non criticare

 

«Ora io vi dico che d’ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato» (Mt 12, 36 – 37)

“Quelli che possono, fanno; quelli che non possono criticano le decisioni di quelli che possono.” (Stephen King)

Viviamo in un tempo quale siamo portati facilmente a esprimere giudizi negativi sugli altri. I social hanno accentuato questo comportamento, perché l’assenza fisica dell’altro davanti a me riduce l’inibizione e ci lasciamo andare senza grandi problemi nelle nostre critiche, a volte distruttive e persino maleducate. (Cfr. Famiglia Cristiana)

 

“Un uomo andò in giro a parlar male del saggio del paese. In seguito si rese conto del suo errore e andò dal saggio a chiedergli perdono, dicendosi disposto a fare qualunque cosa per rimediare al danno. Il saggio fece una sola richiesta: il pettegolo doveva prendere un cuscino di piume, aprirlo e spargere le piume al vento. Benché perplesso davanti a tale richiesta, il pettegolo fece quello che gli era stato detto e poi tornò dal saggio. “Mi perdoni ora?”, chiese. “Prima va a raccogliere tutte le piume”, rispose il saggio. “Ma come faccio? Il vento le ha già disperse!” “Rimediare al danno fatto dalle tue parole é difficile quanto recuperare le piume disperse”.(cfr. palcobarattolo)

Uguaglianza non significa massificazione e povertà non significa miseria. Chi non crede e anche chi crede, vorrebbe una Chiesa povera e per povera intende di soldi e di cose …, chi non segue politiche o pensieri, vorrebbe politici e pensatori onesti, corretti, idealisti con i piedi per terra … e così via. In tutti gli ambiti della nostra vita sociale si creano queste situazioni di poca fiducia nei confronti di chi è a capo. Permettetemi – al fine di educarci insieme a uno stile e a dei modi migliori le leggere e nel parlare degli argomenti senza allinearci allo stile della moderna società, uno stile d sospetto di mancanza di fiducia, di valori, di personalità – di fare un esempio, che i soldi siano usati in modo intelligente penso sia fondamentale, e comunque su questi bisogna sempre vigilare, ma che si appiattisca tutto invece non serve a nessuno. Per fare, per realizzare progetti, per aiutare bisogna produrre, il problema sarà cosa si produce e chi trae il vero beneficio, pertanto l’invito non è criticare senza sapere ma quando leggiamo di questa o quella situazione sarà importante andare alle fonti giuste, conoscere i fatti e non fidarsi mai della prima notizia che leggiamo qui e là, ma cercare le fonti ufficiali di ogni situazione che vogliamo conoscere, solo così sapremo cosa accade e cosa viene fatto veramente. Questo è il modo coretto per approcciarsi alle situazioni e per crearti poi il tuo pensiero. Vale per noi cristiani, in ordine alle cose della Chiesa, ma in ogni settore e per ogni persona che vuole parlare di un argomento o conoscere le cose e non parlare a vuoto.

Questi “tuttologi” che parlano senza sapere e solo poi per criticare sono i primi a pretendere senza dare e volere senza impegnarsi. Non è la croce d’oro a fare la differenza, la macchina, la casa … chi governa ha bisogno di strumenti, l’ostentazione non è educativa, ma la goffaggine altrettanto, una via media è sempre la cosa migliore.

Nessuno di questi “strilloni” guarda mai il lavoro che si è fatto e si fa, in modo particolare se si tratta della Chiesa Cattolica. Ovviamente nella massa c’è sempre il limite e questo è compito delle singole istituzioni sorvegliare. Quindi, come educatore credo sia importate ricordare a me stesso e a voi che prima di parlare sarà indispensabile informarsi, prima di supporre teorie balsane, leggere e studiare.

