Silenzio e ascolto

“Ascoltare ciò che gli altri hanno da dire, ascoltare ciò che ha da dire chi è lontano da me, condividere la sua esperienza. Per far questo serve un’ascesi. Serve custodire uno spazio protetto, per evitare che le singole posizioni e i protagonismi prevalgano sull’armonia sinfonica dell’insieme”. (Papa Francesco)

 

Una delle situazioni più difficili del nostro vivere quotidiano è la relazione. Relazioni di copia, famigliari, amicali, di lavoro … in ogni ambito del nostro vivere c’è sempre in qualche angolo nascosto un problema che prima o poi affiora facendoci perdere serenità e calma. Facciamo fatica a relazionarci nonostante la buona voglia di costruire rapporti veri e duratori. Lo vediamo soprattutto nel matrimonio o comunque nella vita coniugale e/o di coppia, ma questo accade spesso anche tra le amicizia e quelle che durano veramente sono poche, troviamo difficoltà negli ambienti di lavoro e così via. Quale quindi il primo problema? Credo che l’unico vero e primo problema sia l’egoismo, il pensare di avere ragione sempre e comunque, lo stile della lamentela è il nostro adagio quotidiano.

Uno dei problemi principali nelle relazioni è quello di volere il controllo su tutto e su tutti voler giudicare a ragione o torto ogni situazione e lamentarci di tutto, di quello che ci riguarda e di quello che non è di nostra pertinenza, in casa nostra ma più facilmente in casa degli altri.

Questa dinamica di contrasto la si nota prima di tutto in casa propria ed è qui che si coltiva il bene il male che poi esportiamo nella nostra vita. I disagi che abbiamo dentro le mura domestiche diventano limite per le relazioni e questo anche se non vogliamo crederci o ammetterlo è così, provate a pensarci ben se in casa c’è una qualsiasi tensione o situazione pesante diventa limiti nei rapporti che abbiamo all’esterno scaricando su questi le nostre frustrazioni o delusioni e concentrando il problema sugli altri tirandoci fuori da un’autoanalisi che sarebbe invece necessaria per comprendere dove sta il limite che ci impedisce di vivere in modo pieno e sereno.

Nonostante la nostra fede, il Vangelo, il confronto con esso nonostante ci viene ricordato da più parti di riflettere e conformarci al messaggio cristiano pur andando a Messa e vivendo la vita della comunità cristiana e della Chiesa, le parole che ci vengo ricordate commentate e pregate entrano da una parte e puntualmente ne escono senza lasciare un minimo segno di cambiamento.

Perché vi dico questo? Perché penso che fermarci ogni tanto e dirci questo genere di cose sia indispensabile per scuoterci e rimetterci in careggiata. Come pastore di una comunità come amico e fratello ho il dovere di dirlo a mese tesso e a voi, perché altrimenti che così facendo non solo non saremo persone serene e capaci di vivere e affrontare le varie problematiche ma non saremo neppure veri cristiani. Sono sacerdote prego, lavoro, vivo la vita con voi ma non fa di me un serio esempio se non testimonio con la mia vita quello che predico e che prego, quello che studio e leggo della vita di Cristo, del suo vangelo, della vita della Chiesa e del suo cammino.

Fermiamoci, facciamo silenzio! Per accorgerci per comprendere bisogna ascoltare e per ascoltare bisogna fare silenzio esternamente e interiormente altrimenti aggrediremo le situazioni e le persone senza risultato. Ad ogni problema c’è una soluzione ovviamente, soluzioni che non sempre ci possono garbare ma che si possono trovare per risolvere arginare e chiudere determinati problemi, ma per fare questo ci vuole pazienza, tempo, silenzio, riflessione e preghiera. Da qui poi l’impegno e la determinazione per affrontare le situazioni e questo ci deve essere da entrambi le parti altrimenti il gioco è già chiuso.

“Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare; la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare; e la saggezza di conoscerne la differenza. Vivendo un giorno alla volta; godendo di un momento alla volta; accettando le avversità come la via alla pace; prendendo, come egli stesso ha fatto, questo mondo di peccati com’è, e non come lo vorrei io; fidandomi che egli farà tutto giusto se mi arrendo alla sua volontà; che io sia ragionevolmente felice in questa vita e supremamente felice con lui per sempre nella prossima” (Pastore Friedrich Christoph)

“Non cercare a tutti i costi la felicità; traccia piuttosto la tua strada verso la serenità per diventare poi tu stesso fonte di serenità per gli altri. La serenità deve nascere dalla consapevolezza che non possiamo controllare tutto ciò che ci circonda, ma che non per questo dobbiamo diventare fatalisti. Sappi dosare le aspettative che hai nei confronti degli altri, incluse le persone che ti sono più care e che ti vogliono bene.” (cfr. domenicani)

Cari amici che avete la pazienza di leggere, proviamo tutti insieme a rivedere i nostri atteggiamenti, i nostri modi di vivere di come reagiamo difronte alle situazioni e di come riusciamo a gestire o meno e rimettiamoci nel solco del vangelo, degli insegnamenti di Cristo e della Sua Chiesa.

@unavoce

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