Per non dimenticare

 

Ancora venti di guerra soffiano sul nostro pianeta e in questo santo Natale sembra che la nascita di Gesù non riesca a scongelare e rinnovare i cuori delle persone.

C’è un episodio accaduto nella prima guerra mondiale che vale la pena ricordare a chi dimentica la storia per recuperare quel senso e quel dovere di fratellanza che è l’anima della Pace che tutti desideriamo.

Il Santo Padre tra qualche giorno aprirà la Porta Santa dando inizio al Giubileo che ha voluto mettere sotto lo sguardo della misericordia e questo episodio ci deve aprire a un rinnovamento totale della nostra vita parole e gesti scelte e attività e ha chiesto amnistie tregua e condoni per recuperare quella speranza che deve animare l’umanità.

“Già nella settimana precedente il Natale, membri delle truppe tedesche e britanniche schierate sui lati opposti del fronte presero a scambiarsi auguri e canzoni dalle rispettive trincee, e occasionalmente singoli individui attraversarono le linee per portare doni ai soldati schierati dall’altro lato; nel corso della vigilia di Natale e del giorno stesso di Natale, un gran numero di soldati provenienti da unità tedesche e britanniche (nonché, in misura minore, da unità francesi) lasciarono spontaneamente le trincee per incontrarsi nella terra di nessuno per fraternizzare, scambiarsi cibo e souvenir. Oltre a celebrare comuni cerimonie religiose e di sepoltura dei caduti, i soldati dei due schieramenti intrattennero rapporti amichevoli tra di loro al punto di organizzare improvvisate partite di calcio. La tregua non fu un evento organizzato, né universalmente diffuso: in diverse zone del fronte i combattimenti proseguirono per tutto il giorno di Natale, mentre in altri i due schieramenti negoziarono solo tregue momentanee per seppellire i caduti. Gli episodi di fraternizzazione con il nemico furono giudicati negativamente dagli alti comandi e severamente proibiti per il futuro: già l’anno successivo alcune unità organizzarono cessate il fuoco per il giorno di Natale, ma le tregue non raggiunsero il grado di intensità e di fraternizzazione di quelle del 1914; per il Natale del 1916, dopo le traumatiche esperienze delle sanguinose battaglie di Verdun e della Somme e la diffusione dell’impiego di armi chimiche, nessuna tregua venne organizzata. Nei primi mesi del conflitto, quando ancora la guerra di trincea era agli inizi, gli episodi di tregue spontanee tra le opposte fazioni non costituirono episodi rari, né limitati al solo periodo natalizio: in molti settori si instaurò un rapporto di “vivi e lascia vivere” tra i soldati, e unità opposte schierate a stretto contatto limitarono spesso gli atteggiamenti aggressivi o permisero atti di fraternizzazione, come lo scambio di sigarette o cessate il fuoco non ufficiali per permettere il recupero di morti e feriti dalla terra di nessuno; la tregua di Natale del 1914, tuttavia, rappresentò l’episodio maggiormente significativo di tutto il conflitto sia per il gran numero di uomini coinvolti più o meno contemporaneamente, sia per l’alto grado di partecipazione e fraternizzazione che si sviluppò”. (cfr. Wikipedia)

Di questo evento straordinario ne hanno fatto film e scritto libri che potrebbero essere un buon accompagnamento alla preghiera che s’innalza per chiedere la Pasce nel mondo e vivere il Santo Natale con il cuore di Dio incarnando l’annuncio degli angeli alla Nascita del Salvatore “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Alziamo lo sguardo per vedere oltre gli occhi ma con il cuore la vita e i fatti di questa vita.

@unavoce – Foto: fonte

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