Liturgia della Parola
le persone smettano di comportarsi da spettatori e comincino a ragionare da protagonisti.
XXI TEMPO ORDINARIO
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (Gv 6, 69)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. Nessuno. Questa è la verità. Nessuno può capire davvero. Ma Gesù incalza: “Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”. Oltre la faccenda del corpo e del sangue, Gesù aggiunge quello della risurrezione. La faccenda sta diventando troppo pesante per essere sopportabile da un pubblico che finché vede miracoli e prodigi rimane come spettatore a meravigliarsi e ad applaudire, ma come sente che deve entrare in una dinamica più profonda di compromissione (mangiare non è forse una forma profonda di compromissione con la realtà?) allora fa resistenza. “Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”. C’è un tempo in cui il cristianesimo può fungere anche da intrattenimento, ma lo spirito solitamente piano piano fa spegnere ogni tipo di effetto speciale, e toglie ogni conforto emotivo, e lo fa affinché le persone smettano di comportarsi da spettatori e comincino a ragionare da protagonisti. Per esempio è facile pregare quando si sentono tante emozioni confortanti, ma chi è disposto a pregare quando non sente più nulla? Eppure la preghiera che conta di più è quella fatta in un simile stato. La maggior parte di noi, finita l’onda emotiva, leva le tende e torna a casa. Ma un discepolo è proprio allora che diventa davvero discepolo. E perché? Ce lo spiega Pietro: “Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Ecco il motivo. Noi non possiamo andare via perché sappiamo che c’è qualcosa che conta più delle facili emozioni, qualcosa che è al di là anche del non sentire più nulla: è lui! Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Cfr. d.L.M. Epicoco)