“I presbiteri […] sono consacrati per predicare il Vangelo, essere i pastori fedeli e celebrare il culto divino, quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento in virtù del sacramento dell’ordine ad immagine di Cristo, sommo ed eterno sacerdote”. (Lumen Gentium 28)

 

Molti quando parlano dei sacerdoti o lo idealizzano o lo denigrano pochi lo vedono come un uomo normale con una grande responsabilità un grande dono e una vocazione. Si vede quello che dice e poco quello che fa e sui media solitamente veniamo citati solo per gli errori gli scandali per critiche o le esagerazioni rigide della fede e della liturgia o troppo libere di esse. Tutti sanno tutto con il rischio poi che chi non sa veramente vuole insegnare e chi sa si chiude e tace, tutto questo deve essere gestito con intelligenza e prudenza sia dal sacerdote che dai fedeli.

Ma qual è la vera vita del prete? La vera vita del prete è spesa per la sua gente che si veda o meno è questo il suo servizio: celebrare ascoltare consigliare assistere ed esserci nella vita delle persone e al di là di polemiche e critiche senza scusare errori e difetti questa è la vita del prete fatta di un donarsi ogni giorno per il bene della propria comunità un servizio che si fatica a vedere e che alcuni talvolta invidiano e che molti comunque criticano.

Il prete oggi e più di prima è oggetto di cattiverie e malignità, sospetti e intrighi e a fatica si vede quello che è e quello che fa veramente evidenziando solo gli errori di alcuni denigrando così il lavoro e il ministero di tutti. Sospettare del prete è la prima cosa che tutti fanno, certamente ha dei limiti e difetti e questo crea diffidenza. Lo vediamo in ambiti più importanti e gradi dei nostri lo vediamo attorno a noi e talvolta anche in noi. Ma qual è la vera vita del prete che nessuno vede? È la preghiera e lo studio è l’attività pastorale e la vicinanza alla propria gente al proprio gregge, una vicinanza che non è invadenza ma presenza sicura e spirituale che poi si concretizza nelle varie attività pastorali e caritative, attività che sono il frutto della vita di preghiera personale che ogni sacerdote vive.

Una vita divisa tra questo “ritiro” che è la sicurezza della nostra vocazione e la vita ordinaria con e tra la gente più complessa e rischiosa, ma noi non siamo né frati ne monaci e la nostra vocazione è in mezzo alla gente con uno stile sobrio ovvio ma in mezzo a loro. Talvolta anche noi con le nostre fragilità ci lasciamo prendere dal mondo non dimenticando ma scusando qualche nostro limite di vita cosa che non può essere accettato se è a discapito della comunità e del bene della chiesa.

Non si sposano non per fare i propri affari o per nascondere chissà quale mistero ma perché ci si dona totalmente a Dio per servirlo nei fratelli, certo in questa vita alcuni sbagliano e questo va ripreso e condannato o comunque rivisto educando e formando in modo sempre più autentico, ma la vita è un dono totale a Dio. La comunità in questo ha un grande compito, quello di costudire i suoi sacerdoti pregare per loro assisterli aiutarli a rimanere nel solco della loro vocazione così come i sacerdoti fanno con la propria gente.

La vera vita del prete è quindi nel cuore di Dio nella Sua Parola in ascolto del tempo che vive. Lo studio della Bibbia, la preghiera personale sono alla base della vita del sacerdote prima ancora delle attività. Il prete non è un agente di viaggio o un organizzatore di eventi ma è l’uomo del sacro e dall’ascolto della Parola di Dio con la quale guidare il gregge che gli è affidato. Dalla sua vita semplice e non significa insignificante o isolata ma umile nasce dignitosa del ministero che deve svolgere nasce il servizio e il ministero. La prima cosa che il prete fa è donarci l’Eucarestia parlarci di Lui appassionarci a Gesù questo chiedete al sacerdote, questa è la vera vita del prete. Non lamentiamoci perché è troppo prolisso o troppo corto, se troppo severo o troppo accomodante se è timido o festaiolo, vestito male o troppo bene, da prete o meno, ma fate tesoro quando ci parla di Gesù e della Chiesa e soprattutto quando celebra la S. Messa quel povero umile e semplice uomo è Cristo che viene in mezzo al suo gregge e al di là della santità della persona che celebra è lo “strumento” nelle mani di Dio.

“Se avete paura dell’Amore… non dite mai messa.

La messa farà riversare sulle vostre anime un torrente di sofferenza interiore che ha un’unica funzione: di spaccarvi in due, affinché tutta la gente del mondo possa entrare nel vostro cuore.

Se avete paura della gente, non dite mai messa.

Perché quando cominciate a dir messa, lo Spirito di Dio si sveglia come un gigante dentro di voi e infrange le serrature del vostro santuario privato e chiama tutta la gente del mondo affinché entri nel vostro cuore.

Se dite messa condannate la vostra anima al tormento di un Amore che è così vasto e così insaziabile che non riuscirete mai a sopportarlo da soli. Quell’amore è l’Amore del cuore di Gesù che arde dentro il vostro miserabile cuore e fa cadere su di voi l’immenso peso della sua pietà per tutti i peccati del mondo”.  (cfr. Thomas Merton)

Il prete è l’uomo della gioia della verità e della carità con questo stile di vita coltivato con pazienza e anche talvolta con errori si è veri operai della Vigna del Signore. Una riflessione estemporanea senza ambizioni di riflessioni innovative o soluzioni alla mancanza di vocazioni o ai limiti personali dei presbiteri ma solo la storia semplice di un uomo che ha risposto alla chiamata di Dio e pur indegnamente cerca di rimanere fedele a questo dono immeritato che Dio ha concesso al suo cuore alla sua anima. Il prete è un uomo chiamato tra il popolo per servire Dio e portare il popolo a Dio, pregate per i vostri sacerdoti, vogliategli bene e amate sempre la Chiesa.

@unavoce

 

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