Della religione

 

“La crisi è innanzitutto antropologica. Un uomo che ha perso ogni riferimento di fondo, che non sa più chi è … la ragione priva della fede rischia di implodere … la ragione senza la fede si smarrisce, come la fede senza la ragione si atrofizza” (cfr. Papa Benedetto XVI)

 

Si parla di crisi della fede, delle religioni, del sacro, del cristianesimo, … umilmente penso che sia la crisi dell’umanità che non vede oltre o vede troppo lontano perdendo il senso del reale e rifugiandosi solo nell’interesse immediato e se questo vale nelle questioni di vita ordinaria e sociale lo è ancor più nella dimensione verticale della vita, la dimensione spirituale dell’uomo in quanto essere pensante che cerca di rispondere a tutto con il rischio di banalizzare o strumentalizzare la vita.

Forse e dico solo forse avremmo bisogno di recuperare quello che abbiamo per quello che è attraverso il rispetto e la consapevolezza che la vita lunga o breve che sia finisce mettendoci con i piedi per terra e ripartendo i beni della terra per quelli che siamo, cercando rispetto reciproco e educandoci a evitare campanilismi vuoti senza pretendere quello che non abbiamo sudato ma impegnandoci ognuno secondo le proprie capacita a stare bene senza far star male altri.

Se questo fosse vero forse liti tra stati, interessi e competizioni sarebbero solo per migliorare tutti senza creare invidie e dissidi. La storia del mondo ci dice che tutto è già stato fatto non c’è nulla di nuovo nei rapporti umani, ma la voglia di andare avanti e di progredire è e deve essere il motore della vita e l’ingegno umano deve sempre cercare ed elaborare senza però perdere la consapevolezza di tenere i piedi per terra o sulla luna ma con cognizione di causa e intelligenza profetica.

In questo attica la spiritualità e le religioni, il pensiero laico o ateo dell’umanità se non saprà fermarsi a riflettere seriamente rischia di svuotarsi perché la nostra anima inquieta che cerca solo verità, ma di fatto ascolta sola la sua verità, è in continua competizione e così il buono dell’uno o dell’altro viene scartato per ignoranza e presunta superiorità o in nome di una libertà che è poi una schiavitù per altri.

Possiamo non credere, possiamo essere dei visionari, possiamo dire che gli esempi non aiutano a seguire uno stile di vita … ma soprattutto non crediamo in una realtà superiore, qualsiasi nome gli diamo, vogliamo le prove per poi credere ad ogni banalità di questa vita e questo perché nell’animo c’è insito il desiderio di sapere, di prevedere, di conoscere.

In questa situazione generale – che semplicemente ho cercato di analizzare a grandi linee e da inesperto ma da uomo che vive la vita e la fede in mezzo ad altri – la religione è abbandonata.

Si cercano di dare risposte di fare analisi e pure io leggo me stesso e chi mi sta accanto e cerco di analizzare. Tutto questo forse perché la religione, qualunque essa sia, impone, offre o indica regole per una vita e questo non lo accettiamo. La non fede nasce dal non voler regole e quindi la religione, qualsiasi religione o filosofia di vita che prevede un cammino come in ogni cosa di questa vita, va in crisi e infatti la scuola, il lavoro, la vita sociale … è in crisi perché ognuno vuole quello che vuole e la verità è solo sua e quella degli altri è una truffa, si parte con inserita la retromarcia, gli scandali, le scorrettezze, le nazioni,  ecc. non hanno dato esempio purtroppo è vero ma insieme a cattivi esempi ce ne sono di mirabili ma la comunicazione è carente e quindi evidenziamo quello che non va senza far apprezzare quello che va, che è bello, che è buono.

Nessuno è santo e perfetto, né religiosi né laici, ne governati ne popolo, ma tutti abbiamo la possibilità di crescere, di migliorare, di vivere una vita dignitosa sulla scorta della storia che dobbiamo conoscere e leggere per quello che è e non per quello che ci fa comodo per camminare con uno sguardo avanti senza dimenticare il momento presente.

