“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

La FOTO, il motivo della scelta:

Una sentinella, Alpino in Afghanistan

La foto che ho scelto, in qualche modo, ci ricorda il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, dove il Signore ci invita a guardare dentro di noi e cercare il bene che è in noi prima di giudicare e trovare il male che è nell’altro. I nostri Militari, in Patria e nel mondo, servono questo bene prezioso, cercando il buono che c’è in ogni uomo, in ogni popolo, in ogni terra, salvaguardando e aiutando a rimanere sempre con il cuore libero e puro, non guardando la pagliuzza nell’occhio, ma cercando il bene che vi è racchiuso.

(FOTO: Cfr. Gli Alpini in Afghanistan, in Bergamosera.com)

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?” (Lc 6, 41-42)

 Carissimi,

         ogni uomo ha in se il bene, ma anche il male, frutto del peccato originale e il Signore ci offre nel Vangelo di questa domenica, di fare un esame di coscienza dentro di noi, prima di giudicare, di puntare il dito e distogliere da noi l’attenzione. Ci chiede di essere veri, ed eliminare dal nostro cuore il male per poter poi aiutare gli altri. I nostri militari si addestrano a questo, attraverso un’educazione morale e professionale, ad aiutare, a potenziare le risorse dei popoli e dei singoli, per educare a mettere a frutto le capacità di ognuno. Le operazioni di pace, che nel mondo ci sono, hanno questo scopo, difendere e proteggere la Pace, ed aiutare a ricostruire e riprendere il cammino, a ritrovare forze e fiducia in se stessi, per continuare a riprendere a vivere una vita serena e in pace. Vi rimando, ora, a uno stralcio nell’Omelia, che il nostro Arcivescovo, l’Ordinario Militare, ha fatto in occasione del 90° Raduno annuale degli Alpini. Le sue parole illuminano il nostro cuore e ci fanno comprendere il Vangelo e come imitarlo nella vita, anche per i militari.

 “ … «Io sono la via», Egli dice. E voi sapete contemplare le cime, scalare montagne, percorrere sentieri tortuosi o panoramici… ma il Signore vuole darvi di più. Penso, ad esempio, ai sentieri di pace verso i quali il vostro servizio si rivolge, con passione, competenza, amore e attenzione per la persona umana. Nei cammini umani, troppo spesso si tende a seguire itinerari che portano alla realizzazione personale: al potere, al successo, al denaro, alla fama…  Troppo spesso traguardi ambiziosi vengono raggiunti in fretta e senza scrupoli, eliminando tutte le cose o le persone che possono creare ostacoli.

«Io sono la via» dice Gesù. E su questa via tutti devono trovare posto: non ci sono esclusi o scartati, non ci sono stranieri o discriminati.  Su questa via il povero ha lo stesso posto del ricco e il passo che segna il ritmo è quello degli ultimi.  Su questa via – voi lo sapete bene – si può camminare solo insieme, in cordata, per affrontare pericoli e paure, debolezze e fatiche, perché il sentiero che porta alla cima non è senza asperità e la difficoltà è spesso conferma che siamo sulla strada giusta per la vetta. Su questa via si cerca di salvarsi ma di salvarsi insieme! Per questo, come Gesù, voi stessi vi fate “via” per gli altri, diventando sostegno e protezione. Gesù, però, non è solo strada da percorrere o itinerario da seguire: Egli è la «verità».

Quanto è impopolare questa parola ai nostri giorni: «verità»! Tutto sembra diventato ormai così relativo e “liquido” da credere che la verità non esista, da supporre che non valga la pena cercarla o difenderla, da abdicare completamente a educare ad essa. Per voi non è così. Sono ancora intatte, tra gli alpini, lealtà e sincerità, educazione e obbedienza… Quell’obbedienza che, se ci pensiamo bene, non si limita a eseguire ordini impersonali, ma si interroga profondamente sul significato del bene e del male, sui valori che ci sono stati tramandati. Quell’obbedienza che vi porta a riconoscere – non può non farlo – come il patrimonio etico che avete ricevuto vada in realtà custodito e trasmesso, perché anche l’opera degli alpini non diventi semplicemente un apparato di circostanza, una formalità senza contenuti o un impiego impersonale ma un servizio alla verità…” (Cfr. Mons. S. Marcianò, Omelia 90° Raduno Alpini, 14/572017)) 

Questo è il vero tesoro di un cuore buono e i nostri militari lo coltivano ogni giorno con il loro servizio. Buona Settimana!

03.3.19VIIIT.O.@unavoce