Sei santi per un cammino comune

 

La festa di oggi, dove l’attenzione mediatica e popolare è su san Valentino, riporta però nel calendario della Chiesa Cattolica come memoria obbligatoria di due santi: Cirillo e Metodio che San Giovanni Paolo II elevò a compatroni d’Europa unendoli a san Benedetto e in seguito ad altri, sono l’immagine plastica del desiderio di non perdere le nostre origini cristiane.

Dalla conversione di Costantino il vecchio continente divenne cristiano e al di là delle decisioni imperiali questi tre uomini hanno fatto della terra ad occidente il luogo della loro evangelizzazione. San Benedetto fondando monasteri in tutta Europa offrendo percorsi di viaggio e soste utili ai pellegrini per rifocillarsi annunciando il Vangelo e i fratelli salvai Cirillo e Metodio verso le terre più a nord iniziarono questo fusione, che al di là di critiche o visioni differenti rimangono le basi e la speranza di una unità che porti bene e pace a tutti. Così oggi in un mondo interconnesso e cosmopolita le loro figure ci ricordano le nostre origini portandoci all’attenzione di una inclusione e non di una esclusione.

La loro opera di vicinanza e assistenza in un mondo che stava cambiando ha segnato il valore delle radici di un popolo e di più popoli che al di là di tradizioni differenti legati alle singole origini e territori li portava a rivolgere la mente e l’anima all’unica fede in Cristo unendoci negli unici obiettivi di amicizia e condivisione della vita.

Oggi celebrando la loro memoria liturgia ci riportano con forza a ripensare al nostro modo di porci nella società e nella vita sia sociale che religiosa con una capacità di apertura e di accoglienza senza rinunciare alle origini e alla fede. La diversità non è limite ma ricchezza e l’uguaglianza non è nel credere e vivere tutti la stessa tradizione ma nella diversità arricchirsi uniti per una società migliore per una comunità cristiana più ricca e che sa vivere i messaggi fondamentali del vangelo di Cristo nel rispetto ma senza rinunciarvi.

Vi rimando ai documenti pontifici con i quali furono proclamati patroni compatroni, nelle parole dei pontefici scorgiamo il desiderio l’impegno e il messaggio di queste scelte.

Lettera Apostolica “Pacis nuntius” ( 1964) di Papa Paolo Vi che proclamava San Benedetto patrono d’Europa.

Lettera Apostolica “Egregiae virtutis” (1980) di Papa Giovanni Paolo II con la quale proclamava i fratelli Cirillo e Metodio compatroni d’Europa.

A questi tre umani la Chiesa poi aggiunse a compatroni d’Europa anche Santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) con la Lettera Apostolica “Spes aedificandi” (1999) di Papa Giovanni Paolo II.

Documenti che è bene conoscere e belli da leggere che arricchiscono la nostra cultura e la nostra fede e da questi due aspetti rinnovare la nostra vita cristiana e il nostro impegno di testimonianza nella vita quotidiana. Per il loro esempio di inclusione e di unità nelle differenze la Chiesa ce li presenta come esempi di vera vita cristiana e ci li pone come riferimento per questo antico continente. Sul loro esempio possiamo ognuno di noi rinnovarci nell’impegno a vivere e migliorare la terra che Dio ci ha donato.

@unavoce – foto: fonte

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