Giovani e cristiani

 

Oggi la Chiesa ci fa celebrare la festa di Sant’Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa al quale sono affezionato perché cresciuto negli anni della formazione al sacerdozio con le pagine dei suoi scritti animati dalla presenza delle reliquie del santo padre conservate nella mia città di origine.

Uno dei problemi pastorali e di evangelizzazioni che la Chiesa oggi vive è annunciare Gesù Cristo ai giovani che dopo il tempo dei sacramenti li vediamo allontanarci dalle nostre comunità. Rimangono amici ma non frequentano più la vita sacramentale e della Chiesa se non in alcuni casi sporadici legati allo sport o ad alcuni momenti particolari della famiglia propria o di amici.

Ora leggere sant’Agostino la sua vita la sua esperienza forse può aprire uno spiraglio di impegno pastorale per annunciare il messaggio cristiano ai giovani o meglio riprendere quell’annuncio e quel cammino iniziato e poi interrottosi. Un cammino e un annuncio che ancora oggi è valido per tutti per crescere sempre e meglio nella nostra fede. Mi rifaccio a una lettera del Vescovo Renato Corti al quel vi rimando.

“chi ha aiutato Agostino a diventare cristiano? … Il giovane Agostino, che giunge al battesimo dopo un travaglio durato oltre dieci anni, dà particolare evidenza ad alcuni adulti cristiani incontrati negli anni trascorsi a Milano: a loro deve moltissimo. La sua vicenda conduce pure a considerare due aspetti fondamentali per la vita dei giovani: la ricerca della verità e l’esperienza degli affetti. Egli ha scoperto la verità profonda sul senso della vita umana in Cristo, maestro e salvatore, e ha maturato l’esperienza affettiva compiendo un cammino verso quella libertà con cui Cristo ci ha liberati. Per questo il racconto de Le Confessioni interpella giovani e adulti e aiuta l’intera comunità cristiana ad essere luogo di conversione e di testimonianza”. Quando leggo Le Confessioni di Agostino, da lui scritte circa dieci anni dopo la conversione, vedo il suo racconto popolato da riferimenti concreti e soprattutto da persone che hanno avuto un’importanza non sottovalutabile per la sua esperienza intellettuale, morale, spirituale. Vorrei soffermarmi su alcune di queste persone: un vescovo di nome Ambrogio, una madre di nome Monica, un prete di nome Simpliciano, un laico cristiano di nome Ponticiano. Vorrei pure soffermarmi su una comunità, perché anch’essa ha espresso una significativa presenza nella sua vicenda: mi riferisco alla Chiesa di Milano che Ambrogio guidava negli ultimi decenni del secolo IV”. (cfr. Mons. R. Corti)

Quattro figure che ci aiutano a comprendere come potrebbe essere il cammino di annuncio e rinnovato impegno per guadagnare le giovani generazioni all’amore di Cristo. Una lettura che può aiutare tutti a rimettersi in discussione e verificare il proprio cammino cristiano. Un Vescovo Ambrogio, una mamma Monica, un anziano prete Simpliciano, un giovane amico Ponticiano. Questi personaggi che troviamo nel testo “Le Confessioni” di sant’Agostino ci aiutano a comprendere il cammino di conversione. La vicinanza e l’occasione di incontrare persone possono aiutarci a crescere e a fare tesoro per verificare la nostra vita e fare le scelte che ci permettono di essere con Cristo vivendo le nostre singole vocazioni.

La fede di una mamma che è presente attenta pronta a parlare di Cristo con l’esempio prima ancora che con le parole, un vescovo saggio Ambrogio di Milano che gli parla lo educa lo forma pina piano, un anziano amico sacerdote con il quale si confida e si verifica, un amico giovane con il quale condividere i pensieri.

Forse è proprio questo lo stile che dovremmo adottare anche noi per annunciare Cristo, entrare in contatto con le giovani generazioni con amicizia umile, educando le famiglie a recuperare i valori cristiani e dialogare con umiltà con loro affinché a loro volta possano confrontarsi con i loro coetanei. Non solo uno stile di annuncio, ma anche un cammino personale per fare di ogni occasione di ogni esperienza di ogni incontro un’occasione di crescita.

Rimane poi il fatto che tutto ciò avvenga nella Chiesa e ad opera della Chiesa. La comunità la sua struttura sono garanzia di questo cammino. Non sempre persone e situazioni sono perfette ma non possiamo e non vogliamo soffermarci su questo ma sulla realtà Chiesa come strumento di Dio per stare con l’uomo ed educarlo alle cose dello spirito per educarlo alla vita con Lui.

L’invito allora è quello di leggere Le Confessioni di sant’Agostino, lasciamoci accompagnare dalla sua esperienza.  

“Lascio la parola finale ad Agostino stesso facendo riecheggiare, con qualche libero adattamento, quanto egli disse negli anni della sua maturità (aveva circa sessant’anni) rivolgendosi, un giorno, ai giovani:
Conosco i vostri problemi, cari giovani!
Sono invecchiato in queste battaglie,
ho gli stessi avversari che avete voi.
Più deboli, ora che son vecchio,
e tuttavia non cessano di turbare la quiete della mia vecchiezza.
Lo so! Più violenta è la vostra battaglia.
Ma che volete, o buoni e santi combattenti?
O forti soldati di Cristo, che volete?
Che non esistano cattive concupiscenze?
Impossibile.
Continuate a combattere e sperate il trionfo!”.
(cfr. Sant’Agostino, Discorso 128, 9.11)

@unavoce

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