Una, Santa, Cattolica e Apostolica

“La Chiesa sarà credibile testimone del Vangelo quanto più i suoi membri vivranno la comunione, creando occasioni e spazi perché chiunque si avvicini alla fede trovi una comunità ospitale, che sa ascoltare ed entrare in dialogo, che promuove una qualità buona delle relazioni”. (cfr. Papa Francesco)

 

Parlare di Chiesa oggi più di prima si pensa al vaticano, la sede dove vive il Papa e dove si concentrano tutti gli organismi che guidano la Chiesa Cattolica Universale pensata in un piccolo stato sovrano che permette al papa di essere e operare nel mondo se non come capo spirituale almeno come capo di uno stato e poter così arrivare a tutti e oggi nel pensiero comune si vede solo questo e il potere, una riflessione di molti che superficialmente si avvicinano a questa realtà ma anche pensiero di tanti che sono della comunità cristiana senza fare lo sforzo di vedere al di là delle strutture umane il servizio che svolge alla cattolicità e al mondo. Riascoltiamo per un attimo il testo del Catechismo della Chiesa Cattolica che così dice:

«Questa è l’unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica».  Questi quattro attributi, legati inseparabilmente tra di loro, indicano tratti essenziali della Chiesa e della sua missione. La Chiesa non se li conferisce da se stessa; è Cristo che, per mezzo dello Spirito Santo, concede alla sua Chiesa di essere una, santa, cattolica e apostolica, ed è ancora lui che la chiama a realizzare ciascuna di queste caratteristiche. Soltanto la fede può riconoscere che la Chiesa trae tali caratteristiche dalla sua origine divina. Tuttavia le loro manifestazioni storiche sono segni che parlano chiaramente alla ragione umana. «La Chiesa – ricorda il Concilio Vaticano –, a causa della sua eminente santità […], della sua cattolica unità, della sua incrollabile stabilità, è per se stessa un grande e perenne motivo di credibilità e una irrefragabile testimonianza della sua missione divina». (Cfr. CCC 811-812)

E’ facile puntare il dito e vedere i limiti ma per servire il Vangelo è indispensabile la fede, una fede salda, una fede incrollabile se pur con qualche vacillamento dobbiamo amare la Chiesa, riconoscere la sua storia, leggere ombre e luci e fare valutazioni oneste e corrette senza parlare attraverso luoghi comuni e discorsi obsoleti e banali fini a se stessi che non trovano fondamenta se non nell’acredine di molti in particolare quelli che si sentono traditi o esclusi. Lo sforzo che dobbiamo metterci è dare voce a parole che sappiano di bene e valutarle e lo dico non tanto a chi è lontano o a chi non crede ma a noi credenti e a noi pastori prima di tutto.

Abbiamo la cattiva abitudine di giudicare senza sapere, di parlare senza conoscere, di agire senza pensare. La vita della Chiesa, dalla sua fondazione ad oggi, ha vissuto momenti difficili e complessi e momenti di trionfo, come molti usano ricordare, ma il trionfo che deve emergere è quello del Vangelo, della fede, del bene, dell’impegno per gli altri, per i cristiani, per tutte le religioni, per il mondo. La Chiesa che Gesù ha voluto, chiamando i dodici apostoli e sulla scorta di quella chiamata la successione che da quel giorno ad oggi arriva sino a noi, è la Chiesa che dobbiamo amare e costruire. Le strutture umane subiscono i cambiamenti dei tempi e va da se che sia logico e normale per quanto attaccati al passato o ad alcune tradizioni, ma quello che non tramonta mai è il suo messaggio, è il Vangelo è Cristo è questo quello che insieme, come comunità di salvati attraverso la morte e risurrezione di Cristo, dobbiamo vivere tra di noi e con gli altri senza distinzione e nel rispetto reciproco.

L’azione della Chiesa nel e per il mondo a tutti i livelli da quello pastorale a quello diplomatico, economico, culturale, evangelizzatrice, ecumenico … è per costruire il Regno di Dio, quel Regno dove la pace e l’armonia, la fratellanza e l’uguaglianza sia per tutti. Attaccare o criticare la Chiesa per i suoi “tesori” o i suoi “errori” o come vive, certo può far comodo e sicuramente molto dobbiamo ancora imparare, correggere e vigilare “ad intra”, ma è parte di quel cammino di conversione e di costruzione della vita spirituale che senza quella umana non riusciamo a vedere.

