architettura della vita

 

«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,1-2)

 

“Il contesto è parte del progetto”, se questa affermazione del un famoso architetto, Mario Botta è vera in merito alla progettualità di strutture e in questo caso di chiese e cappelle, vorrei dire che lo è per ogni aspetto della vita e non solo dell’architettura.

Il contesto del nostro quotidiano condiziona e caratterizza le nostre scelte e i nostri modi di vita. In questa luce vorrei richiamare all’attenzione l’impegno di studiare con la stessa genialità e creatività di un architetto le nostre vite, opera unica che Dio dopo aver creato ci ha affidato il nostro corpo, il nostro mondo, la nostra anima.

Il contesto in cui viviamo o nel qualche ci addentriamo deve caratterizzare quella struttura personale che ci porta alle cose del cielo e non è un discorso solo spirituale per chi segue la fede una fede o la propria vocazione sacerdotale o religiosa, ma di ogni persona che riconosce la sacralità della sua vita alla luce di quella fede trasmessa e ricevuta.

Il conteso sociale ed ecclesiale, famigliare e di vita ordinaria condizionano le nostre scelte di vita e il più delle volte imputiamo tutto ciò al caso, ad altri, ad alcuni nostri fallimenti. Le opportunità, i luoghi certamente non sempre dipendono da noi, ma sicuramente dipende da noi vivere con una certa creatività la situazione contingente quella in cui siamo e in cui viviamo. Possiamo scappare, andarcene, fuggire, cambiare località, ma dipenderà da noi con ciò che abbiamo trasformare il contingente in immanente, il reale in soprannaturale, dipenderà da noi cogliere ciò che ci circonda per trasformare i nostri giorni in un monumento e in una struttura che ci porta non solo al vivere le cose di ogni giorno ma a scorgere quelle che ci portano a Dio. 

Tradizioni, usi e costumi, fede e cultura, arte e abilità personali e di altri messe in concerto ci offrono l’opportunità di costruire un legame con la terra senza dimenticare il cielo. Un legame ordinario di cose da fare e che facciamo senza perderci nella selva del quotidiano. Il bosco, la montagna, la citta, il mare … sono quello che sono, possiamo però operare e impegnarci per conservarle per migliorarle e dovremo anche lavorare per diventare un tutt’uno con l’ambiente in cui viviamo e usando delle cose che ci circondano per trasformare la nostra vita in presenza reale di Dio che abita in noi e attorno a noi.

Questa è l’architettura della vita che unita al creato e tra le creature diventa arte, l’arte del vivere in armonia con la materia, aiutandoci a scorgere la luce che rischia di rimanere nascosta dai nostri limiti e pigrizie e arrivare così al cielo.

Siamo fatti per Dio, siamo fatti a immagine di Dio e nonostante le nostre povertà abbiamo quella scintilla che ci può permettere di trasformare un albero in tavolo, un luogo in tempio, una persona il fratello.

Viviamo le nostre vite con quella consapevolezza di povertà e fragilità ma anche di genialità e capacità di trasformare piccoli genti in grandi segni, piccoli ambienti in gradi luoghi, piccole parole in grandi discorsi, piccole scelte in grandi scelte che porteranno a costruire un modo migliore un modo in armonia e nella pace e il cielo scenderà sulla terra e trasformerà ogni cosa. “Padre nostro sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.

@unavoce

 

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