Liturgia della Parola

XXIX Tempo Ordinario

Gli uomini reclamano una legge e Lui rinvia al loro giudizio e alla loro libertà

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». (Mt 22,21)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di SER Mons. Giuseppe Mani, già Ordinario Militare per l’Italia:“ … Gesù risponde alla domanda dicendo “Rendete”. Gli uomini reclamano una legge e Lui rinvia al loro giudizio e alla loro libertà. A Gesù viene chiesta la risposta con una legge, cioè di fare il contrario della ragione per cui era venuto: rivelare col suo modo di essere uomo che Dio è il liberatore della libertà dell’uomo. Gli si domanda di fare una legge, di farsi dominatore invece che servitore, di ridurre ad una servitù puerile. Dio ci chiede di inventare condotte con riferimento all’onestà nel senso più largo e nella natura delle cose (l’effige), il buon senso, il senso spirituale (quello che viene dallo Spirto) il discernimento e la saggezza. “Cercate tutto ciò che è vero, buono, giusto” (Fil 4,8). In breve: ciò che fa l’uomo non è “il bisogna” o “non bisogna” ma servirsi di ciò che fa di noi degli uomini: la nostra libertà”. (Cfr. SER Mons. G. Mani già Ordinario Militare per l’Italia)