Il problema, se il cristianesimo sia in crisi o meno, sta nelle persone. Le strutture e le organizzazioni, i modi e i tempi, quello che non deve cambiare e non dobbiamo dimenticare è il centro: Dio, Cristo lo Spirito Santo. Se dimentichiamo questo che è il messaggio centrale del ministero di Gesù in mezzo a noi allora tuto è in discussione così come per qualsiasi religione o organizzazione umana.

Forse basterebbe recuperare alcuni stili di vita, senza rinunciare alle migliorie che l’umanità ha portato sapendo che solo l’equilibrio delle cose salva il senso di ciò che abbiamo. Possiamo dire che i governi, le istituzioni laiche e religiose sono limitate certo perché l’umo ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma sarebbe sufficiente che ognuno desse il suo contributo e chi in questa struttura umana è chiamato a guidare un popolo non deve mai dimenticare il ruolo che ha. Non si è bravi perché si grida ma perché si vive insieme nel rispetto reciproco per il bene di tutti. Il fare paragoni, il puntare il dito, l’accusare … porta a nulla se non ad accelerare uno stato d’animo fatto di cattiveria, nervosismo, odio, giudizio e pregiudizio.

Le regole civili sono per una convivenza rispettosa, quelle religiose sono una scelta di vita che deve essere altrettanto rispettosa nel dialogo che deve essere aperto, disponibile e senza pregiudizi ma con la capacità di salvare il bene dove c’è indipendentemente da chi lo propone.

Il cristianesimo è in crisi perché ci mettiamo al posto di Dio, la società è in crisi perché ognuno di noi invece di fare insegna pur non sapendo e sapendo si pone nel modo scorretto per fare presente il bene che ritiene di dover avere e che sicuramente è giusto che abbia, ma mai perdere di vista il discorso d’insieme.

Sarà importante che impariamo a prepararci ai ruoli di gestione e governo della vita, dal ruolo di genitori a quello di governanti, di leader di una organizzazione qualunque essa sia o di altro impegno personale o pubblico con l’umiltà di saper discutere in modo intelligente, solo con una autorevolezza di vita si diventa riferimento per altri. Impariamo con uno stile di vita corretto e non da strilloni ad essere e vivere nel mondo e faremo la differenza educando e aprendo le menti sia nella dimensione orizzontale che in quella verticale verso Dio, lo Spirto, il religioso.

Le chiese si svuotano, i giovani non partecipano, non vivono, non credono …questa è la domanda ricorrente, perché? Queste mie “chiacchiere ad alta voce” non solo per cercare le cause ma trovare in me e dentro di me le vere motivazioni per essere annunciatore e testimone, guida e riferimento a rispondere ai dubbi e alle domande che oggi molti non si fanno più e presenza puntale a chi c’è richiamando serietà a me e a voi nella testimonianza di fede sempre e comunque nel bene e anche quando le cose non vanno secondo i nostri progetti, senza pensare a un Dio che decide o a una Chiesa che impone, sarà il momento per una riscoperta della nostra coscienza e del nostro impegno.

Le nostre liturgie laiche, le nostre abitudini, le nostre passioni vanno convogliate al bene e al bello e allora dallo stadio alla discoteca, dal bar ad ogni attività ludica, dal lavoro che piace o che devo fare, ci porterà ad aver tempo per fermarsi e pensare, per ascoltare le proprie idee e rifletterci sopra senza aprire la bocca a vanvera, per ascoltare i nostri pensieri e confrontarli superando la pigrizia o la scusa del non ho tempo. La vita è questa e viverla nel rispetto di noi e di chi tra noi crede in Dio potrebbe essere, anzi sono certo è, la strada per superare le crisi sia della Chiesa che delle nostre società.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” in notturna