La morte del Pontefice non è solo un evento di Chiesa ma un episodio che segna il mondo e anche in questo caso ovviamente la Chiesa è sotto i riflettori. Proclamare il vangelo da parte di uomini normali nonostante la vocazione non è facile non lo è stato per i discepoli e non lo è mai stato nella storia bimillenaria della Chiesa. Chi è contro e chi è a favore, chi ha le soluzioni in tasca per tutti i problemi o situazioni … questa è quello che vediamo e anche in questa epoca moderna abbiamo visto scandali e delusioni, allontanamenti e avvicinamenti, papa vescovi ed ecclesiastici bravi e più in difficoltà, chi cerca sempre il complotto o vede negativo e male ovunque e chi non s’interroga per nulla. Ora ogni epoca ha le sue, ogni periodo storico i suoi riferimenti ma il Vangelo rimane alla base di ogni azione scelta e attività della Chiesa.
Oggi piangiamo il Papa che è tornato alla Case del Padre e solo quando sono in paradiso troviamo le qualità è sempre stato così soprattutto per le figure pubbliche. La fede in Dio non ci deve chiudere gli occhi ne ci deve far pensare a sotterfugi umani per la gestione della Chiesa di Cristo.
Il mondo ha bisogno di saper vedere il bene che lo circonda e non solo il male che lo affligge e ognuno deve fare la sua parte. Vogliamo la pace ma seminiamo divisione, vogliamo l’amore ma parliamo con toni di cattiveria vogliamo la Chiesa perfetta ma siamo pronti a puntare il dito e a non viverla in modo serio, vogliamo santi sacerdoti ma non siamo disposti ad affiancarli ad essergli di sostegno.
In questi giorni sui social si legge e si vede di tutto in merito alla fede alla Chiesa e al papa così come si vede di tutto sui tutti gli argomenti. La gente cerca visibilità ma solo al di là di uno schermo senza poi impegnarsi veramente nella vita. Facciamo tutti un passo indietro e pur nel rispetto delle singole opinioni impariamo a vedere il filo d’erba che cresce e non solo l’albero che cade. Impariamo a seminare parole di pace amore fratellanza rispetto e accoglienza senza ovviamente nascondere la testa sotto la sabbia e senza dimenticando i tanti limiti che ci sono nella vita quotidiana in tutte le parti del mondo dalle nostre famiglie a tutti gli ambienti, ma anche con uno sguardo alto e positivo.
La spiritualità non è cercare la pace ma è credere nella pace costruendola giorno per giorno l’onesta la correttezza, la preghiera non è un placebo ma un dialogo … e vanno vissute prima di essere pretese. Troppo facile puntare il dito e non fare nulla o nascondersi dietro al “non posso fare nulla io”, tutti possiamo e dobbiamo essere voce di bellezza e di amore voce di chi porta in primo piano ciò che non va ma senza distruggere il bene solo per fare notizia.
Come cristiani la nostra fede deve essere continuamente rinnovata e vissuta nella comunità e nella Chiesa. La morte del papa ci disorienta, il mondo lo ha accolto come testimone di pace amore e fratellanza, uomo di dialogo e di apertura che ha scavalcato le tradizioni senza mancare al ruolo e alla presenza indispensabile della Chiesa a servizio della società e non solo quella cristiana o di chi crede ma di ogni persona.
L’umiltà non è sottomissione l’obbedienza non è far finta di nulla la preghiera non è lasciar fare ad altri, la vita non ha senso se è solo concetto senza poesia se è solo materia senza anima. Lasciamo da parte le idee di complotti e sotterfugi che pur essendo nell’indole umana questo però rischia di limitare il Vangelo. Chi ha il cuore malato vede male, chi ha la trave vuole togliere la pagliuzza, chi vuole lanciare pietre e non ha l’anima libera … siamo tutti sulla stessa barca. Questo accade nelle nostre famiglie nelle nostre comunità laiche o religiose lasciamo questo stile di vita e recuperiamo la bellezza che c’è dentro di noi per vivere ogni situazione con grande fede, che sia la morte del papa o l’elezione del suo successore, che sia la croce di casa o quella del mondo, impariamo a guardare oltre e scorgere l’amore che c’è e non solo il sospetto o l’odio che vediamo. L’eredità di papa Francesco è un seme che deve crescere. Lavoriamo con impegno ognuno con il suo ruolo la sua vocazione lì dove ci troviamo e lasciamoci guidare dalla ricchezza di semina che è stata fatta in questi anni per coltivare e continuare con chi lo Spirito Santo vorrà donarci per proseguire il cammino. La storia del mondo prosegue il suo percorso diventiamo protagonisti di bene e di pace tutti insieme.
@unavoce