Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?” (Genesi 4,9)

Correggersi correggendo

 

La correzione fraterna di cui poco sappiamo ma utile nella vita per noi e per gli altri non nasce da una superiorità di atteggiamenti di pensieri o di gesti ma nasce dal desiderio di camminare insieme alla luce del vangelo. Una correzione fatta con fraternità senza supponenza o sentendoci migliori ma verificandoci prima di correggere. Pregando prima di parlare. La vita comunitaria sia famigliare che sociale e così anche quella ecclesiale non è facile e le diversità di vite di pensieri di caratteri molte volte ci pone in situazioni di disagio. Le nostre scelte le nostre parole il nostro modo di vedere e vivere le situazioni non ci mettono sempre in armonia e pur avendo gli stessi ideali e obiettivi la vita poi per ognuno prosegue in modo differente e le cause e le motivazioni sono diverse creando molte volte disagi dissapori e allontanamenti.

Ora per il bene nostro e degli altri notare e far notare le cose che non vanno è utile se c’è l’obiettivo di migliorarsi insieme. Le nostre comunità cristiane talvolta possono diventare limite se dimentichiamo questo aspetto. Talvolta nascono conflitti e allontanamenti dell’uno o dell’altro per parole gesti e fatti che magari non abbiamo valutato bene.

Il compito pertanto di correggere e correggersi non è solo del sacerdote che guida la comunità ma di ogni membro della comunità con quell’umiltà che non vuole insegnare per ergersi a migliore ma solo condividere dei pensieri cercando un confronto e in quel dialogo sereno e fraterno far nascere quella correzione reciproca utile a migliorarsi insieme.

E’ importante questo aspetto se vogliamo veramente costruire la nostra anima prima di tutto e collaborare alla costruzione di una comunità per viverla in modo autentico che ci educhi sempre e di più alla sequela di Gesù all’ascolto vivo e vero del vangelo per fonderlo nel quotidiano delle nostre giornate.

Riprendiamo o iniziamo questo compito reciproco con semplicità con grande umiltà con pazienza e pregando prima di parlare verificando noi stessi sul vangelo e l’aspetto che volgiamo far notare e verifichiamoci prima su di noi e poi con un fratello. Evitiamo parole e giudizi soprattutto sulle persone, evitiamo il chiacchiericcio e il pettegolezzo, se riteniamo che qualche cosa non va bene prima fermiamoci facciamoci un esame di coscienza preghiamo e poi ci confronteremo con amore e serenità. La correzione ha come scopo migliorare noi stessi e gli altri per una convivenza comunitaria migliore bella e alla luce del vangelo.

L’atteggiamento fondamentale sarà l’umiltà la misericordia la compassione l’amore, se mancano questi elementi non saremo in grado né di correggerci e tanto meno di correggere gli altri. Il rispetto reciproco è alla base di ogni rapporto anche nel correggersi.

@unavoce – foto: fonte

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