Il PROGETTO DEL MONDO il PROGETTO DI DIO?

Riflessione estemporanea, a largo raggio, per non perdere nessuno di quelli che il Signore ci ha dato

 

Diversit, tolleranza, dialogo, apertura sono le parole chiave di un unico messaggio, il messaggio dellAMORE, parola che racchiude, da ogni latitudine, sia di pensiero, che di ogni forma di vita. Non questo, che in definitiva, il Vangelo ci racconta, non questo il significato ultimo e direi anche unico, della venuta di Cristo tra di noi. Dio si fa uomo per rendere, anzi riportare, alla sua vocazione originale, di sacra la sua creatura, una sacralit che supera diversit di fede, di colore, di cultura, di posizione sociale, di orientamento sessuale.

Il mondo va a rotoli, perch i limiti, di sempre, tornano a sconvolgerlo, ad accendere fuochi e spargere odio, dal nord al sud, dallest allovest, un odio che continua a dilagare e in tutto questo marasma, il demonio, fa la vendemmia, attacca luomo, perch Dio si fatto uno di noi, ma la nostra fede, il nostro coraggio, la nostra intelligenza, ci devono aiutare ad avere il coraggio di reagire. Non deludiamo chi ha scommesso su di noi, non deludiamo Dio, che per amore morto sulla croce, spargiamo ogni giorno semi di bene e di amore. I poveri, di cui tanto si parla e che anche noi Chiesa ne parliamo e talvolta sparliamo, non sono solo i popoli che si muovo da un lato allaltro del pianeta, n quelli che non hanno pane o acqua o vivono nelle foreste forse, per tutti questi, e ce lo ricorda anche il Vangelo, sar pi facile entrare nel regno di Dio, e inconsciamente cՏ un margine di felicit che li salva dal cos detto modo moderno ed evoluto, ma mi domando, quale evoluzione, solo economica, forse, sicuramente poco culturale e soprattutto nessuna di cuore. Poveri, sono coloro che non possono essere felici, per condizionamento, per struttura sociale per fede, cultura, razza, scelte sbagliate il mondo e luomo vivono la depressione perch cercano sempre altre soluzioni, senza vivere quello che hanno.

In questi giorni, di sera, quanto gli impegni e le voci degli uomini si fermano, a conclusione delle giornate, dove cerchi di essere il meglio della vocazione che hai, del figlio, amico, professionista che sei ho visto due film: uno Il Papa buono e laltro Tuo Simon. Due film completamente differenti, che lanciamo, per, a mio avviso, un unico messaggio: amore e rispetto, tolleranza e dialogo. Due culture, due nazioni, due vocazioni differenti, ma un unico messaggio. Un prete, un papa, un visionario, almeno reputato tale per alcuni di quel tempo, ma alla fine un santo e non solo perch la Chiesa dice questo, ma perch la sua vita si fatta Vangelo autentico, aveva capito quale strada la Chiesa avrebbe dovuto prendere e indice un Concilio Ecumenico, parla con i nemici storici di sempre e rimane amico sincero, al di la, delle scelte dei singoli moderniste o carrieristiche di colleghi o invidiose di confratelli. Laltro, una storia che ormai non dovrebbe pi scandalizzare, se non i perbenisti, che poi non si sa di che bene parlino, o bigotti religiosi, o meglio, legalisti dal ricordo farisaico, dove la semplicit e il coraggio, anche se indotto, di un giovane, viene allo scoperto, nella verit della sua scelta sessuale. Un impatto di pregiudizio iniziale, che viene sconfitto dalla forza dellamore. Ges, duemila anni fa, credo, abbia vissuto la stessa esperienza di cambiamento, di rivoluzione, lo stesso disagio, portando scompiglio nella societ dove decide di venire e nel mondo. Un messaggio che, dopo duemila anni immutato, quello dellamore, intendo.

