Ricchezza e non limite

 

Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. (1 Pietro 4,10-11)

Oggi, fenomeni come la globalizzazione o il progresso tecnologico ci offrono un migliore accesso alle varie culture che stanno plasmando il nostro mondo. Dobbiamo considerarla un’opportunità per arricchirci, per lottare contro gli stereotipi e per unirci, ogni giorno di più! (cfr. moneytrans.eu)

 

In un mondo globalizzato oggi la diversità invece di essere considerata una ricchezza diventa motivo di divisione e pur parlando di rispetto sembra che queste differenze ci impoveriscano e ognuno cerca di difendere la propria identità cosa giusta se è nel rispetto degli altri e compresa come ricchezza e non come limite. Ora vi riporto l’inizio di un articolo al quale vi rimando che può illuminare la mente e aiutare i nostri atteggiamenti.

“Dobbiamo riconoscere che noi cristiani spesso offuschiamo questo messaggio di Cristo. In particolare, come possiamo irradiare la pace rimanendo divisi fra di noi? Il mondo di oggi assume l’individuo come punto di partenza. I nostri contemporanei hanno un forte senso di uguaglianza, vedi somiglianza, fra tutti gli umani, e sono impazienti con tutte le distinzioni naturali o culturali. Ognuno dovrebbe essere potenzialmente in grado di fare tutto, essere libero di inventare la propria esistenza. Un tale atteggiamento conduce, nella vita reale, ad una esaltazione della diversità. L’identità tra tutti sembra ovvia, ma in realtà è la pluralità che vince. Non ci deve sorprendere che una simile visione non favorisca la comunione. Qual è il “collante” in grado di connettere tutte le unità identiche e separate? Così, nella vita della Chiesa, accade che si vanti la diversità di approcci, mentre l’unità rimane teorica. Ed ecco alcuni cercano, per reazione, d’imporre un’uniformità e di escludere ciò che non entra nello stesso stampo. La visione biblica può risolvere questa situazione di stallo. Essa non parte dal singolo, ma da un Dio di amore che chiama gli esseri all’esistenza (cfr. Rm 4,17). E non li chiama uno per uno, ma proprio per un progetto comune. È Cristo Gesù che ci rivela questo progetto: che l’umanità accoglie la vita stessa di Dio, fonte di amicizia universale, per formare un solo corpo (cfr. Col 3,15)”. (cfr. taize.fr/it)

L’invito per tutti e per noi cristiani in modo particolare è quello di essere presenza che sa compiere gesti e usare parole che uniscano nel rispetto delle differenze senza svendere le proprie idee e il proprio credo ma nel dialogo rispettoso con idee culture e religioni differenti. Oggi anche nelle nostre città abbiamo questa opportunità di interscambio e se riusciamo ad uscire dai luoghi comuni di pensiero e di campanilismo riusciremo ad avere una società migliore, un mondo migliore dove religione e cultura, lingua e tradizioni saranno una ricchezza per tutti che ci condurrà a un clima e a una vita in pace per tutti.

@unavoce

 

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