Presenza e servizio

 

Durante la mia preghiera personale mi sono imbattuto nel testo evangelico del miracolo dei pani per quattro mila persone, un testo che parla di coraggio, di fede, d’impegno, di ascolto … e ho pensato anche al servizio che svolgo. Essere sacerdote e Cappellano Militare non è, come molti ben pensanti credono, una comodità ma è un servizio che racchiude una capillarità e un lavoro di cesello che non è facile e tutt’altro che comodo. Nelle Diocesi territoriali si parla di “unità pastorali”, realtà nate per la mancanza di sacerdoti. I nostri Vescovi hanno dovuto affidare a un solo sacerdote più comunità, più parrocchie. Questa realtà da noi si chiama “estensione d’incarico” ed è presente da sempre, dovendo provvedere a tutte le comunità militari sparse sul territorio nazionale e nelle varie missioni all’estero o attività internazionali. Una dimensione che oggi chiameremmo sinodale, di confronto e dialogo, di annuncio e di apertura. Un servizio che ci porta non a una comunità ben definita ma a un gruppo di persone di varia estrazione, fede, cultura e proprie opinioni. Le parrocchie territoriali sono frequentate da chi desidera e al parroco, certo il compito di essere in dialogo con tutti, ma si ritrova la comunità, per noi come presenza, la Chiesa ha pensato a un servizio spirituale rivolto alla comunità militare senza esclusione di alcuno per il loro peculiare servizio, pertanto la necessita di un’attenzione maggiore attraverso schemi differenti dal tradizionale concetto di Parrocchia, ne meglio ne peggio solo una differente apostolato che alcune volte rassomiglia di più alla parrocchia ed altre di più ad un primo annuncio in terra di missione. Pertanto se per molte diocesi è una novità recente, per noi questa è una prassi antica che si rinnova continuamente per offrire sempre una presenza, un nuovo volto, un stile di “Chiesa da campo” e questo ci permette di rendere la nostra “Diocesi Castrense” sempre più evangelizzatrice e missionaria, sempre più “in uscita”. 

Le parole del Vangelo di Marco che vi ho citato, sono prese dal capitolo 8 e rileggendo del miracolo dei pani mi ha suggerito una lettura spirituale di questo particolare servizio che vede anche me con una estensione d’incarico impegnativa con il rischio di essere superficiali, così nella preghiera ho trovato la risposta a come impostare questo presenza di “Chiesa in uscita” e in dialogo con tutti, senza mancare e nel mantenere i ritmi di preghiera e formazione personale. Non quantità ma qualità di presenza.

Molti confratelli potrebbero contraddirmi e non sono qui per aver scoperto l’acqua calda o dare risposte o giustificare scelte se non hai miei superiori, ma solo raccontare la mia esperienza a beneficio delle mie comunità, per intrattenermi con loro su queste pagine virtuali, per spiegare il tipo di presenza in questa porzione della Vigna del Signore.

Preghiera, carità, annuncio, cultura, formazione, sacramenti, liturgia, … sono parte del cammino cristiano e presenza, attenzione, disponibilità, dialogo … per il servizio spirituale offerto a tutti quelli che lo desiderano. Come sempre la risposta ai nostri dubbi e difficoltà … arrivano dallo stile di Gesù, della Sua Parola. Il poco diventa dono, il poco condiviso diventa miracolo, il poco con la collaborazione di tutti diventa salvezza. 

“Nell’Evangelii Gaudium Papa Francesco propone quattro principi utili al discernimento in tutti i campi della realtà sociale e in modo particolare li offre affinché l’opera di evangelizzazione contribuisca «allo sviluppo della convivenza sociale e alla costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune ». (cfr. EG 221) Quattro principi che orientino la Chiesa ad essere sale della terra e luce del mondo, così che nel suo rinnovarsi mantenga desta l’attenzione sul perché esiste, «il fine ultimo della missione altro non è che di rendere partecipi gli uomini della comunione che esiste tra il Padre e il Figlio nel loro Spirito d’amore». (cfr.  Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 2: AAS 58 (1966) 948)”. (cfr. diocesidivicenza)

Questo il compito della Chiesa e dei sacerdoti attraverso e in tutti gli ambiti della vita dove l’uomo è inserito. Così con questi pensieri ho organizzato questa presenza senza sentimi mancante ma con la gioia nel cuore e una fede salda che diventa più salda per la consapevolezza della mia povertà e miseria personale che il Signore trasforma in lavoro e annuncio continuo.

Con queste premesse e pensando a come arrivare a tutti in modo efficace con il poco che ho di me stesso, mi sono guardato intorno e ho chiesto e visto mani allungate in ricerca, così – senza entrare nel dettaglio perché non è questo lo scopo di queste mie parole, ma solo quello di sensibilizzare e spiegare – per i momenti celebrativi: il pane spezzato ogni giorno sull’altre del Signore (la S. Messa) quotidianamente nella Chiesa Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” e occasionalmente nelle altre sedi. Per tutti: all’inizio e durante i “Tempi Forti” (Avvento e Quaresima), per il Santo Natale, la Santa Pasqua e nelle feste del Santo Patrono, momenti alcune volte condivisi con altri reparti e altre volte unici per ogni singola realtà. Presenza nella vita del reparto: ricorrenze, feste, commemorazioni, eventi particolari. In ogni ente: un referente come collegamento per tenere uniti i gruppi eventuali in preparazione ai Sacramenti, in modo particolare ma non solo o per informazioni e incontri. Infine un utilizzo mirato attraverso i mezzi di comunicazione: Newsletter, e-mail, un sito e i maggiori social diffusi.

Se nel Vangelo di Marco abbiamo visto l’agire di Gesù, la Sua sfida, il Suo indicare lo stile ai discepoli, il Suo saper coinvolgere tenendo presente con tenerezza la vita di chi lo seguiva, allora questo il nostro stile. Poco abbiamo, ma quel poco unito diventa missione, servizio, comunità, presenza, amore e annuncio dell’Amore di Dio ad ogni uomo.

@unavoce

 

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