Vita di Chiesa
Siamo cristiani, siamo gente che frequentano la vita della Chiesa, ma oggi vorrei sottolineare questo aspetto che non è secondario alla fede ma semmai il fulcro del nostro essere credenti. Non basta dire che credo devo vivere da credente, non pasta dire sono in questa parrocchia ma frequentare la vita della parrocchia, non basta dire sono cristiano cattolico e poi non seguo la vita della Chiesa. Non basta, così come non basta, portare un cognome o essere in questa o quella famiglia o fare questo o quel lavoro senza poi impegnarsi o senza dare la propria presenza o senza avere degli obblighi non basta.
Essere Chiesa significa essere una comunità e una comunità vive dei momenti insieme senza questa condivisione questa responsabilità questo impegno non si è Chiesa ma persone che pregano o credono ma che si costruiscono una religione propria. I discepoli sono insieme seguono un cammino condividono il percorso e delle regole.
La Parrocchia è l’insieme di carismi doti sensibilità esigente devozioni e solo questa ricchezza condivisa fa della comunità un gruppo di credenti che vivono il vangelo. Questo non toglie che ognuno di noi abbia necessità voglia desiderio di andare in altre chiese conoscere altre realtà e va bene anzi è un’ottima cosa fare altre esperienza ma non si può e non si deve abbandonare la comunità che abbiamo scelto di frequentare.
Ora perché fare questo discorso? Perché credo sia il tempo di fermarci e porci delle domande serie sulla nostra fede e sulla nostra appartenenza alla Chiesa e alla Parrocchia. Non siamo delle isole ma siamo un gruppo e con impegno e forse anche sacrificio non possiamo venir meno alla vita della comunità o frequentarla solo quando ci fa comodo o quando abbiamo tempo.
Il momento centrale di questa esperienza e di questa realtà è la celebrazione Eucaristica dove non è il prete solamente che deve esserci ma tutti insieme. Ovviamente mi direte che nella vita di ognuno di noi ci sono impegni e scadenze, desideri e esigenze ma se snobbiamo, pur con giusta causa, l’appuntamento della S. Messa domenicale abbandoniamo il senso di comunità (e non solo, per inciso, neppure si provvede a partecipare all prefestiva, perdere la S. Messa domenicale rientra nei dieci comandamenti “ricordati di santificare le feste”) dove io basto a me tesso e non ho bisogno di nessuno e così facendo mi costruisco una fede e una religione a mio piacimento, vado dove voglio faccio come voglio.
Se vedete bene la nostra comunità non ha gradi iniziative e negli anni abbiamo visto la fatica di essere fedeli ad alcuni appuntamenti talvolta le proposte non durano più di un soffio di vento e quello che oggi sembra bello e utile ripetuto diventa pesante e mille scuse ci tolgono dall’impegno di condividerle.
Ognuno organizza la sua vita come crede ma la fedeltà agli impegni della comunità dice lo spessore della persona della fede e del senso di Chiesa, altrimenti siamo come canne sbattute o bandiere che seguono dove li porta il vento.
Fare comunità significa esserci e nessuna scusa anche la più nobile può cambiare questo senso di appartenenza. Siamo puntuali nei momenti di festa e guai a mancare e poi a quelli di preghiera di formazione troviamo parole che ci vogliono scusare, il lavoro, il tempo, non riesco …. Quando vogliamo una cosa troviamo tempo e voglia.
Essere Chiesa è sentirsi una famiglia e in casa si è presenti e le famiglie che rischiano sono proprio quelle che non hanno regole e momenti comuni che non hanno tradizioni e storie da condividere. Un richiamo questo a me come pastore e ad ognuno di noi a vivere la Parrocchia in modo serio con impegno senza trovare scuse e a non mancare al momento centrale della vita della Chiesa della comunità della Parrocchia: mancare alla S. Messa domenicale significa non avere compreso il senso del nostro essere cristiani e del sentirci ed essere una vera comunità di credenti.
Andiamo dove vogliamo facciamo che quello che riteniamo più giusto ma non snobbare la comunità la vita della Chiesa gli impegni e i nostri sono veramente pochi. Organizzati e anche se partecipi a due Messe non ti fa male anche se hai altro da fare non rinunciare a questo momento organizzati tutto si può fare dipende da come vedi le cose.
Non pretendere se non sai dare, questo vale nella vita, vale nella fede non chiedere a Dio se non sai dare a Dio il tuo tempo. La scusa che la domenica è l’unico giorno per … quindi posso mancare non dice serietà ma solo profondo egoismo e sicuramente la fede non è importante, quindi la domenica vado a passeggio con la famiglia certo, faccio questo e quello certo e releghiamo Dio a quando abbiamo tempo, organizza la tua giornata senza dimenticare Dio, non basta pensarci dire la preghiera alla mattina e la sera o il rosario, ma adorare Dio in Spirito e Verità, dedicare a Lui tempo partecipare alla celebrazione Eucaristica ascoltando la Sua Parola e facendo la comunione condividendo la fede, questo è essere Chiesa e da questa momento parte tutto, carità, azione, attenzione, presenza, testimonianza, realizzazione delle nostre singole vite e vocazioni.
Un richiamo serio a sentirci ed essere Chiesa e comunità. Se non ti piace il prete o la chiesa, intanto non si crede per il prete o la chiesa bello o brutta ma per Dio, cambia frequenta la parrocchia e il sacerdote che preferisci ma sii fede e non inventarti scuse. Non seguire solo le tue sensazioni ma sii fedele agli impegni della comunità che segui. Non chiedere comodità, ma sii fedele a quello che c’è. Se non vuoi essere in comunione sarai solo con una fede finta devota apparentemente ma che basterà un evento qualsiasi per giudicare criticare e allontanarti e non credere, sii di sostegno perché credere significa fidarsi e affidarsi significa esserci senza scuse gli uni con gli altri.
@unavoce
Foto di Copertina: Complesso Parrocchiale “Madonna di Loreto”, Polo Servizi e Area Sacra esterna