La nuova generazione

Ecco, io sto alla porta e busso: se uno ode la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. (Apocalisse 3, 20)

 

Al di là di studi e pubblicazioni varie e di vario tipo e natura più o meno interessanti con sottolineature sociali ed economiche e di relazioni sulla chiesa e l’idea che prima sono gli altri che devono cambiare o noi chiesa adeguarci non ci sono pero proposte interessanti sui cambiamenti da attuare se non una qualche riflessione quasi sempre negativa sulla mancanza di valori di ricerca del senso della vita del successo o di una bella vita di una felicità che non si trova se non nelle dipendenze più o meno lecite e non chiaro da nessuna parte cosa bisogna fare o come muoversi. Alcuni scimmiottano situazioni laiche e ludiche portandole al sacro e forse ridicolizzando il sacro e snaturando il ludico. Insomma nessuno ha le idee chiare se non belle parole e interventi da parte di molti sia in campo laico che religioso.

Mi fermo e rifletto pure io sulla mia comunità e una risposta chiara non c’ l’ho se non quella di notare che c’è sicuramente una perdita di fiducia nella Chiesa e nei preti in genere eccetto eccezioni ovviamente non si può generalizzare ma nell’insieme la critica è solitamente questa ma non per consolazione ma per onestà di riflessione tale critica c’è anche verso la politica e la cultura e la società in genere.

Sembra non interessare nulla e le cose se sono serie stancano subito nulla deve essere impegnativo e questo anche nel mondo del lavoro dove c’è una ricerca di guadagno senza impegno e fedeltà e tale atteggiamento ricade anche nei rapporti interpersonali soprattutto quelli legati all’amore e all’impegnarsi con una persona a camminare e vivere insieme nella fedeltà. Per non parlare dell’istituzione del matrimonio ormai abbandonato quasi nella sua totalità sia a livello religioso e ora anche a livello civile prediligendo la convivenza che funziona fin che funziona senza legami stabili, situazione che mette in crisi pure la natalità.

Ovviamente questo il discorso in genarle e a grandi linee basato sulla mia esperienza perché poi abbiamo nonostante le critiche attività religiose nelle nostre parrocchie con i giovani e c’è una ricerca e un interesse, ma sono numeri ridotti.

Non si cerca la quantità ma la qualità ma qui non è tanto fare del proselitismo o aumentare i numeri la mia riflessione vorrebbe arrivare a comprendere la massa e come annunciare il messaggio del vangelo oggi.

La strada che per ora intravedo con qualche timido risultato è il rapporto personale di amicizia che a fatica si cerca di costruire sperando che oggi o domani con pazienza e nel tempo assicurando la presenza per poter dare almeno delle risposte ai loro interrogativi ai loro dubbi alle loro critiche aiutandoli a comprendere il quadro genarle della vita bella e la speranza dentro di essa.

L’incontro personale è la strada che per ora trova qualche risultato e forse non a caso il Signore stesso ci ha dato l’esempio. Ha chiamato per nome alcuni e poi si sono aggregati gli altri. Ha condiviso con loro la strada il pane e il caldo la fatica e la delusione della vita.

Condividere la vita senza perdere le caratteristiche profetiche del messaggio evangelico senza svendere il sacro riducendolo a piccole farse rituali ma restituire quella ritualità che è patrimonio dell’umanità una ritualità che deve fondersi con il quotidiano con le altre ritualità della vita distinguendo il momento solenne e sacro e non confondendolo senza diventare banale e svilente. La semplicità non significa mancanza di decoro o sciatteria ma attenzione ai piccoli gesti valorizzando quei momenti di vita che in qualche modo ci interpellano.

La fatica di partecipare alla vita della Chiesa alla liturgia alla preghiera alla capacità di fermarsi a pensare a riflettere a contemplare è complicato ed è il valore che dobbiamo aiutare a recuperare o a non perdere totalmente.  Credo che aiutare a ritrovare la bellezza del creato e delle creature nella loro semplicità senza un interesse ma godendo del momento che è proposto possa aiutare a recuperare quella possibilità di fermarsi in silenzio a guardare senza tante parole l’indispensabile per lanciare un seme perché cresca, aiutare a stupirsi ancora della vita e del bello che c’è in essa.

Pe noi che ci siamo sarà rinnovare la nostra fede e pregare perché il Signore possa entrare nel cuore di ogni persona, a noi il compito di aiutare le persone ad aprire questo cuore a stupirsi delle cose e a riflettere su ciò che ci circonda e accade nella vita senza tanti paroloni o teorie ma con la saggezza dei vecchi, la semplicità dei bimbi, l’entusiasmo dei giovani la sapienza degli adulti.

@unavoce

 

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