Apatia a …
La perdita d’interesse delle cose e delle persone è molto diffuso, si cerca sempre la novità in tutto e le cose, che siano iniziative di vita scoiale o comunitarie anche a livello religioso sin ad arrivare al lavoro, se si ripetono ci porta a escluderci diventando apatici. Un termine forte ovviamente che qui voglio usare per sottolineare la sindrome delle cose ripetute che danno noia e pian piano con mille scuse si glissano. Ci creiamo delle zone di conforto dalle quali non vogliamo uscire e se c’è una forzatura si critica o si trovano scuse per giustificare la nostra assenza o non partecipazione.
Una apatia che è una pigrizia alle cose impegnative soprattutto e quasi sempre. Una condizione che avviene anche nelle nostre comunità e nelle nostre parrocchie. Una iniziativa che oggi va la volta dopo già non va più e servono continue novità per cogliere l’attenzione e invitare alla partecipazione. Ma la novità aiuta la crescita la novità aiuta a partecipare meglio a credere di più a vivere la vita in modo più pieno o è un rifugiarsi e un correre che alla fine ci svuota?
Iniziative e attività che hanno lo scopo di educarci di crescere di stare insieme, diventano pesanti e le snobbiamo e questo lo vediamo anche e spesso nel mondo del lavoro e della scuola, molti che continuano a cambiare lavoro insoddisfatti di tutto e tutti basta non far fatica e anche dalla scuola dove le molte assenze creano un disinteresse che svuota la mente portando a non pensare a non conoscere ma a parlare e giudicare.
Una situazione generale che voglio sottolineare e che già in passato con altri articoli ho portato alla nostra attenzione per reagire a questo stile di vita apatico e pigro dove tutti dicono che sono impegnati e poi di fatto è solo un comodo rivestito di impegno e di finta impossibilità. Tutti hanno impegni e attività e la scelta di esserci o meno vi assicuro è sempre una scelta che dice voglia di crescere o una giustificazione di comodo. Se si crede in qualche cosa se ci si tiene a una situazione il tempo e i modi si trovano sempre.
Questo modo di vivere con il tempo porta alla depressione e al malcontento alla critica e alla lamentela continua su tutto e tutti. E’ un modo di essere che ognuno di noi deve verificare e mettere rimedio, se non vuole essere assorbito e massificato.
Una vita impegna sana e con pensieri positivi aiuterà a reagire a questo comodo da sotto le coperte per condividere la vita con gli altri. La famiglia diventa un comodo quando vogliamo fare altro per poi tralasciarla quando vogliamo noi qualche cosa e questo vale in tutti i settori della vita e sia sociale che privata e anche da credenti questa dinamica è molto diffusa. Pur non chiedendo la collaborazione pur trovando tutto pronto c’è un disinteresse totale. Non si legge non si studia non si partecipa … si sopravvive alla luce di situazioni vuote di chiacchiericcio e gossip invece che di impegno concreto.
Ci sentiamo stressati da tutto e da tutti ma nessuno è mai morto per lavoro e famiglia per impegni e comunità ma questo sentimento che va sempre più crescendo porta e sta portando a una chiusura relazionale drammatica.
Quanti di noi facciamo fatica a partecipare a leggere a informarsi a capire a condividere … ? Non troviamo scuse a noi stessi perché le scuse portano alla critica vuota alla mancanza di vera serenità e di continua lamentela perdendo quella serenità che invece tutti desideriamo e che non avendola incolpiamo il mondo per poi rifugiarci dagli psicologi per capire cosa succede e succede che siamo solo dei pigri e svogliati che vogliamo fare solo quello che piace e non sempre quello che serve anche se non serve a noi…
Scrolliamoci di dosso la polvere del dubbio dell’invida della permalosità della pigrizia scoliamoci di dosso le verità che pensiamo di dover dire e dimostrare scrolliamoci di dosso le scuse che portano solo a chiuderci e a fare solo quello che piace. Vivere insieme e condividere una vita è e significa fare anche quello che non sempre piace ma si fa per costruire e camminare insieme.
@unavoce
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