Per parlare della nostra Chiesa Cattolica, c’è l’abitudine di costruire castelli e vedere ombre dove c’è luce e non solo da parte dei chi non è cristiano. Non ci sono misteri o cose nascoste ma solo la storia del mondo che va avanti con i suoi pro e contro. La banalità di una povertà che rasenta la miseria non serve a nessuno, l’uguaglianza che appiattisce non porta da nessuna parte. Prima impegnati e fai la tua parte e a quelli che hanno una “parte”, il compito di dare opportunità, allo sfaticato ricordare l’impegno, al furbo ricordare l’onestà, al polemico ricordare l’impegno personale prima di pretendere, al prete il suo dovere, al politico il suo impegno … Di tutto e di tutti ci si può lamentare ma tu cosa fai? Stai a guardare però hai l’ardire di lamentarti ergendoti a giustiziere. Riboccati le maniche e inizia a produrre: pensiero, lavoro, impegno, solidarietà … Questi che puntano il dito sono quelli che poi criticano l’immigrazione, il governo, le chiese, la religione, la politica, la scuola, il lavoro … e non s’impegnano in prima persona. Ricordiamoci che i toni che useremo faranno la vera differenza nell’affrontare una situazione dando credito o meno alle tue idee.

Per essere protagonisti della e nella vita bisogna impegnarsi in prima persona e a ognuno il suo cammino, la sua vocazione senza distrarsi, senza invidie ma in qualsiasi settore sari avendo a cuore tutti perché carità, solidarietà, amore, passione, impegno, giustizia, dovere devono essere condivisi non solo da chi li ricorda ma da ognuno. In famiglia i genitori siano educatori, sul lavoro ognuno il suo ruolo, non puoi pretendere di diventare imprenditore se stai fermo a casa a criticare, non puoi essere persona di carità se ti limiti a criticare la chiesa o qualsiasi altro organismo impegnato in questo. Parlare per luoghi comuni, per critiche sterili, per lamentele puntando il dito sulle solite cose non produce nulla, impara a leggere tutto nel suo insieme, confronta i fatti e le cose prima di parlare, non dare nulla per scontato e soprattutto non confermare la tua ignoranza scrivendo sui social. Il rispetto parte dall’intelligenza e le pretese partono solo dopo l’impegno personale.

Un modo che critica tutto e tutti e non s’impegna, lamenta situazioni, lamenta le regole, ma non ne rispetta neppure una criticando l’impossibilità, non ha senso. Tutti vogliono tutto quello che hanno gli altri ma senza voler far fatica.

Questo mondo che desideriamo dobbiamo iniziarlo dentro le nostre case eliminando le divisioni, evitando accuse o litigi sterili e imparando invece a ringraziare.

La povertà messa a confronto con la vita che viviamo in occidente sembra scandalo, ma senza questa neppure l’aiuto che c’è ci sarebbe, perché l’uomo è egoista. Ora il richiamo è importante, il far notare è utile, la misura nelle cose è fondamentale ma criticare per non impegnarsi poi in prima persona serve solo a tirarsi fuori e pretendere senza muovere un dito. Prima di parlare pensa, prima di sentenziare ragiona, conosci, studia, impara e impegnati in prima persona e non pretendere da altri. Fai quello che dici e imita quello che fai, certamente è una regola per tutti ma al professore che insegna, al politico che propone, alla religione che richiama, è sottointeso che deve viverla per primo. Se studi e ti prepari avrai certo maggiori opportunità di essere guida per altri, ma se non fai nulla almeno non dare fiato a parole vuote, (troppi ne abbiamo visti anche recentemente) volgari e ignoranti, cioè che ignorano le cose e vedono solo l’apparenza. Il mondo oggi è una vetrina senza sostanza non allinearti a questo sii più intelligente, sii te stesso.

“A volte, infatti, quello che ci infastidisce negli altri richiama quello che in realtà non accettiamo in noi stessi: siccome non vogliamo guardarlo in noi, lo critichiamo negli altri. Altre volte invece gli altri ci danno fastidio perché hanno quello che noi non abbiamo e che invece vorremmo avere”. (cfr. famigliacristiana)

Impariamo tutti a non criticare selvaggiamente, ma a conoscere i fatti e le situazioni prima di parlare e poi impegnati a ragionarci sopra nel rispetto reciproco pur rimanendo nelle proprie opinioni, ma la logica e i fatti sarà importante conoscerli prima di parlare. Quindi prima di criticare e puntare il dito vivi quello che pretendi, usa le parole per il suo verso altrimenti saranno come piume al vento, come parole oziose.

@unavoce

 

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