Liturgia della Parola
Noi sappiamo che Gesù ascolta sempre la preghiera di chi prega con tutto il cuore:
XXX TEMPO ORDINARIO
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!» … «Che cosa vuoi che io faccia per te?». (Mc 10, 49 e 51)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Un cieco che grida è forse l’immagine più bella della nostra condizione interiore. Quante volte siamo noi Bartimeo, proprio perché non vediamo più che senso ha la nostra vita, cosa sia giusto fare, dove si trova davvero Dio nella nostra storia. In quel buio terribile non dobbiamo disperarci ma imparare a pregare. E importa poco se molti ci dicono che non serve a nulla, o una parte di noi ci rimprovera scoraggiandoci a farlo: “Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»”. Noi sappiamo che Gesù ascolta sempre la preghiera di chi prega con tutto il cuore: “Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Dobbiamo sempre pregare con la certezza di essere ascoltati, e proprio per questo la nostra preghiera deve essere ostinata. E sentiremo interiormente Gesù che ci dice: «Che vuoi che io ti faccia?». Allora come Bartimeo potremmo chiedergli la grazia più grande di tutte: tornare a vedere! Scorgere, cioè, un senso dietro tutto quello che fino a quel momento ci sembrava senza senso.“E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada”. (Cfr. d.L.M. Epicoco)