Con alcune regola

Senza Regole ne religiose ne sociali non si va da nessuna parte

 

Senza delle regole nella vita si rischia di seguire solo le emozioni e fare quello che vogliamo a discapito di qualche cosa o di qualcun’altro arrogandoci diritti che non meritiamo e questo non è certo il modo corretto per vivere insieme, se manca il rispetto non si andrà da nessuna parte.

In questo periodo mi stanno capitando sotto gli occhi grandi stranezze sui social, legati alla religione e alla Chiesa: chi la odia, chi sa solo giudicare, chi la beffeggia, chi la insulta, chi parla senza verificare le notizie con affermazioni superficiali e infondate e anche all’interno di essa differenti modi di interpretare il messaggio di Cristo, dalla liturgia al pensiero teologico, dalla predicazione alla catechesi, alle opere di carità… non ha caso il Signore ha voluto la Sua Chiesa fondata sugli Apostoli e ha posto a capo di essa Pietro e da allora sino ad oggi la successione ci permette di essere fedeli a quella volontà.

La nostra fede è nel Dio Trino ed Unico ed è l’azione dello Spirito Santo che guida la Chiesa e anche, dove nel tempo e nella storia, nei singoli o nei gruppi, ha commesso errori lo Spirito del Signore ha suscito profeti e santi capaci di riportare la Chiesa nella giusta rotta. 

Questo lo dico perché è fondamentale rispettare le regole, obbedire al Papa e ai nostri pastori. E’ vero, lo Spirto soffia dove vuole e ogni cultura e tradizione ha le sue caratteristiche, ma non dobbiamo dimenticare che in ogni cosa c’è e ci deve essere la giusta misura, il giusto equilibrio. Nella Chiesa non c’è destra o sinistra, conservatori o progressisti o meglio non dovrebbero esserci nel modo che li vediamo esprimersi. Le differenti opinioni devono convergere nel magistero della Chiesa proprio con quello stile di “sinodalità” che in questo periodo ci viene ricordato.

Se ci sfugge di vista questo, allora o ci allontaniamo o diventiamo intransigenti creando delle simulazioni di Chiesa: chi balla, chi si veste in modo strano, chi dice Messa nel mare, chi fa della preghiera comunitaria un paradigma di esaltazione e non di fede, chi denuncia questo o quello senza quel garbo e quella discrezione che invece il Signore ci ha insegnato quando scacciando i cambiavalute dal tempio ha voluto riportare alla sua natura originale il luogo e le persone. Il giusto equilibrio in tutto è e sarà la strada maestra, consapevoli che ognuno di noi ha limiti e difetti ma anche dei doni e pregi.

Pertanto credo sarà importante proporre momenti di preghiera o attività di formazione, di ritrovo o di animazione in modo intelligente, decoroso senza dare spazio a una creatività che rischia di sfiorare “manie” o interpretazioni superstiziose. C’è un eleganza che non costa nulla e che dimostra il livello di sensibilità delle persone, c’è una bellezza che non è apparenza ma che ci viene dalla tradizione bimillenaria della Chiesa che sa coinvolgere al mistero di Cristo in modo equilibrato.

Essere cristiani è anche questo, poi possiamo contestare, dire e commentare questo o quel discorso o intervento, ma giudicare e criticare tutto e tutti – e lo dico per primo a me stesso, ma anche alle mie comunità – non è la strada che porta al Signore. Mi fermo a riflettere solo su questo aspetto, ovviamente la Chiesa vive e opera in tutti i settori della vita ed è presente in ogni ambito del vivere umano e ha il dovere d’intervenire ricordando ai cristiani i principi fondamentali e a tutti ricordare il rispetto dell’uomo e del creato in una dinamica di condivisione.

Vedere liturgie e preghiere, chiese o iniziative che non hanno un dignitoso decoro o sono una esagerazione, per uno spirito di modernità da una parte o di conservazione dall’altra, diventa estremismo del concetto e non aiuterà il popolo santo di Dio a comprendere e ad amare e imitare il Signore. Dico a me sacerdote, prima di tutto, che sarà la nostra preghiera e la nostra vita a fare la comunità cristiana e la Chiesa, una preghiera e una vita rispettosa delle regole uguali per tutti. Essere misurati nelle parole, nei giudizi con le persone o sui social, sarà importante affinché questi strumenti ci supportino nella nostra missione senza diventare un palcoscenico di questo o di quello per dire tutto e di più di tutto senza essere bigotti, senza essere fanatici da una parte o ridicoli e dall’altra, ma rimanendo equilibrati.

Basta seguire lo stile di Cristo e la tradizione della nostra Santa Chiesa con quelle piccole varianti che l’inculturazione prevede, che basterebbe per dare una buona immagine e offrire quel servizio per cui Cristo l’ha fondata. Le nostre chiese suono vuote o lamentiamo la scarsità di fedeli, forse il nostro operato è diventato solo una “ong” dimenticando che se non parte dalla preghiera, quella preghiera misurata non fanatica o scenica, ma dolce e semplice come è da sempre, non avrà senso il nostro servizio.

Chiudo questa umile riflessione che ho voluto condividere ad alta voce per riconfermare a me stesso prima di tutto e offrirla come stile da assumere nelle nostre comunità, nel nostro parlare e nel nostro testimoniare Cristo rimanendo nel solco della Chiesa, amandola e servendola nel rispetto delle sue leggi e pregando Dio e la Santa Vergine Maria per questa Sua Chiesa e per il Papa.

@unavoce

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