggio di altri facendo trasparire una ignoranza notevole non sapendo leggere al di là del proprio naso, non sapendo valutare le cose e le situazioni con l’aggravante di fare anche peggio. Basterebbe farsi un esame di coscienza serio e intelligente, cosa che dubito riescano alcuni a fare, perché queste persone sono prese talmente da se stessi, dalle loro voci che non ascoltano veramente ma solo cercano riscontri pubblici e quindi tutto ciò che è regola diventa difficile. Parlano e giudicano le regole e ne impongono delle altre che a loro giudizio sono più moderne, ma cosa significa antico o moderno? Perdere i valori? O forse è sintomo di non averli affatto?

Crediamo alle carte, all’oroscopo, a questo o quel segno nell’aria, per terra, siamo superstiziosi, permalosi, crediamo a tutte le sciocchezze che girano nell’etere e nella carta stampata ma le parole della buona educazione, del rispetto, della convivenza libera, educata e intelligente nel riconoscere ruoli e funzioni, allora questo non c’è e non si crede.

Il problema oggi più di ieri è questo liberalismo che in nome di chi sa quali ideali poi si rifiuta tutto, si polemizza per tutto scagliandosi contro questa o quella situazione. Rimaniamo scandalizzati da una macchina che investe e uccide un bambino e dai genitori che difendono pure, senza rendersi conto che hanno mancato nel loro ruolo di educatori, per poi però incolpare chi ha supplito alle loro evidenti e macroscopiche mancanze, oltre la sfacciataggine di reazioni superficiali che dicono il vuoto assoluto, ma proclamiamo giustizia, diritti e pace scandalizzandoci della guerra, solo perché vicina a noi, ma non c’importa se uomini e donne muoiono in mare, se nelle nostre città ci sono episodi di razzismo, … siamo veramente un popolo strano, siamo solo dei profondi egoisti.

Un mondo e un popolo alla deriva, una umanità distratta, assente, riversa su sestessa, preoccupata a star bene senza accorgersi che si sta autodistruggendo e chi tra noi è “profeta” e lungimirante nel richiamare, nel far notare, nel ricordare come è che dovrebbe essere la vita insieme, richiamando al rispetto, alla collaborazione, alla fraternità, alla condivisione, all’amore viene criticato e non solo, accusato con luoghi comuni e banalità che solo gli stupidi riescono a concepire, perché neppure un analfabeta riuscirebbe a pensarli.

Questo è il nostro mondo, ma in tutto questo se ci lasciamo prendere la mano e ci rattristiamo, non riusciremo mai a risollevarci. Non c’è guerra o pandemia, carestia o inflazione, naufragi o delitti che ci faranno ragionare.

Abbiamo bisogno di recuperare quei valori fondamentali e semplici per i quali non serve né successo né denaro, né social né modernità, ma solo buon senso e amore che nasce in casa, in famiglia quella famiglia così criticata e che si vuole snaturare, pur con il rispetto di scelte personali che non sono in giudizio, solo che non possiamo chiamare tavolo la sedia o vicevera e quindi il linguaggio che usiamo non è un giudizio ma solo una definizione di un concetto o di realtà definite, che non possiamo non chiamare con il loro nome, un nome che racchiude uno modo e uno stile e dei presupposti inalienabili, ma qui non si tratta neppure di questo si vuole sovvertire la natura e i fatti e questi poi che vediamo tutti i giorni sulla cronaca sono i risultati: un mondo confuso.

Torniamo alla purezza della vita, alle cose semplici che partono dall’amore sincero in casa, dal rispetto reciproco, dalla condivisione, dal senso del sacrificio, dall’imparare il valore delle cose, dall’educazione, dal dire le cose come sono e come stanno, nel chiamarle con i loro nomi se pur convenzionali come è il linguaggio, ma che racchiudono un concetto chiaro. Prima di parlare di diritti dobbiamo imparare a rispettare i doveri verso noi stessi e verso quelli di casa, verso le persone ogni persona, verso le cose, le iniziative, così con gli amici, i colleghi di lavoro e così via … Solo con un impegno serio, dove il lavoro onesto produce frutto, che userò per vivere dignitosamente e non per vivere alle spalle di questa o quella situazione, sarà la strada che dobbiamo intraprendere.

Questi sono i valori intramontabili di ogni società democratica, civile e intelligente. Possiamo accusare chiesa, stato, scuola o quello che volete ma tutto questo parte da casa, dai genitori, dallo stile di vita che si da e s’insegna.

Riprendiamo seriamente in mano la nostra vita e proviamo a dare e fare agli altri quello che vorremmo ricevere e forse ci accorgeremo, con un po’ di umiltà, che non servono proclami, manifestazioni, contestazioni, comizi o altro ma solo un po’ di buon senso e tanto rispetto reciproco.

@unavoce

 

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