Cristiano

“Essere contemplativo nell’azione, competente, irradiare la speranza della fede, non lasciarsi scoraggiare dalla burocrazia … avere un rispetto assoluto per la dignità umana e promuovere una cultura di solidarietà e dialogo”. (cfr. padre Krystian Sowa sj)

Oggi abbiamo bisogno di santi in giacca e cravatta“. Ricorreva in questi giorno l’anniversario della morte di Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Europa, una figura notevole di grande spessore umano e religioso di cui si è aperta la causa di beatificazione.

Leggendo di lui e su di lui riflettevo sulla necessità, in questo tempo travagliato non differente da molti altri nella storia dell’umanità ma che vede essere carente di figure di spessore o quelle che lo sono non comprese dalle masse, una difficoltà che è caratteristica dei profeti di chi vede lontano e tutto ciò ci pone in una riflessione di verifica e di ricerca di pensiero e di programmazione che ci deve aiutare a recuperare la grandezza che ogni persona e ogni popolo ha in se.

Il recente viaggio del Papa in Mongolia c’è l’ha ricordato popoli antichi e con grande tradizioni e storie che non devono essere dimenticate e perse nei fumi e nebbie del tempo contemporaneo. Recuperare la bellezza dell’appartenenza dei singoli ruoli, dell’impegno concreto nella vita sociale e personale ridando colore a quei valori intramontabili che hanno fatto dell’umanità la sua grandezza è l’ideale che vogliamo sottolineare.

Popoli nobili che hanno costruito il mondo non solo evidenziare i limiti e i difetti ma dare rilievo delle varie ricchezze culturali religiose spirituali politiche e sociali che vanno recuperate per educare a formare “santi in giacca e cravatta”, persone che nei vari ruoli della vita siano veri testimoni.

Abbiamo bisogno di sacerdoti santi che educhino, sacerdoti testimoni pastori e guide serie capaci di andare al di là dei singoli interessi e leggere la vita con gli occhi della fede, con gli occhi di Dio per educare alla santità quotidiana.

Schuman andava alla S. Messa tutti i giorni pregava la liturgia delle ore, uomo di studio e di pensiero cresciuto nella semplicità della sua famiglia. Forse questo ci suggerisce che recuperare qui valori che oggi sembrano dimenticati o obsoleti perché non alla moda, sia invece la strada per avere un popolo capace d’impegno di dedizione di servizio e di creatività.

Studiare e leggere la storia, conoscerla e rifletterci sopra ci aiuterà a non perdere le varie ricchezze che popoli e nazioni, singoli e privati, famiglie e professionisti hanno in se e condividerle per costruire non solo un Europa ma un mondo nuovo. Rinnovare gli ideali recuperare le forze aprire dialogo e confronto sarà il cammino che dobbiamo compiere. Iniziamo subito, ognuno di noi nel suo quotidiano nella sua vita con la sua vocazione nella sua città nel suo posto di lavoro nella sua famiglia.

Chiediamo a chi guida popoli e nazioni di recuperare questi valori educhiamoci a non perderli ed educhiamo le giovani generazioni a dare valore a questi aspetti della vita.

Senza la ricchezza interiore senza la capacità di valorizzare la dimensione spirituale e culturale non andremo da nessuna parte sarà solo un grande mercato di vendi e compri per gli interessi di alcuni, ma noi vogliamo un mondo migliore, persone attente rispettose educate eleganti capaci di stupirci l’un l’altro e non per cronache orribili ma per notizie belle coinvolgenti esaltanti per tutti.

Leggiamo di questi statisti come Schuman, La Pira, don Sturzo per citarne alcuni del passato che conosciamo, possono insegnarci molto. C’è un passato che va recuperato, uno stile che va acquisito per chi tra noi ha ruoli pubblici e per chi si prepara a servire le comunità sia civili che religiose, è lo stile della passione dell’impegno della fede che forse oggi mancano per cui lamentiamo la carenza di veri e autentici statisti e santi, profeti e uomini di governo capaci di credere, vivere e testimoniare con coraggio.

@unavoce

 

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