Il bello e l’arte che molti fanno notare appartiene alla storia essendo l’istituzione vivente più longeva della terra e pur cambiando le simbologie e le ritualità rimane una ritualità che non passa ed è la Sua Presenza nella Parola e nell’Eucarestia che ci fa muovere in tutte le direzioni per servire l’umanità a ritrovare la sua vera anima di figli di Dio. La diversità di culture, di tradizioni, di pensiero se da una parte sembra dividerci in una ottica nuova potremmo scorgervi la ricchezza vera della Chiesa e delle Chiese.

Il Papa come Vicario di Cristo in terra designato in san Pietro e giunto sino a noi, secondo delle norme che rispettano una tradizione assicurandoci la successione apostolica dove lo Spirto Santo agisce e guida, stanno alla base, pertanto  l’obbedienza al Papa e ai suoi successori e ai nostri Pastori ci permette di camminare nel solco del Vangelo.

Nella mischia, ovviamente non tutti sono santi e non tutti perfetti, anzi nessuno ma questo non diminuisce il valore della Chiesa di Cristo. Ai Pastori e agli organismi pensati per guidare la Chiesa di Cristo, il compito di sorvegliare e se c’è un tempo per seminare e raccogliere, un tempo per togliere la zizzania e bruciarla, c’è anche il tempo di amarla e servirla, cosa che ai molti sfugge.

Lo Spirito Santo lavora in essa e nel cuore di ogni uomo e donna e anche dei Pastori, chi sarà capace di ascoltare con il cuore sarà in camminare verso la santità, che se fatica a realizzarsi nella sua totalità, non manca però a proporci figure sante per alimentare quella dimensione della nostra vita che distrattamente talvolta o sempre dimentichiamo, quella dello Spirito che non sta vicino alla testa ma al cuore. Se la Fede è un dono che Dio offre a tutti, a noi però il compito di accoglierla e viverla senza sprecarla facendola crescere nel terreno buono e non disperderla nei rovi o sulle strade sassose del nostro egoismo.

A noi cristiani il compito di gioire della nostra Chiesa, di sostenerla, di aiutarla, di seguire le indicazioni, di pregare e di annunciare il vero messaggio di Cristo che è nel Suo Vangelo quel Vangelo che non annulla la Bibbia ma la completa e la realizza, perché da Dio proviene a Lui dobbiamo tornare.

Lasciamo agli studiosi di approfondire, ai teologi di pensare, ai moralisti e canonisti di indicare … ma di tutti dobbiamo avere un grade rispetto, riflettiamoci e studiandoci sopra, non partiamo con la contestazione, con il dubbio, con il pensare necessariamente male, impariamo lo stile di Gesù mite e accogliente, misericordioso e pietoso, aperto e laborioso, non adattiamo il Vangelo a noi, ma noi al Vangelo. Le nostre scelte di vita siano conformi al Vangelo, viviamo secondo il Cuore di Cristo attraverso la vita di preghiera, di azione e di lavoro che la Chiesa, dalla Sua fondazione dagli Apostoli ad oggi, fa per ogni uomo.

Ama la tua Chiesa, sii gioioso, ama il Papa, il tuo Pastore prega per loro, impegnati in prima persona a lavorare per il bene comune, secondo le tue possibilità e la tua vocazione, sii sposo fedele, sacerdote santo, laico vivace, cristiano testimone, operaio leale, datore di lavoro rispettoso, cittadino modello, insegnate serio, discepolo attento … ognuno viva il suo “status” con coerenza, genitore e figlio, amico o collega, lontano o vicino … Non scandalizzarti per una croce o un anello, una chiesa o un’attività che sembra fuori dal consueto, da una iniziativa vecchia o nuova, ma vivi del bello che in più di duemila anni la cristianità ha costruito nella cultura, nell’arte, nella letteratura, nel sociale … leggi i momenti bui per quello che sono, contestualizzali e tutti insieme impariamo a fare tesoro per superali e non ricadere nell’egoismo e nell’errore.

Fedeltà a Cristo è fedeltà alla Sua Chiesa, al Papa, ai successori, dagli Apostoli sino all’ultimo sacerdote ordinato e a noi pastori di questa Santa Chiesa che pur peccatrice, perché fatta di uomini, l’attenzione, la preghiera, il confronto e l’obbedienza per operare sempre nel bene, nella giustizia e nella verità.

La comunione che il Papa ricorda, nella citazione che vi ho riportato in apertura, sarà la via maestra per vivere il Vangelo e testimoniarlo nel quotidiano e in tutte le attività, nessuna esclusa, dell’uomo dal cosmo al pianeta, ad ogni popolo e nazione, ad ogni singolo essere vivente che abita questo grande giardino che il Creatore ci ha donato.

@unavoce

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