Allora, qualcuno potrebbe obiettare: bisogna essere cristiani, religiosi per questo? NO! Ovviamente no, una legge che dovrebbe essere umana, ma per chi crede che Dio sia limmagine vera, reale, viva di questamore, allora diventa la vita stessa, qualunque vocazione viva e impegnarsi a combattere lodio, portando la Pace. Pace nelle piccole cose, nei gesti, nelle parole scelte con cura, nella vita vera, nella capacit di chiedere scusa senza finzioni, senza nascondersi e non per questo scadendo nel banale o nel volgare, ma una vita bella o bella vita, perch il Signore ce lha donata. Ognuno di noi, che felice, vive la sua esperienza, anche se con difficolt del quotidiano, non pu e non deve abbassare la tesa e far finta di nulla. Tutti sbagliamo e rialzarsi dagli errori fondamentale. Il pi delle volte siamo noi stessi a non perdonarci, creando un cuore duro, finto e distante e senza accorgerci che attorno a noi c solo amore, perdono e nuove possibilit.

Perch vi scrivo tutto questo, vi chiederete, perch ora di iniziare ad amare seriamente, ad impegnarsi seriamente a non giudicare, pensando di essere i migliori, ma essere noi stessi, sapendo sorridere anche di noi stessi, senza prendersi troppo sul serio, come faceva papa Giovanni e a vivere con rispetto, chi non uguale a noi come mentalit, religione, cultura, colore, sessualit Dio non punisce e se dice che lamore tra uomo e donna fondante per la societ, non punta, per, il dito, forse San Paolo aggiunge qualche cosa, ma con le giuste riflessioni, amore, sesso, dialogo, sono la strada del rispetto delluomo verso laltro, verso se stessi, verso Dio. Questa la Chiesa di Cristo. I dogmi e le regole, le leggi e tutto ci che stato costruito in questi millenni, se da una parte e in alcuni momenti della storia, ci fanno discutere, innegabile, per, dallaltra che giudicare la storia e i fatti, le scelte e gli avvenimenti pi facile che viverli. Quindi, credo serva, giudicare meno e riflettere di pi, attraverso una  criticit costruttiva, senza demonizzare nulla e ripartendo dalle cose buone per continuare a costruire il Regno di Dio. Questo importante e necessario per un cammino onesto della vita dei singoli, delle comunit e del mondo stesso. Questa la vocazione della Chiesa che parla con tutti e di tutto ed presente ovunque, perch lumanit possa ricordare questi valori che la fondano come esistente, regno umano e animale, vegetale o qualsiasi altro si voglia definire o chiamare.

Il pianeta la nostra casa e nessuno chiamato a decidere per laltro a discapito dellaltro, ma le comunit, le organizzazioni umane, si raccolgo in gruppi, per vivere serenamente e tramandare tradizioni e storia, il bello per se e per il futuro, questo almeno il senso che dovrebbero avere: essere un servizio alle collettivit. Questa la strada – per arrivare al Paradiso e alla vita eterna, per noi cristiani, poi, o qualsiasi altra realt, che le religioni credono o alla vita fine a se stessa, per chi non crede oltre questa vita, – o dovrebbe essere la linea guida che accomuna lumanit. Destre e sinistre, bianchi e neriun unico popolo, che vive in questa galassia, senza escluderne altre, possa esistere con dignit e sentendosi amati, sostenuti, difesi gli uni con gli altri. Oggi abbiamo questo e lo dobbiamo vivere appieno, senza dimenticare da dove veniamo e dove andremo, sapendo che prima di noi cera qualcuno e dopo di noi ce ne altri, pertanto abbiamo lobbligo di costruire e non distruggere, di amare e non uccidere, di condividere e non escludere.

Questo vivo come uomo e religioso, come parte della Chiesa di Cristo e cittadino della mia Patria e del pianeta terra, utopia? Forse, ma se non iniziamo, pochi o tanti che siamo, questo mondo migliore, questo progetto di Dio, non si realizzer mai, con il rischio di perdere chi ci stato affidato dallAmore di Dio, costruendo solo il progetto del Mondo e non quello voluto dal Signore.

 

13-11-19-estemporanea2@unavoce